Giornata nazionale per sensibilizzare alla defibrillazione precoce con prove pratiche dimostrative nelle strade e nelle piazze italiane; a tal fine è importante lavorare sulla cultura della defibrillazione precoce, partendo dall’esperienza di volontarie e volontari e dal radicamento territoriale delle pubbliche assistenze.
Questa iniziativa nasce dalla collaborazione di ANPAS, con l’Associazione Progetto VITA-ODV e con IRC Comunità-APS con le quali lo scorso 28 febbraio è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il progetto FACILEDAE.
Le Associazioni organizzeranno sul proprio territorio uno o più punti informativi rivolti alla cittadinanza, con manichini e DAE trainer per dimostrazioni pratiche e simulazioni.
Niente roba da ER, niente scene da film: due cerotti, un pulsante da schiacciare e il torace della persona che si muove leggermente per la scossa che, si spera, riesca a far ripartire il cuore.
Credo che la formazione continua per i soccorritori sia fondamentale perché aiuta ad essere sempre preparati in ogni possibile situazione. Ma come operare quando ci si trova di fronte a una possibile scena del crimine visto che sempre più spesso capitano interventi simili?
Ieri sera, grazie al prezioso aiuto dell’amico Daniele Pizzi (Avvocato, docente universitario ma soprattutto volontario del soccorso) e del suo collega Manuel Cinquarla (criminologo), sono riuscito a mettere in piedi una serata a tema sull’argomento.
Con ben 72 persone iscritte all’evento (oltre ai “miei” volontari di Angera, hanno presenziato i colleghi ANPAS di Malnate, Besano, Cunardo, Travedona, Rho, Carnago, Buscate e gli amici della Croce Rossa comitato Medio Verbano) abbiamo avuto il piacere di avere alla serata la Dr.ssa Sabina Campi (direttrice della AAT 118 Varese) e la Dr.ssa Marianna Dara (medico AREU) che sono passate per un saluto ma alla fine hanno partecipato a tutta la lezione con vivo interesse e curiosità.
Durante la serata abbiamo imparato come approcciare alla scena del crimine e come non “pasticciare” per inquinare le prove che le forze dell’ordine dovranno poi utilizzare per individuare i colpevoli. Abbiamo avuto inoltre modo di visionare con i nostri occhi qualche strumento utilizzato per le indagini. Una serata molto interessante e che sicuramente in futuro cercheremo di replicare!
Un grazie anche al mio Presidente CVA Cav. Gianluigi Conterio per avermi permesso di organizzare questo evento!
Giornata nazionale per sensibilizzare alla defibrillazione precoce con prove pratiche dimostrative nelle strade e nelle piazze italiane; a tal fine è importante lavorare sulla cultura della defibrillazione precoce, partendo dall’esperienza di volontarie e volontari e dal radicamento territoriale delle pubbliche assistenze.
Questa iniziativa nasce dalla collaborazione di ANPAS, con l’Associazione Progetto VITA-ODV e con IRC Comunità-APS con le quali lo scorso 28 febbraio è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il progetto FACILEDAE.
Le Associazioni organizzeranno sul proprio territorio uno o più punti informativi rivolti alla cittadinanza, con manichini e DAE trainer per dimostrazioni pratiche e simulazioni.
Niente roba da ER, niente scene da film: due cerotti, un pulsante da schiacciare e il torace della persona che si muove leggermente per la scossa che, si spera, riesca a far ripartire il cuore.
Uno di mezzi del Corpo Volontari Ambulanza è una vecchia Citroen DS “Squalo”.
Immatricolato per la precisione il 23/03/1975 dopo essere stata allestita da Currus in Francia e ovviamente dopo tanti interventi e salvato delle vite adesso si gode la sua meritata pensione gironzolando in raduni e rappresentanze come mezzo storico.
Al CVA è arrivata il 10/12/1986, acquista dal JRC di Ispra e reimmatricolata dopo aver subito un adeguamento dalla carrozzeria Saves per essere conforme alle leggi italiane.
