UN WEEKEND IN TOSCANA

Complice il ponte del 8 dicembre, con Jennifer abbiamo deciso di prenderci una pausa e di passare un weekend in toscana.

Partenza ore 8:00 da casa, veloce colazione alla pasticceria “Da Cris” di Vergiate e poi imbocchiamo l’autostrada in direzione Pieve Santo Stefano. Il viaggio scorre discretamente liscio anche se spesso si trovano automobilisti imbranati che non hanno idea di cosa vuol dire viaggiare in autostrada. Soprattutto non conoscono la regola dell’usare la corsia di destra (Articolo 143 comma 5 del codice della strada).

Arriviamo alle 13:00 all’Hotel Santo Stefano e dopo un veloce check-in passiamo all’annesso ristorante “il Portico” dove pranziamo.

Crostoni toscani
Tagliata di Chianina
Fagioli all’uccelletto

Il pomeriggio lo passiamo a Sansepolcro che si trova a 16km da Pieve Santo Stefano ed è la cittadina dove nacque Piero della Francesca. La cittadina è ai piedi dell’ultimo tratto dell’Appennino toscano e domina la Vatiberina e il territorio di Sansepolcro è circondato da dolci e verdi colline con distese di tabacco.

Siamo in mezzo a opere del Rinascimento e tra un dipinto di Piero della Francesca e altri di pittori ignoti scopriamo anche come sono fatti gli affreschi.

L’affresco è una pittura eseguita sul muro in cui il colore viene steso sull’intonaco ancora fresco cioè “bagnato”. Il pigmento stemperato in acqua resta così in sospensione su un supporto costituito da intonaco fresco in cui l’idrato di calcio (il legante) non si è ancora calcificato. questo fa si che il pigmento, una volta inglobato, viene conservato per un tempo pressoché illimitato. Con il Rinascimento, l’affresco conosce il momento di maggior diffusione. In area centro-italiana è abbandonato l’uso della sinopia (traccia di colore rossiccio derivante dalla città di Sinope che si trova nell’attuale Turchia e da cui proveniva la terra rossa necessaria; sull’arriccio cioè malta di calce e sabbia a media granulometria il pittore disegnava a carboncino le linee essenziali che poi ripassava a pennello con la terra rossa) e viene introdotto l’uso del cartone preparatorio (foglio di grande dimensione grande quanto i’affresco e bucherellato seguendo il disegno ) e dello spolvero (si passava la polvere di carbone attraverso un tampone che, passando per i fori, si depositava sul muro).

Questo è l’esempio dell’affresco “La giustizia” del 1441 di Niccolò di Agnolo del Fantino proveniente dal palazzo comunale di Sansepolcro

Passeggiamo poi per le vie del centro in pieno clima natalizio e ci imbattiamo ne “L’Agricologica“, simpatico negozietto dove ci sono molti prodotti alimentari animali provenienti da allevamento allo stato brado. Degustiamo qualche salume e, confermata l’impressione dulla bontà del prodotto, acquistiamo qualche confezione per i regali di Natale.

Visto che si fa tardi, torniamo in albergo per una doccia e poi cena al ristorante (restando leggeri visto che abbiamo pranzato abbondantemente e tardi…)

Abbondate piatto di ravioli toscani al sugo di cinghiale

Sveglia alle 7:30, colazione alle 8:00 e poi via in direzione Arezzo! La strada inizialmente è una superstrada ( la SS3 bis “Tiberina”) che costeggia parte del lago Montedoglio, lago creato dallo sbarramento artificiale del Tevere a 30km della sua sorgente e che rappresenta il lago più esteso della Toscana . SI prosegue poi sulla Statale 73 Senese Aretina dove si passa attraverso paesaggi gradevoli (anche se la prima tratta era rovinata da una leggera foschia)

