Leggendo il Corriere della Sera di oggi mi sono imbattuto in questo articolo (click sulla foto per aprire il link)
Partimo dal presupposto che la morte cardiaca improvvisa, come già scritto in altre occasioni, fa 60000 morti all’anno.
All’attivazione del sistema di emergenza, che avviene componendo il 112, il PSAP1 (Public Safety Answer Point) risponde immediatamente e screma le telefonate urgenti da quelle non urgenti per poi smistarle al PSAP2 di competenza (soccorso sanitario, vigili del fuoco, forze dell’ordine)
Le 3 centrali CUR-NUE112 (Centrale Unica di Risposta – Numero Unico Emergenza) lombarde (Varese, Milano e Brescia), dispongono di un servizio di traduzione multilingua h24 che vengono attivati immediatamente in caso di necessità.
Continuando a leggere l’articolo “era abituato alle corse solitarie in quel dedalo di sentieri dalla natura rigogliosa, ma impervi e isolati.” e successivamente “Poco dopo essersi accasciato, molto probabilmente per un’aritmia cardiaca, è arrivato un soccorritore. Passava di lì per caso: d’estate la zona è affollatissima, mentre d’autunno, con la nebbia e l’umidità, non ci va quasi nessuno. Si trattava di un pilota di aerei britannico, che vive a Londra: era atterrato a Milano ed aveva approfittato della giornata libera per andare anche lui a passare un freddissimo sabato pomeriggio a pedalare nei boschi.”
Da quanto leggo quindi non solo si era in una zona non facilmente raggiungibile ma anche chi ha chiamato non sapeva bene dove si trovava. Mettetevi nei panni dell’operatore del PSAP1: deve interagire con una persona straniera, tramite il sistema di traduzione, con una persona che non conosce bene la zona. Secondo voi la chiamata poteva essere breve? Ma soprattutto PSAP1 e PSAP2 dovevano attivare solo un’ambulanza o magari servivano Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, Elisoccorso, Corpo Nazionale Soccorso Alpino E Speleologico per poterlo soccorrere in sicurezza (non dimentichiamoci che i soccorritori non devono passare da soccorritori a vittime…)
Non è importante saper parlare l’inglese da parte del PSAP1 (e comunque le competenze ci sono visto che si attiva il sistema di professionisti linguistici!), importa invece sapere che esiste un’app per il cellulare che geolocalizza il chiamante in caso di emergenza.
L’app si chiama “112 Where Are U” ed è disponibile sia per Android che per iOS e, se malauguratamente dovesse capitare di chiamare i soccorsi, l’operatore sa dove siete con precisione GPS (quindi nel raggio di 5m) e i soccorsi potranno essere più tempestivi! In più, in caso di emergenza in cui non si può parlare, l’app consente di effettuare la “chiamata muta”: l’operatore saprà chi siete, dove siete, di chi avete bisogno ma soprattutto che non potrete parlare (mi vien da pensare una rapina oppure un caso di violenza domestica o più semplicemente una persona muta).
Il mio consiglio è di scaricare l’app, aprirla una prima volta per registrarsi (tranquilli, AREU non farà telemarketing e non vi venderà nulla!) ma soprattutto di diffonderla ai vostri amici e parenti!
Piccola esperienza personale: motoraduno nel pavese, in mezzo alle risaie e senza un punto di riferimento una persona si è sentita male. Utilizzando l’app il PSAP1 mi ha immediatamente riconosciuto e geolocalizzato senza perdere 1 secondo. Se avessi dovuto dare indicazioni per raggiungermi avrei avuto io stesso delle difficoltà…