BOINC: VOLONTARIATO GRAZIE AL PROPRIO PC O SMARTPHONE

Il tuo PC quanto realmente viene struttao? Quanti tempi morti ci sono durante la sua giornata lavorativa in cui rimane fermo a non fare nulla? E il tuo Smartphone? E se questi tempi morti delle macchine venissero utilizzati per realizzare qualcosa di utile?

Potresti pensare ad esempio di mettere a disposizione i tuoi device per il calcolo distribuito. L’università californiana di Berkeley ha messo in piedi il progetto BOINC, acronimo di Berkeley Open Infrastructure for Network Computing, che consiste nello scaricare un piccolo programma client e donare ai tanti progetti di ricerca scientifica (di cui voi decidete ai quale partecipare) la potenza di calcolo a vostra disposizione.

Il giochetto è molto semplice: da un server provengono i pacchetti dati da elaborare e le istruzioni di elaborazione, il vostro PC o Smartphone elaborerà tali dati e al termine ricaricherà al server i dati elaborati con il report di elaborazione.

What is BOINC, and how do they use my computer? - Quora

Il vantaggio di aver creato un sistema di calcolo distribuito è presto detto: è più efficiente ottenere il livello prestazionale desiderato usando un cluster di diversi computer di fascia bassa, in confronto con un sistema non distribuito e non ci sono single point of failure (parte del sistema, hardware o software, il cui malfunzionamento può portare ad anomalie o addirittura alla cessazione del servizio da parte del sistema). Inoltre, un sistema distribuito può essere più facile da espandere e dirigere a confronto di un sistema uniprocessore monolitico.

Tramite BOINC potrete iscrivervi a un progetto oppure, utilizzando Science United potrete avere una consolle di controllo dei progetti su tutti i device in cui avete installato il BOINC.

Infine, il programma potrà diventare anche un simpatico e colorato screensaver per PC che mostrerà le vostre elaborazioni.

Qui sotto riporto l’elenco dei progetti aggiornato ad oggi. Io contribuisco dal lontano 2002, quando assieme ad alcuni compagni di studio in università avevamo iniziato ad aderire al progetto World Community Grid, voi a quale progetto aderirete? Scrivetemelo nei commenti e ditemi cosa ne pensate

PROGETTOCATEGORIAPIATTAFORME SUPPORTATE
Amicable NumbersMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
BOINC@TACCApplicazioni multiple
Climateprediction.netScienze della Terra
Collatz ConjectureMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
Cosmology@HomeFisica
Einstein@homeFisica
Gerasim@HomeMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
GPUGrid.netBiologia e medicina
iThenaMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
LHC@homeFisica
Milkyway@homeFisica
Minecraft@HomeMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
MLC@HomeScienze cognitive e intelligenza artificiale
Moo! WrapperMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
nanoHUB@HomeFisica
NFS@homeMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
NumberFields@homeMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
ODLKMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
ODLK1Matematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
PrimeGridMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
QuChemPedIA@homeFisica
Radioactive@HomeRilevamento distribuito
RakeSearchMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
Ramanujan MachineMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
RNA WorldBiologia e medicina
Rosetta@homeBiologia e medicina
SIDock@homeBiologia e medicina
SRBaseMatematica, calcolo computazionale e teoria dei giochi
Universe@HomeFisica
World Community GridApplicazioni multiple
Yoyo@homeApplicazioni multiple

DEFIBRILLATION DAY

Giornata nazionale per sensibilizzare alla defibrillazione precoce con prove pratiche dimostrative nelle strade e nelle piazze italiane; a tal fine è importante lavorare sulla cultura della defibrillazione precoce, partendo dall’esperienza di volontarie e volontari e dal radicamento territoriale delle pubbliche assistenze.

Questa iniziativa nasce dalla collaborazione di ANPAS, con l’Associazione Progetto VITA-ODV e con IRC Comunità-APS con le quali lo scorso 28 febbraio è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il progetto FACILEDAE.