Arezzo è conosciuta come città dell’oro e dell’alta moda. Patria di artisti e poeti quali Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, Guido Monaco, Guittone d’Arezzo, Pietro Aretino, Gaio Cilnio Mecenate, Spinello Aretino, Francesco Redi e, nelle vicinanze, di Michelangelo Buonarroti, Piero della Francesca, Luca Signorelli e Andrea Sansovino. All’interno della cappella della basilica di San Francesco troviamo affreschi di Piero della Francesca mentre all’interno della chiesa di San Domenico c’è il crocifisso di Cimabue. nota anche per l’importante Giostra del Saracino, che divide la città in 4 quartieri (quartiere di Porta Crucifera o “Colcitrone”, quartiere di Porta del Foro o “Quartiere di Porta San Lorentino”, quartiere di Porta Sant’Andrea e il quartiere di Porta Santo Spirito o “Quartiere della Colombina” e corrispondente all’antico Quartiere di Porta del Borgo). C’è l’imbarazzo della scelta di cosa vedere…

In mattinata abbiamo anche avuto il tempo di incontrare la mia cara amica Lucia (conosciuta a Misano Adriatico in vacanza nel lontano 1996 e siamo tutt’ora in contatto) per un veloce caffè

Sempre bello ritrovarsi dopo tanto tempo!

Visto che si avvicina l’ora del pranzo è lei che ci consiglia di andare dal suo macellaio di fiducia Alfredo che è a soli 100m perché, oltre a fare il macellaio, ha una gastronomia: ci propone infatti 2 tartare e 2 bicchieri di Chianti. Tagliata fatta al momento a coltello (200g di Chianina) di una bontà unica e pagato un prezzo irrisorio. Altamente consigliato!

Una buona (e abbindante) tagliata di Chianina

Proseguiamo il tour con un breve trasferimento a Città di Castello

Piccola cittadina fondata dagli Umbri sulla riva sinistra del Tevere in prossimità del territorio assoggettato al controllo degli Etruschi. Partiamo con una visita alla cattedrale dei Santi Florido e Amanzio la sua storia è molto lunga e, distrutta a causa del terremoto del 1458, la ricostruzione fu intrapresa solo a partire del 1494 per concludersi nel 1529 con una nuova consacrazione a San Florido, al quale venne aggiunto anche quello di Sant’Amanzio. Nel 1632 si iniziò il rivestimento della facciata, che però rimase incompiuta. La cupola cinquecentesca, crollata a seguito di un secondo terremoto, fu ricostruita alla fine del Settecento… insomma, una Chiesa non troppo fortunata!

Passiamo poi a visitare le altre Chiese con i vari affreschi e dipinti e le vie del centro.

Mi chiedo però come sia possibile che, in pieno centro di una cittadina come questa, sia stato possibile creare una zona iper moderna, una piazza enorme che nulla ha che a vedere con il centro storico ma soprattutto il parcheggio sotterraneo a vista con a fianco vecchie mura storiche….

Rientrati in albergo, il tempo di fare una veloce doccia e scendiamo al ristorante per cenare assieme a Paolo

Antipasto misto
Pappardelle al ragù d’oca
Arrosto con polenta
Cantucci con vin santo

Mattino successivo ripartiamo, direzione Scandicci per un saluto a un amico di Jennifer visto che siamo già sulla via del rientro.

Ricosteggiamo il lago e ci fermiamo a fare qualche foto

Ne approfittiamo, arrivando con 1 ora di anticipo rispetto al previsto, per una veloce visita alla Certosa di Firenze che incredibilmente è chiusa per visite alla domenica… Ci sono aperte solo le zone per andare alle chiede per le funzioni religiose…

Proseguiamo visto il poco tempo per piazzale Michelangelo, realizzato dal 1869 su disegno dell’architetto Giuseppe Poggi su una collina appena a sud del centro storico da cui si gode una vista panoramica sulla città dove è possibile scorgere ponte vecchio, S.Maria Novella, la Cattedrale di S.Maria del Fiore, Palazzo Vecchio,…

Firenze l’è piccina… e vista dal piazzale, la pare una bambina, vestita a carnevale (Leonardo Pieraccioni)

Partenza alle 15:45 sperando di non trovare troppo casino ma… speranza vana!

