Hai tra i 18 e i 60 anni? Sei in buono stato di salute? Pesi almeno 50kg? Allora perché non pensi di donare il sangue?
Perché non provi a recarti nella sede più vicina e provi a chiedere informazioni? Scoprirai che fare del volontariato non è mai stato così semplice: una donazione di sangue periodica ti permetterà di aiutare chi è meno fortunato di te…
Credo che la formazione continua per i soccorritori sia fondamentale perché aiuta ad essere sempre preparati in ogni possibile situazione. Ma come operare quando ci si trova di fronte a una possibile scena del crimine visto che sempre più spesso capitano interventi simili?
Ieri sera, grazie al prezioso aiuto dell’amico Daniele Pizzi (Avvocato, docente universitario ma soprattutto volontario del soccorso) e del suo collega Manuel Cinquarla (criminologo), sono riuscito a mettere in piedi una serata a tema sull’argomento.
Con ben 72 persone iscritte all’evento (oltre ai “miei” volontari di Angera, hanno presenziato i colleghi ANPAS di Malnate, Besano, Cunardo, Travedona, Rho, Carnago, Buscate e gli amici della Croce Rossa comitato Medio Verbano) abbiamo avuto il piacere di avere alla serata la Dr.ssa Sabina Campi (direttrice della AAT 118 Varese) e la Dr.ssa Marianna Dara (medico AREU) che sono passate per un saluto ma alla fine hanno partecipato a tutta la lezione con vivo interesse e curiosità.
Durante la serata abbiamo imparato come approcciare alla scena del crimine e come non “pasticciare” per inquinare le prove che le forze dell’ordine dovranno poi utilizzare per individuare i colpevoli. Abbiamo avuto inoltre modo di visionare con i nostri occhi qualche strumento utilizzato per le indagini. Una serata molto interessante e che sicuramente in futuro cercheremo di replicare!
Un grazie anche al mio Presidente CVA Cav. Gianluigi Conterio per avermi permesso di organizzare questo evento!
Lunedì 19 o Venerdì 24 settembre vi aspetto presso la sede CVA Angera – Distaccamento di Sesto Calende in via Fontana Mora 24 alle ore 20:45 per la presentazione dei nuovi corsi centralinisti e soccorritori. Le iscrizioni possono essere fatte sul sito del CVA cliccando sull’immagine sotto e scegliendo la data di partecipazione
COSA FA IL CENTRALINISTA
É il primo step associativo dove si impara a rispondere al telefono e a raccogliere i dati per servizi non urgenti oltre che usare gli apparati radio per comunicare con i mezzi associativi in movimento sul territorio. Il corso dura 4 ore e può essere svolto sia durante il corso addetto trasporto sanitario oppure, se non si partecipa al corso, anche in altri momenti concordando con i responsabili centralinisti.
COSA FA L’ADDETTO AL TRASPORTO SANITARIO
L’addetto al trasporto sanitario (TS) segue un corso di 42 ore + 4 ore per la parte guida (chiamato modulo J) dove vengono insegnate tutte le basi del soccorso non urgente per poter svolgere in autonomia dimissioni, trasferimenti, ricoveri programmati, assistenza a manifestazioni a basso rischio. A fine corso vi è un esame teorico pratico per l’ottenimento della qualifica.
COSA FA IL SOCCORRITORE ESECUTORE AREU
Dopo aver obbligatoriamente frequentato e superato l’esame TS, si prosegue con un corso di 78 ore dove vengono approfonditi argomenti quali trauma, emergenza medica, emergenze ostetrico ginecologiche e pediatriche per affrontare gli interventi di urgenza emergenza. Non manca una parte dedicata alle maxiemergenze. Alla fine di questo percorso, viene effettuato un ulteriore esame teorico pratico per ottenere la certificazione regionale di soccorritore esecutore.
CHI TERRÀ IL CORSO
In questo percorso a tenervi compagnia, oltre al sottoscritto (istruttore AREU e ANPAS) ci saranno i miei colleghi istruttori che mi aiuteranno a farvi provare le varie manovre di soccorso mentre medici specialisti vi illustreranno con la massima chiarezza e semplicità la parte teorica.