Le Associazioni organizzeranno sul proprio territorio uno o più punti informativi rivolti alla cittadinanza, con manichini e DAE trainer per dimostrazioni pratiche e simulazioni.

Niente roba da ER, niente scene da film: due cerotti, un pulsante da schiacciare e il torace della persona che si muove leggermente per la scossa che, si spera, riesca a far ripartire il cuore.

Philips Heartstart HS1 | Defibrillatoreshop.it

POLLICE VERDE IN UFFICIO…

L’ufficio è un po’ una seconda casa: passiamo non meno di 8 ore al giorno sul posto di lavoro e, secondo il mio modesto parere, deve essere un posto confortevole e vivibile.

L’azienda dove lavoro in questo momento ha appena rifatto gli uffici che sono veramente comodi e confortevoli ma sulla mia scrivania mi sono reso conto che mancava qualcosa…

Una vecchia lampadina, un supporto stampato 3D, una foglia di pothos… e la scrivania è abbellita e personalizzata.

EDIT: la piantina cresce a vista d’occhio, tra poco o la metto nel terreno o mi sa che inizia a invadere la scrivania

IO SONO DALLA PARTE DEL VIGILE DEL FUOCO

Leggendo un articolo su una rivista del settore scopro della condanna di un Vigile del fuoco a seguito di un incidente stradale. Riassumendo i fatti, l’autista a bordo di una APS durante un servizio di emergenza (quindi con lampeggianti e sirene accese) ha invaso la corsia di sinistra di una strada urbana, per evitare dei veicoli fermi sulla corsia di marcia dove era presente un semaforo rosso. Un pedone ha attraversato le strisce pedonali proprio mentre il mezzo stava arrivando, restando però nascosto fino all’ultimo momento da un autobus fermo in sosta, che stava facendo scendere i passeggeri. L’impatto è stato inevitabile.

Parte l’iter giudiziario e in primo grado l’autista del mezzo di soccorso è dichiarato innocente in quanto non c’è reato, escludendo i profili di colpa specifica e generica.

L’autopompa, dai rilievi effettuati dalle forze dell’ordine, stava rispettando i limiti; l’autista ha fatto affidamento sul rispetto da parte dei veicoli fermi di lasciargli la dovuta precedenza, cosa che invece non ha fatto il pedone. Secondo quanto elaborato, nemmeno alla velocità di 20 km/h sarebbe stato possibile evitare l’impatto…

La Procura e le parti civili vanno in appello al tribunale superiore di Bologna, dove il giudizio si ribalta: il conducente del mezzo di soccorso, anche laddove impegnato in un servizio di emergenza, non può creare situazioni di pericolo e deve tenere conto di particolari situazioni createsi durante la circolazione, siano esse di traffico o generate per altri motivi.

Nel caso di specie la corte d’Appello ha ribaltato il giudizio perché, proprio in considerazione della scarsa visuale (ostruita sia ai VVF che al pedone a causa dell’autobus fermo), prima di immettersi sull’incrocio e di passare sulle strisce pedonali, l’autista avrebbe dovuto verificare l’assenza di pedoni (che avevano semaforo verde). Secondo la corte i pedoni potrebbero non aver percepito il transito dei mezzi di soccorso. Inoltre l’autista avrebbe dovuto prevedere la presenza di potenziali pedoni, essendo un giorno feriale, alle ore 13, ed essendo in sosta proprio un autobus in quel momento.

Va specificato che il pedone aveva le cuffie… quindi perchè la colpa è solo dell’autista?

Fin da piccolo mi hanno insegnato che prima di attraversare la strada bisogna guardare sempre a destra e sinistra per evitare pericoli. Giudo veicoli di soccorso sanitario dal lontano 2001 e credo di poter affermare con che l’utente medio della strada non sa cosa fare all’arrivo di un veicolo di soccorso: c’è chi inchioda all’improvviso, chi si ferma immediatamente prima se non in mezza a una curva, chi sorpassa il veicolo che lo precede (che ha rallentato perchè si è accorto di noi…) ma la maggior parte non ci sente e non ci vede arrivare! Posso ragionevolmente prevedere molte cose mentre guido in emergenza ma non ho la sfera magica per vedere il futuro.

