BUON COMPLEANNO, SQUALO

Uno di mezzi del Corpo Volontari Ambulanza è una vecchia Citroen DS “Squalo”.

Immatricolato per la precisione il 23/03/1975 dopo essere stata allestita da Currus in Francia e ovviamente dopo tanti interventi e salvato delle vite adesso si gode la sua meritata pensione gironzolando in raduni e rappresentanze come mezzo storico.

Al CVA è arrivata il 10/12/1986, acquista dal JRC di Ispra e reimmatricolata dopo aver subito un adeguamento dalla carrozzeria Saves per essere conforme alle leggi italiane.

Il design dell’auto ha qualcosa di italiano essendo stata concepita dal varesino Flaminio Bertoni, uno dei più grandi designer automobilistici. Con il suo motore 4 cilindri da 1985cm3 erogava 108cv e 147Nm che le permettevano di raggiungere i 170km/h grazie al cambio a 4 marce che era posizionato sul volante.

Una delle caratteristiche della vettura era il sistema idraulico che era comune a freno, frizione, sterzo e sospensioni.

Proprio il reparto sospensioni era uno dei suoi punti forti: ognuna era costituito da una sfera divisa orizzontalmente da una membrana: nella parte superiore vi era azoto, in quella inferiore olio LHM (un olio minerale secondo specifica PSA-B-712710 caratterizzato da potere anticorrosivo, resistenza ad alte temperature, elevata indice di viscosità e bassissimo punto di scorrimento). Caricando la vettura (attrezzature, paziente e 2 soccorritori) o in caso di fondo stradale sconnesso (come molte strade..) l’olio comprime l’azoto ma essendo questo totalmente incomprimibile, all’aumentare delle sollecitazioni si ha un irrigidimento delle sospensioni a vantaggio dell’azione ammortizzante.

Ci pensava poi il circuito idraulico mediante una pompa a pistoni ad autolivellare la vettura.

Anche il reparto freni era affidato al sistema idraulico grazie a un circuito sempre in pressione: al contrario del servofreno (che lavora a depressione, alleggerendo la forza da esercitare sul pedale per la frenata) sullo Squalo, premendo il pedale, si apriva una valvola che mandava olio in pressione alle pinze pertanto il pedale aveva una corsa molto corta e le frenate erano non sempre di facile gestione se non abituati alla sua guida.
Altro vantaggio era rappresentato dai dischi montati entrobordo all’uscita del differenziale permettendo così la riduzione delle masse non sospese (tradotto: la risposta della sospensione a parità di variazioni del manto stradale è più rapida a vantaggio della motricità e del comfort dovuto alle minori sollecitazioni al corpo vettura) e un minore momento di inerzia (tradotto: maggiore manovrabilità del veicolo). Questi vantaggi però avevano come rovescio della medaglia una manutenzione più onerosa (anche la sola ispezione doveva avvenire alzando la vettura su un ponte)

Con una potenza frenante così improvvisa, il veicolo poteva arrestarsi improvvisamente e spegnersi pertanto il cambio era dotato di un sistema di disinnesto delle marce che evitava il problema.

A livello di vano sanitario, nulla a che vedere con i moderni mezzi di soccorso: all’interno ospitava solamente la barella, una valigetta di primo soccorso, una bombola di ossigeno, una barella cucchiaio, una steccobenda… Allestimento molto povero ma all’epoca il soccorso era molto più spartano di quello che si effettua oggi. Inoltre il paziente, se troppo alto, correva il rischio di non poter essere caricato così come i soccorritori erano abbastanza sacrificati all’interno del vano sanitario.

Ovviamente non è più abilitata da AREU per le emergenze così come per l’ASST per effettuare servizi di trasporto sanitario.
Ma oggi, quando viene esposta, attira sempre molte persone grazie alla sua forte personalità: spesso chiedono informazioni sul veicolo, la sua storia, il suo lavoro e rimangono stupite quando vedono gli interni, soprattutto se a fianco c’è qualche mezzo moderno. Soprattutto chiedono se veramente si soccorreva in quello spazio ridotto…
Per i bambini invece è la macchina di Ghostbusters!

Alla fine non possiamo che dire grazie per tutto quello che hai fatto all’epoca. Buon compleanno, Squalo!

COME FUNZIONA UNA MISSIONE DI SOCCORSO

Questo post lo avevo scritto durante la pandemia sul sito www.cva-angera.it ma voglio riproporlo anche sulla mia pagina come informazione per tutti

In questo periodo in cui spesso leggiamo sui social attacchi verso medici, infermieri e operatori sanitari (tra cui anche noi) ci sembra doveroso spiegare come funziona realmente il sistema di emergenza “lato ambulanza” da quando prendiamo in carico la chiamata a quando rientriamo in sede.