Tutto il materiale didattico lo gestirò su piattaforma e-learning dove troverete slide, scenari di soccorso, skill di addestramento e soprattutto quiz di addestramento per aiutarvi nella preparazione.
QUANTO COSTA?
Nulla, il corso di formazione è gratuito. Ma il corso è destinato a formare nuovi volontari del soccorso quindi il CVA chiede poi di fare turni di servizio.
L’impegno, corso a parte, è di 160 ore/anno che, se ci si organizza e lo si fa con lo spirito giusto, non è affatto pesante e impegnativo. Viene richiesta anche una quota associativa di 1,00€ (si, un solo euro). Il CVA vi fornirà la divisa necessaria per effettuare il servizio.
Personalmente ho iniziato a fare il volontario del soccorso nel secolo scorso (precisamente nel 1998) e tutt’ora sono attivo. Normalmente copro il turno del venerdì sera/notte nella sede di Angera o in alternativa una domenica al mese nella sede di Sesto Calende. Faccio qualche servizio secondario durante l’anno e seguo il gruppo istruzione. In media sono circa 500 ore/anno che dedico all’associazione ma il tutto è “pagato” dai risultati raggiunti nella formazione o dal sorriso che regale la persona che trasporti e che ringrazierà per quanto stiamo facendo per lei (e questo ha un valore inestimabile!)
Inoltre, all’interno del CVA conoscerete nuove persone e magari, scoprendo di avere interessi comuni, si creerà un gruppo di amici (come è successo a me con la passione della moto) perché al CVA non si vive di sole ambulanze e soccorso!
“Non rimandate a domani il bene che potete fare oggi perché forse domani non avrete più il tempo” (San Giovanni Bosco)
Questo post lo avevo scritto durante la pandemia sul sito www.cva-angera.it ma voglio riproporlo anche sulla mia pagina come informazione per tutti
In questo periodo in cui spesso leggiamo sui social attacchi verso medici, infermieri e operatori sanitari (tra cui anche noi) ci sembra doveroso spiegare come funziona realmente il sistema di emergenza “lato ambulanza” da quando prendiamo in carico la chiamata a quando rientriamo in sede.
La richiesta di soccorso viene inoltrata dalla SOREU dei Laghi (Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza dei Laghi che gestisce il soccorso sanitario delle provincie di Varese, Como e Lecco) tramite un sistema computerizzato chiamato EmmaWeb (acronimo di Emergency Management Web).
Da quando il PC inizia a suonare l’equipaggio ha 30 secondi per accettare la missione (in caso contrario scatta un allarme in SOREU per le opportune verifiche del perché non si è risposto alla chiamata) e nei successivi 2 minuti l’ambulanza deve partire dando l’apposito cambio di stato attraverso un tablet/radio posizionato a bordo del veicolo.
Se sullo schermo del PC è comparsa un’icona particolare (e in questo periodo accade molto spesso per non dire sempre) occorre procedere alla vestizione completa.
La procedura di vestizione consiste nel sanificare le mani, indossare la tuta, indossare più strati di guanti , i calzari, chiudere la tuta con nastro adesivo, indossare la mascherina FFP2 e gli occhiali o la visiera protettiva. Il tutto mentre il veicolo è in movimento verso la destinazione. Il tutto sempre secondo procedure scritte da AREU.
L’utilizzo di lampeggianti e sirene è regolamentato dall’articolo 177 del codice della strada e dal codice di invio della SOREU (solo codice giallo o codice rosso). La sirena bitonale inoltre emette un suono con precise caratteristiche e con una precisa pressione acustica regolamentate dal Decreto Ministeriale 17 ottobre 1980.
Arrivati sul luogo dell’evento viene comunicato lo stato “sul posto” tramite la radio/tablet, l’equipaggio (che nel frattempo ha concluso la procedura di vestizione) raggiunge il paziente e tramite una apposita applicazione presente nel cellulare di servizio chiamata INPRIMIS si indica alla centrale che il paziente è preso in carico dai soccorritori.
Effettua una valutazione del paziente secondo lo schema ABCDE (Airways, Breathing, Circulation, Disability, Exposure) i dati rilevati vengono scritti sempre nell’app per inviarli alla SOREU. Finita la valutazione si contattata la centrale per aggiungere ulteriori particolari rilevanti dell’evento e ricevere istruzioni.