La legge è legge, non si discute. Le sentenze vanno rispettate. Ma prima di questa sentenza mi sarei fatto un giro con i VVF a vedere cosa vuol dire arrivare sul luogo del soccorso affrontando il traffico e tutti gli indisciplinati utenti della strada…

Vi lascio con questo video trovato in rete

A 00:26 il motorino sorpassa il camion in sirena…. a 00:39 il furgone non da strada ai VVF (nemmeno la freccia per indicare che li ha visti)… a 00:44 il veicolo che arriva di fronte sorpassa fregandosene dell’arrivo di un mezzo di soccorso in azione, a 2:37 la Lancia Y Blu non da strada ai VVF….

WORLD PASSWORD DAY

Oggi è il world password day, giornata nata nel 2013 da Intel per sensibilizzare le persone sull’importanza delle password.

La password è infatti la “chiave informatica” che serve ad aprire la “serratura” di un sistema. Dato lo scopo per il quale è utilizzata, la password dovrebbe rimanere segreta a coloro i quali non sono autorizzati ad accedere alla risorsa in questione (non penso che diciate a tutti dove tenete la chiave di ingresso di casa).

Dovendo proteggere dei dati dall’altra parte ci sarà qualcuno che cercherà di rubarla o di forzarla per accedere illecitamente a questi dati. Si parla perciò di password cracking il cui metodo per eccellenza è quello di generare un attacco brute force ( tentare tutte le possibili combinazioni di caratteri, e di confrontarle con un hash crittografico della password).

Risulta pertanto ovvio che il tempo per craccare una password dipende dalla complessità della password stessa… basta vedere l’immagine seguente!

Tempo necessario per forzare la password in funzione della lunghezza e complessità

Appare chiaro che la password “123456” (ancora oggi usata da 23 milioni di persone secondo un’ultima stima) o un’altri classici, rappresentati da “password” o da “qwerty” siano facilmente forzabili.

L’ideale quindi è utilizzare in una password robusta contenente

  • non meno di 9 caratteri
  • almeno una lettera maiuscola
  • almeno una lettera minuscola
  • almeno un carattere speciale

Sconsigliato inoltre l’utilizzo della stessa password su più account: se dovessero forzare la password su un account automaticamente finirebbe in un database illegale e di conseguenza anche tutti gli altri account a cui siete iscritti saranno passibili di violazione!

Anche il cambio password periodico non sarebbe male…. e ancora di più se non conservate le password su un post-it attaccato alla schermo ben visibile da chiunque passi (che sia un collega o un visitatore).

Ancora maggiore attenzione deve essere prestata a password su siti o servizi con validità legale (firma digitale, SPID,…) perchè quella è la chiave di accesso alla vostra identità digitale e qualcuno potrebbe spacciarsi per voi di con validità legale!

Per verificare se le vostre password sono a rischio potete iniziare da https://haveibeenpwned.com/ per verificare se il vostro account è stato compromesso e quindi adottare le opportune contromisure!

A proposito… guardate questa foto: la foto mostra il dipendente dell’Agenzia per la gestione delle emergenze delle Hawaii in piedi accanto alla sua scrivania. Ma dietro si nota un post-it attaccato alla parte inferiore dello schermo del computer. Scarabocchiato c’era la password….ops! Buon password day a tutti!

IMOLA 1994

Era il 1994, la pista era Imola… un weekend nero.

