NO ALLA GUERRA

“Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.” (Margherita Hack)

IL TIRAMIGIÙ

Dieta e dolci sono due parole che hanno in comune solo la D iniziale… Se poi aggiungiamo che in questo momento Jennifer ha anche qualche restrizione extra sugli alimenti come fare allora a mettere insieme un dolce scartando tutto quello che non è ammesso? Bene, ci siamo inventati il tiramigiù 😄

Lei lo ha interpretato in un modo, io in un altro… Strati alternati di biscotto savoiardo imbevuto nel caffè di cicoria (il caffè standard è al momento bandito) corretto al brandy e crema fatta con ricotta addolcita al miele…

Il risultato? Apprezzabile, migliorabile ma con una buona base di partenza!

112 DAY

Oggi 11/2 è la giornata europea del Numero Unico di Emergenza Europeo. Lo scopo della giornata è sensibilizzare la popolazione sull’importanza di questo numero e per farne il corretto uso.

Il NUE è stato raccomandato dal 1976, introdotto dal 1991 ma reso obbligatorio entro il 2008 da parte della Comunità Europea. In Italia è stato introdotto proprio qui a Varese dove, il 22 giugno 2012, è entrata in servizio la CUR (Centrale Unica di Risposta). Qui arrivano le chiamate di emergenza al numero 112 (ma anche ai vecchi 113/115/118), vengono processate e inoltrate alle centrali di emergenza di secondo livello specifiche (Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco o Emergenza Sanitaria).

Il modello pilota di Varese è attivo, ad oggi, nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio (distretti telefonici 06 e 0774), Liguria, Lombardia, Marche, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Val d’Aosta coprendo una popolazione complessiva di oltre 35 milioni di cittadini per una percentuale pari a circa il 59% della popolazione italiana totale.

Nelle Regioni in cui sono operative le CUR, il NUE è raggiungibile anche tramite l’App Where ARE U dedicata agli smartphones. L’App consente di effettuare una chiamata di emergenza con l’invio automatico all’operatore della CUR dei dati relativi alla localizzazione del chiamante ricavati dal sistema di posizionamento GPS del telefono. È inoltre possibile utilizzare l’App anche se non si è in condizione di parlare per qualsiasi motivo semplicemente selezionando il tipo di soccorso di cui avete bisogno è l’operatore riceverà la “chiamata muta” con le indicazioni del soccorso richiesto.
Se ci si trova in una zona dove non c’è copertura della rete dati, la vostra localizzazione viene trasmessa alla CUR tramite SMS (Short Message Service). I dati di localizzazione vengono utilizzati solamente per la gestione della richiesta di emergenza.L’App consente l’accesso al servizio anche a persone sorde.

Where ARE U è disponibile per i sistemi operativi mobili iOS, Android e Windows Phone.

Una volta scaricata l’applicazione ricordatevi di lanciarla una prima volta per registrarvi al sistema di emergenza!

FELICE ANNO NUOVO

Siamo arrivati alla fine del 2021… Un anno particolare con tante sfaccettature, alcune piacevoli, altre non troppo allegre.

Di sicuro uno dei cambiamenti più importanti è stato quello di rassegnare le dimissioni da responsabile tecnico per intraprendere un nuovo lavoro partendo così da zero e accettare delle nuove sfide. Una scelta che ha comportato nell’ultimo mese di lavoro un carico di stress assurdo mandandomi anche ko… ma dopo ogni caduta ci si rialza, più forti di prima e avendo maturato esperienza che dovrebbe impedire di commettere nuovamente lo stesso errore nel futuro.

Due Avvolgitori da 13m di lunghezza per piscine pubbliche realizzati nella vecchia azienda prima delle mie dimissioni…

Il COVID è stato un altro elemento che mi ha (purtroppo) fatto compagnia durante la mia attività di volontario sulle ambulanze e che mi ha portato a vedere situazioni tristi in alcuni casi e surreali in altre. Mi basta ricordare quando, bardati nelle tute con mascherina FFP, visiera, 4 paia di guanti e tutto il resto, siamo stati derisi e insultati da chi in quel momento aveva chiesto aiuto perché stava male…

Ebbene si, sono io in fase di svestizione dopo un intervento COVID….

Ma il 2021 lo ricorderò perché mi ha fatto conoscere una persona speciale: una ragazza fantastica con cui sto condividendo la mia vita e che credo proprio sia la mia metà mancante… o come piace definirla a me, la mia 51%
Una persona con cui credo proprio che nel 2022 farò passi importanti insieme a lei…

Goodbye 2021, Welcome 2022!