Ora è possibile procedere allo spostamento del paziente verso l’ambulanza per raggiungere l’ospedale assegnato dalla centrale.
Caricato il paziente, tramite la radio/tablet viene dato lo stato “diretto in ospedale”. Anche in questo caso l’uso della sirena è dettato dal codice di gravità deciso esclusivamente dalla centrale operativa.
Arrivati in ospedale (stato “in ospedale” sulla radio/tablet) il paziente viene affidato al personale medico di PS. A questo punto partono due ulteriori procedure: quella di svestizione dell’equipaggio dai presidi di protezione contaminati (dove bisogna prestare la massima attenzione per non contaminarsi nel rimuovere quanto si indossa) e la procedura di pulizia e sanificazione dell’ambulanza. Quest’ultima operazione viene eseguita dall’equipaggio dell’ambulanza utilizzando soluzione alcoolica almeno al 75% o in alternativa con cloro al 3% su tutte le superfici del mezzo e su tutti i presidi utilizzati. Lo stato radio/tablet diventa “liberi in ospedale”
Finita la sanificazione del vano sanitario sul tablet viene dato lo stato di “rientro in sede” e l’ambulanza può così partire per ritornare in sede (senza lampeggianti e sirene accese) già operativa per un nuovo intervento.
Arrivati in sede (stato libero in sede) l’equipaggio conclude la missione ripristinando il materiale utilizzato durante la missione e compilando tutta la modulistica cartacea o elettronica richiesta dalle procedure AREU. Durante tutta la missione, ogni stato del veicolo è stato registrato dalla SOREU con l’orario per permettere il completo tracciamento della missione.
Non esistono quindi sirene con volume regolabile, ambulanze che vagano vuote con lampeggianti e sirena per creare panico, ambulanze vuote in fila al pronto soccorso in attesa di sanificazione, centri di sanificazione o altro. Esistono solo persone che stanno combattendo assieme a tutto il personale sanitario una battaglia contro un virus che è reale e che ci porta a vedere e toccare con mano tutti i giorni questa triste realtà che spesso si fatica a voler accettare.
Come scritto qualche post fa, vediamo come funziona un turno di servizio in ambulanza destinata al servizio di Urgenza Emergenza.
Premessa: parlo ovviamente sempre per esperienza personale e per quanto riguarda la mia associazione quindi se qualche collega soccorritore trova delle discrepanze su quanto scrivo non me ne voglia…
Questo turno di servizio è svolto nel distaccamento di Sesto Calende dove AREU ha posizionato presso la nostra sede una ambulanza MSB (Mezzo di Soccorso Base) a 2 soccorritori e un MSA1 (Mezzo di Soccorso Avanzato di primo livello con a bordo tecnico e infermiere).
CONTROLLI INIZIALI
Il turno inizia con l’attivazione del mezzo perchè, essendo da convenzione AREU un mezzo H12, è disponibile solamente dalle 8:00 fino alle 20:00 (se non sforiamo con qualche uscita dell’ultimo secondo…). Per far questo, la procedura viene fatta mediante la radio ALGIZ in modo che in centrale il mezzo risulti in stato “in stazionamento” presso la sede.
Si procede poi al cambio equipaggio su Em.Ma.Web, il sistema informatico in cui vengono inviate e gestite le missioni di soccorso. Stessa cosa viene fatta sul cellulare di servizio sull’app INPRIMIS dove il capoequipaggio deve loggarsi (anche qui arrivano le missioni di soccorso e, sul posto, si registrano i dati e i parametri vitali del paziente per inviarli alla SOREU velocizzando le comunicazioni).
Passiamo ora al controllo del mezzo. La check list (così come il tabellone turni e altro) è su un’applicativo disponibile a tutti i volontari chiamato MAMBU. Si parte dal defibrillatore passando poi allo zaino RCP, bombole di ossigeno, presidi di immobilizzazione e quant’altro è presente nel mezzo (cosa deve esserci ovviamente è su un documento di AREU). Riusciremo a fare il controllo o ci attiveranno prima?