La richiesta di soccorso viene inoltrata dalla SOREU dei Laghi (Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza dei Laghi che gestisce il soccorso sanitario delle provincie di Varese, Como e Lecco) tramite un sistema computerizzato chiamato EmmaWeb (acronimo di Emergency Management Web).

Da quando il PC inizia a suonare l’equipaggio ha 30 secondi per accettare la missione (in caso contrario scatta un allarme in SOREU per le opportune verifiche del perché non si è risposto alla chiamata) e nei successivi 2 minuti l’ambulanza deve partire dando l’apposito cambio di stato attraverso un tablet/radio posizionato a bordo del veicolo.

Se sullo schermo del PC è comparsa un’icona particolare (e in questo periodo accade molto spesso per non dire sempre) occorre procedere alla vestizione completa.

La procedura di vestizione consiste nel sanificare le mani, indossare la tuta, indossare più strati di guanti , i calzari, chiudere la tuta con nastro adesivo, indossare la mascherina FFP2 e gli occhiali o la visiera protettiva. Il tutto mentre il veicolo è in movimento verso la destinazione. Il tutto sempre secondo procedure scritte da AREU.

L’utilizzo di lampeggianti e sirene è regolamentato dall’articolo 177 del codice della strada e dal codice di invio della SOREU (solo codice giallo o codice rosso). La sirena bitonale inoltre emette un suono con precise caratteristiche e con una precisa pressione acustica regolamentate dal Decreto Ministeriale 17 ottobre 1980.

Arrivati sul luogo dell’evento viene comunicato lo stato “sul posto” tramite la radio/tablet, l’equipaggio (che nel frattempo ha concluso la procedura di vestizione) raggiunge il paziente e tramite una apposita applicazione presente nel cellulare di servizio chiamata INPRIMIS si indica alla centrale che il paziente è preso in carico dai soccorritori.

Effettua una valutazione del paziente secondo lo schema ABCDE (Airways, Breathing, Circulation, Disability, Exposure) i dati rilevati vengono scritti sempre nell’app per inviarli alla SOREU. Finita la valutazione si contattata la centrale per aggiungere ulteriori particolari rilevanti dell’evento e ricevere istruzioni.

Ora è possibile procedere allo spostamento del paziente verso l’ambulanza per raggiungere l’ospedale assegnato dalla centrale.

Caricato il paziente, tramite la radio/tablet viene dato lo stato “diretto in ospedale”. Anche in questo caso l’uso della sirena è dettato dal codice di gravità deciso esclusivamente dalla centrale operativa.

Arrivati in ospedale (stato “in ospedale” sulla radio/tablet) il paziente viene affidato al personale medico di PS. A questo punto partono due ulteriori procedure: quella di svestizione dell’equipaggio dai presidi di protezione contaminati (dove bisogna prestare la massima attenzione per non contaminarsi nel rimuovere quanto si indossa) e la procedura di pulizia e sanificazione dell’ambulanza. Quest’ultima operazione viene eseguita dall’equipaggio dell’ambulanza utilizzando soluzione alcoolica almeno al 75% o in alternativa con cloro al 3% su tutte le superfici del mezzo e su tutti i presidi utilizzati. Lo stato radio/tablet diventa “liberi in ospedale”

Finita la sanificazione del vano sanitario sul tablet viene dato lo stato di “rientro in sede” e l’ambulanza può così partire per ritornare in sede (senza lampeggianti e sirene accese) già operativa per un nuovo intervento.

Arrivati in sede (stato libero in sede) l’equipaggio conclude la missione ripristinando il materiale utilizzato durante la missione e compilando tutta la modulistica cartacea o elettronica richiesta dalle procedure AREU. Durante tutta la missione, ogni stato del veicolo è stato registrato dalla SOREU con l’orario per permettere il completo tracciamento della missione.

Non esistono quindi sirene con volume regolabile, ambulanze che vagano vuote con lampeggianti e sirena per creare panico, ambulanze vuote in fila al pronto soccorso in attesa di sanificazione, centri di sanificazione o altro. Esistono solo persone che stanno combattendo assieme a tutto il personale sanitario una battaglia contro un virus che è reale e che ci porta a vedere e toccare con mano tutti i giorni questa triste realtà che spesso si fatica a voler accettare.