IL FARO MANGIABARCHE

Durante il mio soggiorno in Sardegna, nell’isola dell’isola cioè a Sant’Antioco (che è la quarta isola d’Italia per estensione) mi sono goduto un bellissimo tramonto di fronte allo scoglio Mangiabarche e al suo faro.

Il faro, costruito nel 1935, è posizionato su un isolotto di roccia a un centinaio di metri dalla riva all’altezza della Punta della Tonnara, alla fine di Spiaggia grande. Il nome deriva proprio dai numerosi naufragi che sono avvenuti nei secoli.

«Vidi un grande scoglio, circondato da altri più piccoli, dei quali emergevano dall’acqua solo le punte. Aguzze e pericolose. Le onde spinte dal maestrale si schiantavano contro le rocce, arrivando a bagnare con i loro spruzzi il faro che si ergeva nel punto più alto. L’origine del nome era evidente: sembrava la dentatura di una mostro marino»

Massimo Carlotto, Il mistero di Mangiabarche

LO SFIGMOMANOMETRO

Lo sfigmomanometro è quell’apparecchio manuale o automatico che consente la misurazione della pressione arteriosa cioè la pressione esercitata dal sangue pompato dal cuore sulla parete delle arterie. Poichè il cuore batte ad intervalli regolari, è possibile distinguere una pressione “massima” o “sistolica” che corrisponde al momento in cui il cuore si contrae (sistole) ed una pressione “minima” o “diastolica” che corrisponde alla pressione che rimane nelle arterie momento in cui il cuore espandere (diastole) per riempirsi di sangue.

La misura della pressione avviene in maniera indiretta (metodo di Riva-Rocci) posizionando un bracciale sul braccio e posizionando il fonendoscopio in corrispondenza dell’arteria omerale. Si va inoltre a prendere il polso radiale del paziente.

IPERTENSIONE – 2 « I blog di Alessio Empoli
Diapositiva 1

Si inizia ora a gonfiare il bracciale finché non si percepisce più il polso radiale: questo significa che la pressione esercitata dal bracciale (curva in blu) è maggiore della massima pressione esercitata dal sangue (linea orizzontale tratteggiata in rosso), nel fonendoscopio non si percepisce nessun suono.

A questo punto si inizia a sgonfiare il manicotto lentamente (circa 2mmHg/s) finché nel fonendoscopio non viene udito un suono: questo è il I tono di Korotkoff che è semplicemente il rumore che produce il sangue quando inizia a fluire nel vaso sanguigno (che ricordo essere elastico). La pressione indicata dal manometro è pari a quella sistolica. Il polso radiale in condizioni normali inizia a ricomparire.

Con l’ulteriore diminuzione della pressione del manicotto l’arteria resta pervia per periodi sempre più lunghi, durante i quali il sangue che scorre con moto turbolento continua a fare rumore sempre più debolmente

poco prima della  scomparsa si ausculta il IV tono di Korotkoff: in questo momento la pressione nel bracciale è pari alla pressione diastolica. Il polso radiale resta!

Ricapitolando

Perioperative Noninvasive Blood Pressure Monitoring | Semantic Scholar

Come sempre questo post non vuole essere un trattato di medicina o un articolo scientifico che va a sostituirsi ai sacri testi e come sempre non voglio insegnare il mestiere a chi lo fa per professione ma vuole essere una semplice spiegazione del come funziona questo strumento per i “non addetti ai lavori”. Al solito resto disponibile per un confronto costruttivo.

LA TEMPESTIVITA’ DEI SOCCORSI

Europei di calcio, partita Danimarca-Finlandia, 43° minuto. Christian Eriksen crolla a terra. Arresto cardiaco. il calciatore danese ha 29 anni. Possibile che sia veramente vittima di un arresto cardiaco? La risposta è (purtroppo) SI.
Non mi soffermerò sulle cause che hanno portato all’arresto cardiaco del giocatore perché non ne ho le competenze ma voglio invece sottolineare 2 aspetti fondamentali di questo episodio.
Il primo è che la catena dei soccorsi ha funzionato perfettamente (riconoscimento immediato dell’arresto cardiaco, inizio immediato delle manovre rianimatorie e defibrillazione precoce) che hanno permesso di salvare la vita al giocatore.