Partiamo dal venerdì: il round mondiale subito partì col piede sbagliato. Durante le prime libere, a causa del cedimento di una sospensione, Rubens Barrichello decollò oltre il cordolo a bordo pista schiantandosi contro le reti di protezione per poi cappottarsi più volte nella via di fuga. Rimasto svenuto nell’abitacolo e prontamente soccorso, fu portarono in ospedale dove riscontrarono fortunatamente alcune fratture, qualche ferita e una leggera amnesia.

Il giorno successivo, sempre durante le qualifiche, un cedimento all’ala anteriore della vettura di Ratzemberger rese la vettura ingovernabile dove impattò contro il muro alla curva Villeneuve (la velocità che si raggiungeva in quel punto con le monoposto dell’epoca era di circa 300km/h) All’arrivo del personale di soccorso purtroppo non ci fu nulla da fare: il grave trauma cranico dovuto all’impatto e alla violenta decelerazione non lasciò scampo a Ratzenberger.

Le disgrazie però non finirono qui. La domenica allo scattare del semaforo verde, Lehto ebbe un problema e la vettura restò ferma sulla griglia di partenza. Quasi tutti i piloti alle sue spalle riuscirono ad evitarla tranne Lamy che la vide all’ultimo istante e la tamponò violentemente con i detriti delle vetture proiettati anche verso le tribune causando 9 feriti gravi tra gli spettatori mentre i piloti fortunatamente rimasero illesi mentre entrava la safety car in pista per permettere la rimozione dei detriti e delle vetture.

La gara ripartì e al 7°giro, mentre Senna conduceva la gara, alla curva del Tamburello a una velocità superiore ai 300km/h il piantone dello sterzo cedette alle sollecitazioni e la vettura divenne ingovernabile e nonostante il disperato tentativo di frenata, la vettura impattò quasi frontalmente contro il muretto di protezione. Oltre alla violentissima decelerazione, Senna fu colpito alla testa dalla gomma e parte del braccetto della sospensione penetrò nel casco. Nonostante il pronto intervento e l’atterraggio dell’elicottero direttamente sulla pista, Senna morì poche ore dopo all’ospedale di Bologna

A pochi giri dalla fine si verificò l’ultimo brutto incidente, stavolta in pit-lane: i meccanici non fissarono bene una gomma sulla vettura di Alboreto che, appena ripartito dal pit stop, la perse e schizzò rapidamente verso i meccanici delle altre squadre, ferendone cinque e causando l’intervento di ambulanze nella corsia box.

DENTRO AL WEEK-END DI IMOLA 1994: UN'ESCALATION DI PAURA - Yellow Flag Talks

Quel fine settimana imolese resta uno degli eventi più neri nella storia dello sport, ma è almeno servito come spartiacque: da lì in avanti l’attenzione all’incolumità dei piloti è stata sempre più in primo piano. Per oltre 20 anni non si registrarono nuovi incidenti mortali in F1, fino a quello di Jules Bianchi nel GP del Giappone 2014, causato più dall’inettitudine dei commissari che dalla sicurezza delle monoposto.

In molti circuiti vennero modificati punti ritenuti pericolosi. A cambiare layout fu in primis il circuito del Santerno che applicò due varianti al posto delle vecchie curve Tamburello e Villeneuve e modificò anche le Acque Minerali e la Variante Bassa. Da allora il tracciato romagnolo è senz’altro meno veloce e forse un po’ meno spettacolare, ma molto più sicuro e tecnico.

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

Undici operai che consumano il pranzo seduti su una trave sospesa a 250 metri d’altezza… Era il 1932 quando questa foto chiamata “Lunch atop a skyscraper” fu stampata sulle pagine del supplemento domenicale del New York Herald Tribune. La foto è stata fatta sulle impalcature del Rockefeller Center di New York. La foto aveva soprattutto una funzione di marketing: mostrare al mondo l’imperiosa costruzione del Rockefeller Center, che ancora oggi è uno dei luoghi simbolo di New York. Per questo erano presenti diversi fotografi, in un “evento” organizzato. Gli operai però sono veri e anche l’altezza lo è: la trave d’acciaio che fa da panchina di fortuna è sospesa al 69esimo piano… Un’immagine simbolo anche delle condizioni di lavoro dell’epoca.