INIZIANO LE CHIAMATE…
Il suono inconfondibile di Em.Ma.Web si fa sentire… Confermiamo la ricezione della missione e vediamo di cosa si tratta. Codice giallo. Saliamo in ambulanza, indossiamo i presidi di autoprotezione e partiamo per la nostra destinazione. Arriviamo, valutiamo il paziente, chiamiamo la SOREU dei Laghi (la nostra centrale operativa da cui prendiamo direttive) per riferire quanto rilevato e ci indirizzano verso l’ospedale di Angera in codice giallo per il ricovero. Consegniamo il paziente dopo un leggera attesa dovuta all’alto numero di pazienti presenti (non si passa davanti solo perché siamo un’ambulanza), ripristiniamo il mezzo e ci prepariamo a rientrare. Appena lasciata Angera, ecco che la radio in ambulanza ci indirizza in una nuova destinazione in codice giallo a… VANZAGHELLO?!?!? Probabilmente la SOREU è talmente indaffarata con le chiamate in quella zona che non ha altri mezzi disponibili e utilizza noi. Accendiamo lampeggianti e sirene (che si usano solo per codici gialli e rossi) e partiamo. Anche qui valutazione, contatto con la SOREU e ricovero per competenza a Castellanza in codice verde dove anche qui il PS è affollato e rimaniamo in attesa.
CAMBIO AUTISTA E PAUSA PRANZO
Nel frattempo Filippo, l’autista del mattino che deve smontare alle 14:00, chiama il sostituto e facciamo un “cambio volante” in ospedale mentre attendiamo il nostro turno assieme ai colleghi della Croce Rossa. da adesso il nostro autista è Carlo.
Paziente consegnato alle cure mediche, torniamo in sede dove dovremmo chiudere le schede e finalmente pranzare (sono le 14:30…). L’esperienza ci induce a mettere qualcosa nello stomaco al volo prima che sia troppo tardi e infatti ecco che all’ultimo boccone… Drin Drin! Suona nuovamente Em.Ma.Web!
Missione confermata ma questa volta Em.Ma.Web ci informa che è un paziente COVID, quindi vestizione completa dentro la tuta il che vuol dire prepararsi alla sauna… ma questo è il nostro “lavoro” e, indipendentemente dal caldo infernale, ci vestiamo secondo le procedure AREU e andiamo dal nuovo paziente. Valutazione, chiamata alla SOREU e caricamento in ambulanza e partenza di codice giallo per l’ospedale. Qui ovviamente dobbiamo nuovamente attendere perché, per essere poi scaricato e preso in carico dal pronto soccorso, occorre passare da un percorso diverso (il così detto percorso “sporco” per chi è COVID positivo rispetto al percorso “pulito” per chi non è infetto, proprio per evitare di contagiare chi non lo è) e occorre comunque attendere l’esito di un tampone rapido prima dell’ingresso. Mentre siamo in attesa, suona il cellulare di servizio: è la SOREU che ci avvisa che, appena torniamo operativi, abbiamo un nuovo servizio in coda (codice verde) e di avvisare appena pronti per l’invio sul cellulare e sulla radio della nuova missione.
Finalmente scarichiamo il paziente, procedura di svestizione assieme al soccorritore (è il suo primo intervento COVID quindi lo aiuto nella procedura) mentre Carlo provvede alla sanificazione del mezzo. Tutto pronto, come da accordi avviso la SOREU che però ci comunica che il paziente non ha più bisogno del mezzo di soccorso. Meglio così, si vede che non era una reale urgenza. Nel frattempo la mia maglia è in questo stato e credo di aver perso almeno 1 kg…
Appena appena sudato dopo essere stato per quasi 2 ore nelle tuta anti covid…
Ripartiamo liberi e operativi per la sede di Sesto ma quando siamo quasi arrivati… Drin Drin! Suona la radio per un infortunio in casa, codice giallo. Stavolta abbiamo in supporto MSA1 (l’auto infermieristica) che è in sede a Sesto Calende. Accendiamo lampeggianti e sirena e ci dirigiamo sul luogo dell’evento arrivando per primi (solo perchè eravamo già “in transito” mentre MSA1 era da attivare)
Iniziamo a valutare il paziente e applichiamo il collare prima di proseguire con la rilevazione dei parametri vitali. Arriva a supporto MSA1 per una valutazione più approfondita. Finiamo di applicare tutti i presidi trauma del caso e, come da ordini della SOREU, partiamo per ospedalizzare all’ospedale di Circolo di Varese in codice giallo. Durante il trasporto teniamo monitorato il paziente mentre scambiamo 4 chiacchiere con lui per tranquillizzarlo. Arrivati in pronto soccorso, il paziente viene triagiato (cioè valutato per stabilire il grado di urgenza) e portato nell’opportuna sala per ricevere le cure necessarie. I presidi applicati restano sul paziente quindi devo compilare la modulistica necessaria per poterla poi recuperare.