Appena imbocchiamo l’autostrada è una colonna unica. Lavori in corso e incidenti ci terranno compagnia per tutto il viaggio di ritorno. In compenso tra 4 chiacchiere con Jennifer, la musica e tanta pazienza riusciamo ad arrivare a casa per le 21:15.

In compenso la Giulietta ha fatto egregiamente il suo lavoro: nonostante l’assetto discretamente rigido che trascura un filo il comfort a vantaggio della guida non ci ha fato pesare troppo i km percorsi e soprattutto il MultiJet2 ha fatto benissimo il suo lavoro con un consumo medio di 20,1km/l, valore di tutto rispetto considerando il percorso affrontato!

Multijet2, incredibile ma diesel! (da un famoso spot tv)

DOMENICA IN SELLA…

Come ogni anno la scusa è sempre la stessa: andare nella casa di villeggiatura di Silvano a Malesco per verificare che non sia arrivata posta o che non sia successo qualcosa… e come sempre il buon Silvano accetta di andare a fare questo finto controllo.

Partenza fissata a Sesto Calende ore 9:30, mi trovo con Silvano e la moglie Alessandra (su Harley Davidson) a cui si aggregano Mauro e la moglie Tiziana (Moto Guzzi). La mia dolce metà arriverà poi in macchina con i nostri vicini di casa (lei oggi ko con la schiena e non avrebbe retto il percorso, loro senza moto). Ovviamente alla partenza, come regola che ogni buon motociclista dovrebbe sapere, pisciati e benzinati. Partenza e prima tappa a Castelletto Ticino (non saranno troppi chilometri?😅) al “colazione da Tiffany” sul Sempione dove prendiamo il caffè e si aggiunge Filippo con la compagna Sharon.

Bene, in marcia. Direzione Arona, poi sulla lacuale verso Fondotoce. Sulla nostra destra il lago Maggiore che, come ormai da tempo ne parlano tutti, è a livello critico (non ho mai visto tratti con spiagge così vaste). La temperatura è gradevole anche se, causa traffico turistico, stare nella tuta in pelle e con il pompone che non gradisce troppo queste andature eccessivamente lente, il calore abbonda.

Passato Fondotoce prendiamo per Mergozzo lasciandoci l’omonimo lago sulla sinistra. Il paese che si affaccia sul lago è sempre molto carino ma decidiamo di proseguire. La strada si libera dal traffico e possiamo aumentare leggermente l’andatura ma senza esagerare. I paesini si susseguono e alle 12:00 arriviamo a Malesco dove ci attendono Jennifer e i nostri vicini di casa.

Mentre Silvano e Alessandra vanno veramente a verificare che sia tutto ok, noi iniziamo a sederci al bar “il monello” in centro per un veloce aperitivo prima di ripartire verso Arvogno dove ci attendono alla baita del moro per pranzo.

la strada qui è un filo più brutta (qualche strettoia, asfalto abbastanza ondulato) ma in poco più di 15 minuti siamo arrivati. Che si mangia di buono? Beh, un giro di antipasto non fa mai male, soprattutto se diviso tra tutti (prosciutto della valgrande, lardo, salame, cipolline in agrodolce, formaggi locali, melanzane olio e menta, fagioli con salsa) a cui segue un buon primo/secondo a scelta… qua la polenta è buona perciò polenta con funghi e salsiccia (lo so, sono goloso!) e per chiudere frutti di bosco con gelato, caffè e una buona genziana per sgorgare…

Ripartiamo per tornare a casa, stavolta strada alternativa.

Puntiamo verso il lago d’Orta e, dopo aver percorso il Sempione, usciamo a Gravellona Toce, tappa benzina (colpa mia, la 848 non ha autonomia oltre i 160km) e in poco tempo siamo a Omegna. Sul lungolago ci fermiamo a bere qualcosa di fresco (nel frattempo è uscito il sole e ora fa molto caldo) prima di risalire in sella, percorrere la statale che costeggia il lago d’Orta e fare ritorno a casa. Totale: 220km per una giornata divertente e in buona compagnia che, anche se alla fine sono un po’stanco fisicamente, mentalmente sono felice, rilassato e pronto ad affrontare una nuova settimana lavorativa!