Oggi la tecnologia, le leggi e la conoscenza dovrebbero portarci a lavorare in ambienti più sicuri e ridurre notevolmente gli incidenti sul lavoro ma nel 2021, le denunce presentate all’INAIL sono state ben 555236 e rispetto al 2020 sono 896 in più (occorre considerare che la pandemia ha falsato ancora i dati perché alcune attività erano a regime ridotto se non sospeso). Un aumento viene riscontrato negli incidenti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro a 80389 con un incremento del 29% (fate attenzione quando guidate, io per primo la mattina non so se mi trovo su una strada o su un circuito…)

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel 2021 sono state 1221 ovvero 49 in meno rispetto alle 1270 registrate nel 2020 ma anche qui i dati sono falsati dalla pandemia. Resta comunque un dato che fa riflettere: la media è superiore a 3 morti al giorno sul lavoro…

Tragedia sul lavoro a Milano, crolla il ponteggio nel condominio: operaio  precipita e muore - Necrologie La Repubblica

MIGRAZIONE DELLE MACCHINE VIRTUALI

Qualcuno disse “l’appetito vien mangiando…” e questa affermazione direi che non è limitata solo in ambito culinario.

L’evoluzione tecnologica, la necessità di dover affrontare un nuovo progetto di lavoro e la voglia di imparare mi hanno spinto a “piallare” il server e a rifarlo da zero…

Attualmente il Server è configurato come Microsoft Windows Server 2019 con installato Hyper-V dove ho virtualizzato una macchina Linux (che ospita questo sito). Lo scopo è spostare tutto su un sistema completamente virtualizzato per avere maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse.

COS’E’ ESXi

ESXi è un Hypervisor di tipo 1 ovvero un virtualizzatore che prende il controllo di tutta la macchina fisica su cui far girare successivamente le macchine virtuali. Assegnando le risorse secondo parametri fissati dall’utente si riducendo lo spreco di risorse, si ha una maggiore flessibilità nell’assegnazione delle stesse e soprattutto non risente del fatto che una macchina virtuale, per funzionare, deve essere all’interno di un’atro sistema operativo come avviene per esempio in Hyper-V.

BACKUP DEI DATI

Iniziamo dalla cosa più semplice: il backup dei dati. In questo momento i dati sono tutti posizionati in un hard disk separato da quello del sistema operativo pertanto non ci sono problemi particolari.

Il problema nasce nella migrazione dei contenuti della macchina virtuale LAMP da MS Hyper-V a Vmware ESXi. Potrei semplicemente fare un’immagine del sito, installare da zero una nuova macchina e poi importare il sito ma poiché sulla macchina Ubuntu non ho solo il sito così come sulla parte cloud non sono il solo ad avere dati, ho deciso di migrarla completamente. Un aiuto è arrivato dal software per la conversione di macchine virtuali StarWind V2V Converter che consente di trasformare il contenuto della macchina da un formato all’altro.

Per far ciò ho installato Vmware ESXi 6.0 su un disco pulito sul vecchio “cubetto” (un microserver HP Proliant ML40) seguendo le indicazioni del programma di installazione e andando a fornire un indirizzo IP statico in modo da raggiungerlo senza problemi.

Server HPE ML10v2
Il “cubetto” HPE Proliant ML40

StarWind 2V2 ha fatto il suo sporco lavoro: è bastato dirgli dov’era il materiale originale e dove spedire il nuovo materiale: nel giro di 3 ore ha convertito la macchina Hyper-V in una macchina Vmware funzionante al 100%.