Il design dell’auto ha qualcosa di italiano essendo stata concepita dal varesino Flaminio Bertoni, uno dei più grandi designer automobilistici. Con il suo motore 4 cilindri da 1985cm3 erogava 108cv e 147Nm che le permettevano di raggiungere i 170km/h grazie al cambio a 4 marce che era posizionato sul volante.
Una delle caratteristiche della vettura era il sistema idraulico che era comune a freno, frizione, sterzo e sospensioni.
Proprio il reparto sospensioni era uno dei suoi punti forti: ognuna era costituito da una sfera divisa orizzontalmente da una membrana: nella parte superiore vi era azoto, in quella inferiore olio LHM (un olio minerale secondo specifica PSA-B-712710 caratterizzato da potere anticorrosivo, resistenza ad alte temperature, elevata indice di viscosità e bassissimo punto di scorrimento). Caricando la vettura (attrezzature, paziente e 2 soccorritori) o in caso di fondo stradale sconnesso (come molte strade..) l’olio comprime l’azoto ma essendo questo totalmente incomprimibile, all’aumentare delle sollecitazioni si ha un irrigidimento delle sospensioni a vantaggio dell’azione ammortizzante.
Ci pensava poi il circuito idraulico mediante una pompa a pistoni ad autolivellare la vettura.
Anche il reparto freni era affidato al sistema idraulico grazie a un circuito sempre in pressione: al contrario del servofreno (che lavora a depressione, alleggerendo la forza da esercitare sul pedale per la frenata) sullo Squalo, premendo il pedale, si apriva una valvola che mandava olio in pressione alle pinze pertanto il pedale aveva una corsa molto corta e le frenate erano non sempre di facile gestione se non abituati alla sua guida. Altro vantaggio era rappresentato dai dischi montati entrobordo all’uscita del differenziale permettendo così la riduzione delle masse non sospese (tradotto: la risposta della sospensione a parità di variazioni del manto stradale è più rapida a vantaggio della motricità e del comfort dovuto alle minori sollecitazioni al corpo vettura) e un minore momento di inerzia (tradotto: maggiore manovrabilità del veicolo). Questi vantaggi però avevano come rovescio della medaglia una manutenzione più onerosa (anche la sola ispezione doveva avvenire alzando la vettura su un ponte)
Con una potenza frenante così improvvisa, il veicolo poteva arrestarsi improvvisamente e spegnersi pertanto il cambio era dotato di un sistema di disinnesto delle marce che evitava il problema.
A livello di vano sanitario, nulla a che vedere con i moderni mezzi di soccorso: all’interno ospitava solamente la barella, una valigetta di primo soccorso, una bombola di ossigeno, una barella cucchiaio, una steccobenda… Allestimento molto povero ma all’epoca il soccorso era molto più spartano di quello che si effettua oggi. Inoltre il paziente, se troppo alto, correva il rischio di non poter essere caricato così come i soccorritori erano abbastanza sacrificati all’interno del vano sanitario.
Ovviamente non è più abilitata da AREU per le emergenze così come per l’ASST per effettuare servizi di trasporto sanitario. Ma oggi, quando viene esposta, attira sempre molte persone grazie alla sua forte personalità: spesso chiedono informazioni sul veicolo, la sua storia, il suo lavoro e rimangono stupite quando vedono gli interni, soprattutto se a fianco c’è qualche mezzo moderno. Soprattutto chiedono se veramente si soccorreva in quello spazio ridotto… Per i bambini invece è la macchina di Ghostbusters!
Alla fine non possiamo che dire grazie per tutto quello che hai fatto all’epoca. Buon compleanno, Squalo!
Come scritto qualche post fa, vediamo come funziona un turno di servizio in ambulanza destinata al servizio di Urgenza Emergenza.
Premessa: parlo ovviamente sempre per esperienza personale e per quanto riguarda la mia associazione quindi se qualche collega soccorritore trova delle discrepanze su quanto scrivo non me ne voglia…
Questo turno di servizio è svolto nel distaccamento di Sesto Calende dove AREU ha posizionato presso la nostra sede una ambulanza MSB (Mezzo di Soccorso Base) a 2 soccorritori e un MSA1 (Mezzo di Soccorso Avanzato di primo livello con a bordo tecnico e infermiere).
