Solo per oggi, 30 dicembre, sarà in proiezione nelle sale italiane “Vacanze di Natale” in occasione dei 40 dalla sua produzione
Girato a Cortina d’Ampezzo nell’autunno del 1983 in sole 3 settimane, è il primo (e per me unico e inimitabile) cinepanettone che doveva rappresentare lo spaccato della società italiana degli anni ’80.
Sicuramente chi andrà a vederlo saprà a memoria tutte le scene ma soprattutto le battute, almeno le più famose…
LA TRAMA
A Cortina ci sono i Covelli, una famiglia di ricchi costruttori edili: l’avvocato Giovanni Covelli (Riccardo Garrone), il capofamiglia annoiato dalla routine delle vacanze di Natale, la moglie snob attenta solo all’immagine, e i tre figli Roberto (Christian De Sica), Diamante e Luca. Il primo è giunto a Cortina d’Ampezzo direttamente da New York con la bellissima fidanzata Samantha (Karina Huff); la seconda, scorbutica e inquieta, ha un pessimo rapporto con Roberto; il terzo pensa più allo sport (e in particolare alla Roma, di cui è tifoso sfegatato) che alla fidanzata Serenella, la quale per gelosia gli fa credere che il suo migliore amico, il borgataro Mario Marchetti (Claudio Ammendola), si sia invaghito di lei.
Mario, venuto in vacanza da Roma a Cortina con la sua famiglia un po’ rozza ma simpatica capitanata da Arturo Marchetti (Mario Brega), è interessato in realtà a Samantha e riesce a trascorrere con lei la notte di Capodanno, con la promessa di rivedersi anche nei periodi successivi, quando le vacanze saranno finite, e a riappacificarsi con Luca, che gli chiede scusa per aver creduto alla storia falsa di Serenella.
C’è poi Billo (Jerry Calà), squattrinato playboy sciupafemmine che suona al piano bar e che rincontra la sua ex fiamma Ivana (Stefania Sandrelli), moglie annoiata di un milanese arricchito e superficiale, Donatone Braghetti (Guido Nicheli), che la trascura. Stanca del marito, Ivana viene spinta al tradimento dall’amica Grazia, l’infedele moglie dell’industriale bolognese Cesarino Tassoni.
Billo è ancora innamorato di Ivana ma, dopo avere saputo che è sposata con Donatone, cerca di fare incontrare quest’ultimo con Moira, detta “la mandrilla di Porto Recanati”, una prostituta, in modo che Ivana abbandoni il marito. Infatti, dopo aver scoperto il tradimento di Donatone, Ivana finisce tra le braccia di Billo, ma torna poi dal marito dopo aver scoperto che ha avuto un incidente con l’auto.
L’estate successiva, tutto il gruppo si ritrova di nuovo, ma questa volta sulle spiagge della Sardegna. C’è anche Billo, ancora alle prese col pianobar e sfiancato dal mestiere che definisce molto duro, costretto ogni sera a portarsi del “lavoro” a casa.
UN CULT…
Se i cinepanettoni usciti dopo sono tutti verso il volgarotto generato dalla coppia Boldi/De Sica, questo film ha ancora come protagonisti ragazzi in cerca dell’amore. Ecco, quello che distingue Vacanze di Natale del 1983 dai cinepanettoni è il romanticismo, l’ingenuità, una sorta di innocenza che si stava perdendo proprio in quegli anni, ma che ancora c’era.
Lo rende immortale anche la sua colonna sonora: “Moonlight Shadow” di Mike Olfdfield, “Nell’aria” di Marcella Bella, “I Like Chopin” di Gazebo, “Sunshine Reggae” dei Laid Back senza però dimenticare anche “Grazie Roma” di Antonello Venditti come richiamo all’origine di alcuni dei protagonisti e alla passione per “la maggica” che lega Mario Marchetti con Roberto Covelli.
Oggi i cinepanettoni strappano a forza una risata istantanea che non resta nel tempo, cosa che invece accade con i vari caratteristi del film e che quasi tutti ricordiamo.
Come Billo e il suo “non sono bello… piaccio!”. È un cult anche il dialogo tra Billo e Ivana a base di testi di canzoni che si chiude con un “sono una donna non sono una santa”.
E anche il duetto che racconta tutta la noia del rapporto tra Roberto e Serenella. “Chissà come lo passa il Capodanno Toninho Cerezo…”. “Me lo stavo proprio chiedendo, prima, mentre stavo vomitando…”. “Secondo me sta dormendo. È un professionista”.
Arturo Marchetti esordisce con un “ma nun potevamo annà a Ovindoli” appena sceso dalla macchina a Cortina e, investito da una badilata di neve, continua con “Ursus, ma pure qua stai? Ma li mortacci tua!” Donatone Braghetti è fatto per fare battute secche. “Ivana fai ballare l’occhio sul tic! Via della Spiga – Hotel Cristallo di Cortina, 2ore, 54 minuti e 27 secondi: Alboreto is nothing” (di cui l’ultima parte è pura improvvisazione del Dogui) e il famosissimo “Ma la libidine è qui: sole, whisky e sei in pole position” fino ai commenti sull’incidente quando “i freni non hanno risposto all’appello!!“
Chiudiamo l’articolo come è giusto che sia con l’avvocato Covelli che ci ricorda con la sua frase storica, pronunciata con un aplomb unico che “Anche sto Natale… se lo semo levato dalle palle!”