Windows invece ho deciso di installarlo da zero ma prima occorre “girare” gli hard disk sulle macchine fisiche

CREAZIONE DI UNA NUOVA MACCHINA VIRTUALE

Accedendo via browser alla console remota di ESXi la prima cosa da fare è caricare la ISO di windows nel datastore. Per comodità ho creato una cartella ISO dove andare a caricare tutte le immagini dei sistemi operativi con cui andare a giocare (Windows 2019, Ubuntu server 20.04, OpenMediaVault,…)

Completato il caricamento delle ISO si procede in questo modo:

  • Si crea una nuova macchina virtuale
  • Si assegna il tipo di sistema operativo che si vuole installare e la versione
  • Si assegna un nome alla macchina
  • Si assegnano le risorse virtuali per la macchina (processori, ram, hard disk,…)
  • Si imposta come unità CD l’immagine ISO da avviare.

A questo punto basta avviare la macchina virtuale e procedere a una classica installazione di Windows seguendo i passaggi standard.

ASSEGNAZIONE DI ULTERIORI HARD DISK VIRTUALI

Alla macchina Windows è stato assegnato un HD primario per il sistema operativo di 80GB, adesso serve un secondo HD virtuale per salvare i dati di lavoro.

Per far ciò basta andare nelle impostazioni della macchina virtuale e aggiungere un HD di dimensione desiderata.

Windows però non lo riconosce subito: occorre andare in pannello di controllo–> Strumenti di Windows–> Gestione Computer e gestire il nuovo HD attivandolo e formattandolo

Prossimamente proverò a scrivere un piccolo articolo sul sistema di backup server

ANGERA BRUCIA…

Stasera, mentre mi dirigevo in turno, ho notato una colonna di fumo alzarsi in zona Angera… Purtroppo era un incendio che si sta mangiando tutta la collina di San Quirico

Durante la serata siamo usciti per un intervento ordinario non legato a quanto stava succedendo, al rientro da Varese alle 22:00è lo spettacolo che si è presentato…

Fortunatamente al mattino l’intervento dei Canadair ha permesso di contribuire in maniera significativa a combattere gli incendi e a fermare la devastazione.

Ringrazio l’amico Andrea Camurani che, tra le molte foto che avrà ricevuto dai suoi contatti, ha deciso di utilizzare qualche mio semplice scatto (e ricordo che tutte le mie foto sono scattate con un cellulare Samsung Galaxy S20!) sull’articolo scritto per il Corriere della sera che potete trovare qui.

In tutto questo, con una montagna completamente bruciata, la nota positiva è che la piccola chiesetta che si trova in cima al monte è sana e salva!

Incendio San Quirico sabato
Questa foto è stata presa da Varesenews…

TORTA ALL’ARANCIA

Ultimamente le intolleranze alimentari diventano un po’ un problema e questa torta è fatta senza uova, senza latte, senza burro, senza farina, senza tort… no, quella c’è! (Rido sull’argomento ma le intolleranze sono un problema molto serio e per questo occorre fare molta attenzione in cucina alla contaminazione)

INGREDIENTI

  • 250g di farina di riso
  • 3 arance (succo)
  • 1 arancia (buccia)
  • 1 vasetto di yogurt di capra
  • 150g di miele millefiori
  • 1 bustina di cremor tartaro
  • 1/2 cucciaino di bicarbonato di sodio
  • 1/2 bicchierino di Grand Marnier

PREPARAZIONE

  • unire il succo d’arancia, la buccia dell’arancio, il miele e il grand marnier mescolando con una frusta per 5 minuti
  • aggiungere oera il vasetto di yogurt continuando a mischiare per almeno 3 minuti
  • aggiungere infine farina e lievito continuando a mischiare
  • Mettere il composto in una tortiera con carta forno
  • Infornare a 190°C per almeno 40 minuti

Nota1: qualora il composto dovesse rimanere molto liquido, aggiungere dica 20/25g di fecola di patate ed eventualmente ulteriori 50g di farina.

Nota2: se in cottura dovesse esserci qualche ulteriore problema di solidificazione aumentre il tempo di cottura di circa 10 minuti e inserite la funzione “ventilazione” del forno