CONTROLLI INIZIALI
Il turno inizia con l’attivazione del mezzo perchè, essendo da convenzione AREU un mezzo H12, è disponibile solamente dalle 8:00 fino alle 20:00 (se non sforiamo con qualche uscita dell’ultimo secondo…). Per far questo, la procedura viene fatta mediante la radio ALGIZ in modo che in centrale il mezzo risulti in stato “in stazionamento” presso la sede.
Si procede poi al cambio equipaggio su Em.Ma.Web, il sistema informatico in cui vengono inviate e gestite le missioni di soccorso. Stessa cosa viene fatta sul cellulare di servizio sull’app INPRIMIS dove il capoequipaggio deve loggarsi (anche qui arrivano le missioni di soccorso e, sul posto, si registrano i dati e i parametri vitali del paziente per inviarli alla SOREU velocizzando le comunicazioni).
Passiamo ora al controllo del mezzo. La check list (così come il tabellone turni e altro) è su un’applicativo disponibile a tutti i volontari chiamato MAMBU. Si parte dal defibrillatore passando poi allo zaino RCP, bombole di ossigeno, presidi di immobilizzazione e quant’altro è presente nel mezzo (cosa deve esserci ovviamente è su un documento di AREU). Riusciremo a fare il controllo o ci attiveranno prima?
INIZIANO LE CHIAMATE…
Il suono inconfondibile di Em.Ma.Web si fa sentire… Confermiamo la ricezione della missione e vediamo di cosa si tratta. Codice giallo. Saliamo in ambulanza, indossiamo i presidi di autoprotezione e partiamo per la nostra destinazione. Arriviamo, valutiamo il paziente, chiamiamo la SOREU dei Laghi (la nostra centrale operativa da cui prendiamo direttive) per riferire quanto rilevato e ci indirizzano verso l’ospedale di Angera in codice giallo per il ricovero. Consegniamo il paziente dopo un leggera attesa dovuta all’alto numero di pazienti presenti (non si passa davanti solo perché siamo un’ambulanza), ripristiniamo il mezzo e ci prepariamo a rientrare. Appena lasciata Angera, ecco che la radio in ambulanza ci indirizza in una nuova destinazione in codice giallo a… VANZAGHELLO?!?!? Probabilmente la SOREU è talmente indaffarata con le chiamate in quella zona che non ha altri mezzi disponibili e utilizza noi. Accendiamo lampeggianti e sirene (che si usano solo per codici gialli e rossi) e partiamo. Anche qui valutazione, contatto con la SOREU e ricovero per competenza a Castellanza in codice verde dove anche qui il PS è affollato e rimaniamo in attesa.
CAMBIO AUTISTA E PAUSA PRANZO
Nel frattempo Filippo, l’autista del mattino che deve smontare alle 14:00, chiama il sostituto e facciamo un “cambio volante” in ospedale mentre attendiamo il nostro turno assieme ai colleghi della Croce Rossa. da adesso il nostro autista è Carlo.
Paziente consegnato alle cure mediche, torniamo in sede dove dovremmo chiudere le schede e finalmente pranzare (sono le 14:30…). L’esperienza ci induce a mettere qualcosa nello stomaco al volo prima che sia troppo tardi e infatti ecco che all’ultimo boccone… Drin Drin! Suona nuovamente Em.Ma.Web!
Missione confermata ma questa volta Em.Ma.Web ci informa che è un paziente COVID, quindi vestizione completa dentro la tuta il che vuol dire prepararsi alla sauna… ma questo è il nostro “lavoro” e, indipendentemente dal caldo infernale, ci vestiamo secondo le procedure AREU e andiamo dal nuovo paziente. Valutazione, chiamata alla SOREU e caricamento in ambulanza e partenza di codice giallo per l’ospedale. Qui ovviamente dobbiamo nuovamente attendere perché, per essere poi scaricato e preso in carico dal pronto soccorso, occorre passare da un percorso diverso (il così detto percorso “sporco” per chi è COVID positivo rispetto al percorso “pulito” per chi non è infetto, proprio per evitare di contagiare chi non lo è) e occorre comunque attendere l’esito di un tampone rapido prima dell’ingresso. Mentre siamo in attesa, suona il cellulare di servizio: è la SOREU che ci avvisa che, appena torniamo operativi, abbiamo un nuovo servizio in coda (codice verde) e di avvisare appena pronti per l’invio sul cellulare e sulla radio della nuova missione.