TURNO (QUASI) FINITO…
Ore 18:50… Finalmente siamo in sede e posso chiudere le schede paziente ancora aperte mentre Carlo e Jennifer provvedono a ripristinare quanto utilizzato durante gli interventi.
Inizia l’ultima ora, quella più rischiosa perché se suona adesso significa “sforare” e finire il turno oltre le 20:00. Suonerà ancora? La fortuna ci assiste e scoccano le 20:00 senza ulteriori interventi.
Come accennavo all’inizio del post, questo è un mezzo H12 pertanto procedura inversa: log out dal INPRIMIS, via radio ALGIZ diamo lo stato del mezzo “non disponibile”, chiudiamo l’ambulanza a chiave e lasciamo scritte le consegne all’equipaggio che monterà in turno domani mattina. Ora non resta che andare a casa, togliersi la divisa, farsi una bella doccia e rilassarsi!
NOTA CONCLUSIVA: lo scopo di questo post è semplicemente cercare di coinvolgere le persone sul pensare seriamente di iniziare l’attività di volontariato ed entrare a far parte del CVA. Ci vediamo pertanto il 19 settembre o, in alternativa, il 24 settembre per la presentazione dei nuovi corsi per diventare soccorritori esecutori AREU o, se si preferisce, dei più semplici addetti al trasporto sanitario.
Oggi Angera e la sua dirimpettaia Arona pullulavano di gente non solo perchè l’estate richiama sul lago molti turisti ma perchè oggi c’era l’ “Arona Air Show” dove, come ultima parte, si è esibita la Pattuglia Acrobatica Nazionale o se preferite, le Frecce Tricolore.
Non mi perdo a descriverle, fin troppe pagine parlano di chi sono e dei loro spettacoli oppure sul loro MB.339A/PAN (altro gioiello italiano). Mi soffermo invece su quello che é il “dietro le quinte” dell’evento ovvero la gestione del soccorso sanitario.
Quante forze in gioco per il loro show sulla sponda lombarda? 4 ambulanze (AN101, AN105, AN108 e AN109) e 4 squadre telo (2 soccorritori per squadra dislocati in punti strategici). In totale 20 soccorritori. Da notare che oggi andava comunque coperto il servizio 118 su Angera e su Sesto Calende (perchè indipendentemente dalla PAN, malori e incidenti si verificano lo stesso!) che vuol dire almeno altri 8 soccorritori impegnati a cui si aggiunge il ciclosoccorso a pattugliare il Ticino a Sesto Calende sulla ciclabile e sono altri 2 soccorritori… Impegnativo vero? In futuro vi spiegherò invece com’è un turno di servizio 118. Ma torniamo sulla manifestazione.
Foto dopo il briefing iniziale…
Alle 11:00 partiamo con un briefing iniziale dove vengono date le disposizioni generali, vengono distribuite le radio portatili e si fa l’ultimo check dei mezzi. Alle 11:45 si inizia a spostarsi sul lungolago. Prova radio per verificare le comunicazioni. Il tempo passa e piano piano il lago inizia a popolarsi
La giornata è calda, speriamo ovviamente che non ci sia bisogno di noi. Il tempo passa e alla radio sentiamo sono interventi minori (piccole ferite medicabili sul posto, qualche puntura di insetto). Stessa sorte a noi, qualche persona si presenta spontaneamente per puntura di vespa o per farsi provare la pressione.
Ogni tanto qualcuno passa inoltre a chiederci info sugli orari, qualcuno chiede se possiamo scattargli una foto ricordo per non farsi il selfie.