Finalmente scarichiamo il paziente, procedura di svestizione assieme al soccorritore (è il suo primo intervento COVID quindi lo aiuto nella procedura) mentre Carlo provvede alla sanificazione del mezzo. Tutto pronto, come da accordi avviso la SOREU che però ci comunica che il paziente non ha più bisogno del mezzo di soccorso. Meglio così, si vede che non era una reale urgenza. Nel frattempo la mia maglia è in questo stato e credo di aver perso almeno 1 kg…
Appena appena sudato dopo essere stato per quasi 2 ore nelle tuta anti covid…
Ripartiamo liberi e operativi per la sede di Sesto ma quando siamo quasi arrivati… Drin Drin! Suona la radio per un infortunio in casa, codice giallo. Stavolta abbiamo in supporto MSA1 (l’auto infermieristica) che è in sede a Sesto Calende. Accendiamo lampeggianti e sirena e ci dirigiamo sul luogo dell’evento arrivando per primi (solo perchè eravamo già “in transito” mentre MSA1 era da attivare)
Iniziamo a valutare il paziente e applichiamo il collare prima di proseguire con la rilevazione dei parametri vitali. Arriva a supporto MSA1 per una valutazione più approfondita. Finiamo di applicare tutti i presidi trauma del caso e, come da ordini della SOREU, partiamo per ospedalizzare all’ospedale di Circolo di Varese in codice giallo. Durante il trasporto teniamo monitorato il paziente mentre scambiamo 4 chiacchiere con lui per tranquillizzarlo. Arrivati in pronto soccorso, il paziente viene triagiato (cioè valutato per stabilire il grado di urgenza) e portato nell’opportuna sala per ricevere le cure necessarie. I presidi applicati restano sul paziente quindi devo compilare la modulistica necessaria per poterla poi recuperare.
TURNO (QUASI) FINITO…
Ore 18:50… Finalmente siamo in sede e posso chiudere le schede paziente ancora aperte mentre Carlo e Jennifer provvedono a ripristinare quanto utilizzato durante gli interventi.
Inizia l’ultima ora, quella più rischiosa perché se suona adesso significa “sforare” e finire il turno oltre le 20:00. Suonerà ancora? La fortuna ci assiste e scoccano le 20:00 senza ulteriori interventi.
Come accennavo all’inizio del post, questo è un mezzo H12 pertanto procedura inversa: log out dal INPRIMIS, via radio ALGIZ diamo lo stato del mezzo “non disponibile”, chiudiamo l’ambulanza a chiave e lasciamo scritte le consegne all’equipaggio che monterà in turno domani mattina. Ora non resta che andare a casa, togliersi la divisa, farsi una bella doccia e rilassarsi!
NOTA CONCLUSIVA: lo scopo di questo post è semplicemente cercare di coinvolgere le persone sul pensare seriamente di iniziare l’attività di volontariato ed entrare a far parte del CVA. Ci vediamo pertanto il 19 settembre o, in alternativa, il 24 settembre per la presentazione dei nuovi corsi per diventare soccorritori esecutori AREU o, se si preferisce, dei più semplici addetti al trasporto sanitario.
Oggi Angera e la sua dirimpettaia Arona pullulavano di gente non solo perchè l’estate richiama sul lago molti turisti ma perchè oggi c’era l’ “Arona Air Show” dove, come ultima parte, si è esibita la Pattuglia Acrobatica Nazionale o se preferite, le Frecce Tricolore.
Non mi perdo a descriverle, fin troppe pagine parlano di chi sono e dei loro spettacoli oppure sul loro MB.339A/PAN (altro gioiello italiano). Mi soffermo invece su quello che é il “dietro le quinte” dell’evento ovvero la gestione del soccorso sanitario.
Quante forze in gioco per il loro show sulla sponda lombarda? 4 ambulanze (AN101, AN105, AN108 e AN109) e 4 squadre telo (2 soccorritori per squadra dislocati in punti strategici). In totale 20 soccorritori. Da notare che oggi andava comunque coperto il servizio 118 su Angera e su Sesto Calende (perchè indipendentemente dalla PAN, malori e incidenti si verificano lo stesso!) che vuol dire almeno altri 8 soccorritori impegnati a cui si aggiunge il ciclosoccorso a pattugliare il Ticino a Sesto Calende sulla ciclabile e sono altri 2 soccorritori… Impegnativo vero? In futuro vi spiegherò invece com’è un turno di servizio 118. Ma torniamo sulla manifestazione.
Foto dopo il briefing iniziale…
Alle 11:00 partiamo con un briefing iniziale dove vengono date le disposizioni generali, vengono distribuite le radio portatili e si fa l’ultimo check dei mezzi. Alle 11:45 si inizia a spostarsi sul lungolago. Prova radio per verificare le comunicazioni. Il tempo passa e piano piano il lago inizia a popolarsi
La giornata è calda, speriamo ovviamente che non ci sia bisogno di noi. Il tempo passa e alla radio sentiamo sono interventi minori (piccole ferite medicabili sul posto, qualche puntura di insetto). Stessa sorte a noi, qualche persona si presenta spontaneamente per puntura di vespa o per farsi provare la pressione.
Ogni tanto qualcuno passa inoltre a chiederci info sugli orari, qualcuno chiede se possiamo scattargli una foto ricordo per non farsi il selfie.
Sono finalmente le 16:00, è il loro momento. Questo per noi è la fase più pericolosa perchè, al passaggio delle frecce, c’è molto rumore e si rischia di non sentire le comunicazioni radio a cui si aggiunge anche la saturazione delle celle telefoniche (vuoi non caricare la diretta facebook/instagram?)… Le Frecce Tricolori fanno il loro (bellissimo) show e le immortaliamo in questo scatto assieme alla AN109.
Sul più bello dello spettacolo ecco però che arriva il malore per il caldo… Prendiamo di corsa il borsone, l’ossigeno e il defibrillatore e ci precipitiamo dal paziente. Rapida valutazione e poi lo carichiamo in ambulanza, parametriamo il paziente e cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro. Alla fine restando sdraiato e al fresco si riprende e decide di non essere ricoverato.
Show terminato, inizia la seconda fase critica ovvero la gente che piano piano defluisce da Angera per tornare verso casa. Anche qui qualche intoppo viabilistico che ci costringe a una mezz’ora extra di assistenza per essere certi che non vi siano problemi sanitari. Nel frattempo 2 associazioni angeresi ci offrono una fetta d’anguria e dei mirtilli che sono stati molto graditi da tutti gli equipaggi.
Finalmente alle 18:45 viene dato il via libera e dopo un veloce debriefing torniamo in sede a riportare il materiale e i mezzi ma, prima di tornare a casa, ci concediamo una pizza di gruppo tutti insieme. Perché fare i volontari non vuol dire solo essere in servizio a bordo di un’ambulanza ma essere anche un gruppo di amici con il quale condividere il proprio tempo divertendosi!
Dimenticavo: il primo “like” instagram all’unica foto dell’ambulanza con dietro le frecce è stato di “Pony4” ovvero il Capitano Oscar Del Dò (piccole soddisfazioni di un fotografo dilettante 😂)
Giornata nazionale per sensibilizzare alla defibrillazione precoce con prove pratiche dimostrative nelle strade e nelle piazze italiane; a tal fine è importante lavorare sulla cultura della defibrillazione precoce, partendo dall’esperienza di volontarie e volontari e dal radicamento territoriale delle pubbliche assistenze.
Questa iniziativa nasce dalla collaborazione di ANPAS, con l’Associazione Progetto VITA-ODV e con IRC Comunità-APS con le quali lo scorso 28 febbraio è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il progetto FACILEDAE.
Le Associazioni organizzeranno sul proprio territorio uno o più punti informativi rivolti alla cittadinanza, con manichini e DAE trainer per dimostrazioni pratiche e simulazioni.
Niente roba da ER, niente scene da film: due cerotti, un pulsante da schiacciare e il torace della persona che si muove leggermente per la scossa che, si spera, riesca a far ripartire il cuore.
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