Sono finalmente le 16:00, è il loro momento. Questo per noi è la fase più pericolosa perchè, al passaggio delle frecce, c’è molto rumore e si rischia di non sentire le comunicazioni radio a cui si aggiunge anche la saturazione delle celle telefoniche (vuoi non caricare la diretta facebook/instagram?)… Le Frecce Tricolori fanno il loro (bellissimo) show e le immortaliamo in questo scatto assieme alla AN109.
Sul più bello dello spettacolo ecco però che arriva il malore per il caldo… Prendiamo di corsa il borsone, l’ossigeno e il defibrillatore e ci precipitiamo dal paziente. Rapida valutazione e poi lo carichiamo in ambulanza, parametriamo il paziente e cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro. Alla fine restando sdraiato e al fresco si riprende e decide di non essere ricoverato.
Show terminato, inizia la seconda fase critica ovvero la gente che piano piano defluisce da Angera per tornare verso casa. Anche qui qualche intoppo viabilistico che ci costringe a una mezz’ora extra di assistenza per essere certi che non vi siano problemi sanitari. Nel frattempo 2 associazioni angeresi ci offrono una fetta d’anguria e dei mirtilli che sono stati molto graditi da tutti gli equipaggi.
Finalmente alle 18:45 viene dato il via libera e dopo un veloce debriefing torniamo in sede a riportare il materiale e i mezzi ma, prima di tornare a casa, ci concediamo una pizza di gruppo tutti insieme. Perché fare i volontari non vuol dire solo essere in servizio a bordo di un’ambulanza ma essere anche un gruppo di amici con il quale condividere il proprio tempo divertendosi!
Dimenticavo: il primo “like” instagram all’unica foto dell’ambulanza con dietro le frecce è stato di “Pony4” ovvero il Capitano Oscar Del Dò (piccole soddisfazioni di un fotografo dilettante 😂)
Hai tra i 18 e i 60 anni? Sei in buono stato di salute? Pesi almeno 50kg? Allora perché non pensi di donare il sangue?
Perché non provi a recarti nella sede più vicina e provi a chiedere informazioni? Scoprirai che fare del volontariato non è mai stato così semplice: una donazione di sangue periodica ti permetterà di aiutare chi è meno fortunato di te…
Questo è il mio braccio durante una donazione fatta qualche anno fa…
Il tuo PC quanto realmente viene struttao? Quanti tempi morti ci sono durante la sua giornata lavorativa in cui rimane fermo a non fare nulla? E il tuo Smartphone? E se questi tempi morti delle macchine venissero utilizzati per realizzare qualcosa di utile?
Potresti pensare ad esempio di mettere a disposizione i tuoi device per il calcolo distribuito. L’università californiana di Berkeley ha messo in piedi il progetto BOINC, acronimo di Berkeley Open Infrastructure for Network Computing, che consiste nello scaricare un piccolo programma client e donare ai tanti progetti di ricerca scientifica (di cui voi decidete ai quale partecipare) la potenza di calcolo a vostra disposizione.
Il giochetto è molto semplice: da un server provengono i pacchetti dati da elaborare e le istruzioni di elaborazione, il vostro PC o Smartphone elaborerà tali dati e al termine ricaricherà al server i dati elaborati con il report di elaborazione.
Il vantaggio di aver creato un sistema di calcolo distribuito è presto detto: è più efficiente ottenere il livello prestazionale desiderato usando un cluster di diversi computer di fascia bassa, in confronto con un sistema non distribuito e non ci sono single point of failure (parte del sistema, hardware o software, il cui malfunzionamento può portare ad anomalie o addirittura alla cessazione del servizio da parte del sistema). Inoltre, un sistema distribuito può essere più facile da espandere e dirigere a confronto di un sistema uniprocessore monolitico.
Tramite BOINC potrete iscrivervi a un progetto oppure, utilizzando Science United potrete avere una consolle di controllo dei progetti su tutti i device in cui avete installato il BOINC.
Infine, il programma potrà diventare anche un simpatico e colorato screensaver per PC che mostrerà le vostre elaborazioni.
Qui sotto riporto l’elenco dei progetti aggiornato ad oggi. Io contribuisco dal lontano 2002, quando assieme ad alcuni compagni di studio in università avevamo iniziato ad aderire al progetto World Community Grid, voi a quale progetto aderirete? Scrivetemelo nei commenti e ditemi cosa ne pensate