Qui però voglio fare un appunto: il defibrillatore è un apparecchio che tratta solo determinate casistiche di arresto cardiaco e la fortuna ha voluto che fosse una di quelle che hanno colpito Christian Eriksen. Quindi togliamoci dalla testa che il defibrillatore è una certezza nella sopravvivenza del paziente! Saperlo usare è un plus e sono assolutamente favorevole alla sua diffusione e all’utilizzo da parte della popolazione ma non voglio che passi il messaggio “c’è il defibrillatore, allora sicuramente lo salvo!”. Approfondirò in un futuro post il discorso della defibrillazione.

L’altro aspetto positivo che voglio evidenziare è quello della squadra: in un momento così delicato e in un mondo che vuole sempre essere di più un reality hanno fatto muro e hanno protetto la privacy del giocatore e dello staff medico intervenuto mentre lavoravano.


Di tutto ciò comunque la cosa più importane è una sola: che Christian Eriksen stia bene!

IP STATICO O DINAMICO?

Un indirizzo IP (dall’inglese Internet Protocol address) è un numero del pacchetto IP che identifica univocamente un dispositivo (detto host) collegato a una rete informatica che utilizza l’Internet Protocol come protocollo di rete per l’instradamento/indirizzamento. Questo dato è inserito nell’intestazione (o header) del datagramma IP per l’indirizzamento tramite appunto il protocollo IP.

In parole povere è come l’indirizzo di casa che lasciamo ad un corriere per recapitare un pacco o per venire a prelevarlo

Viene assegnato a un’interfaccia che identifica in maniera univoca l’host di rete (che può essere un PC, uno smartphone, un elettrodomestico,…)

Un indirizzo IP è formato in genere da 4 sequenze da 3 cifre

IP address | INFORMATION

La prima parte (192.168.xxx.xxx) quindi identifica la rete, chiamata network o routing prefix (Net_ID) ed è utilizzato per l’instradamento a livello di sottoreti, la seconda parte invece identifica, all’interno della rete, l’host (xxx.xxx.xxx.1) e le eventuali sottoreti (Host_ID, xxx.xxx.100.xxx) ed è utilizzato per l’instradamento a livello locale dell’host una volta raggiunta la sottorete locale di destinazione

INDIRIZZI IP NELLA RETE LOCALE

Normalmente, appena viene collegato in rete un dispositivo (sia via ethernet, sia via WiFi), il router assegna il primo indirizzo IP disponibile. questo tipo di assegnazione viene chiamata dinamica e, per le esigenze dell’utente medio, non genera alcun problema.

Fundamentals of communication and networkingː Network Address Translation  (NAT) - Wikibooks, open books for an open world

Quando però si inizia ad avere necessità di controllo dei dispositivi allora diventa necessario passare agli indirizzi IP statici. L’assegnazione di un indirizzo IP statico viene fatta agendo nella configurazione del router. Nella gestione dell’indirizzo IP, per sapere che è stato assegnato a uno specifico host, si fa riferimento all’indirizzo MAC (Media Access Control) del device che è un codice a 48 bit assegnato in modo univoco dal produttore ad ogni scheda di rete ethernet o wireless prodotta.

Occorre perciò conoscere il MAC address del dispositivo da collegare e nelle impostazioni del router va associato al MAC del dispositivo l’indirizzo IP che verrà riservato (reservation). Facendo così, ad esempio, ogni PC di casa potrà stampare su una stampante condivisa perchè, ad ogni accensione, la stampante acquisirà sempre lo stesso IP.

…E DA FUORI CASA?

Se il contratto del gestore della connessione è un contratto business normalmente viene assegnato di default un indirizzo IP statico, in caso contrario l’IP di casa sarà un indirizzo IP dinamico: questo non ci permetterà di “entrare” in casa per comandare ad esempio il termostato o, come in questo caso, di visualizzare questo sito web…

Il servizio DNS (Domain Name Server) è quel servizio che ci permette di correlare un indirizzo IP a un nome facilmente ricordabile all’utenza. dyndns oppure no-ip sono ad esempio 2 servizi (free o a pagamento, a seconda del tipo di registrazione) che permettono di di convertire l’IP numerico assegnato dal gestore nel momento in cui il modem si connette a internet in uno letterale.

Il problema di raggiungere il modem lo abbiamo risolto… ma come fare a raggiungere i vari PC o i vari servizi all’interno della rete?

Why can't my Windows Home Server see the internet? - Super User

Qui entrano in gioco le tabelle di routing: occorre istruire il router su come smistare le chiamate riceve dalla rete.

Per fare un esempio, se si digita solo la prima parte dell’indirizzo del sito (cbt.dyndns.org) il router sa che deve girare all’indirizzo IP 192.168.x.y la richiesta (in questo caso al server linux su cui gira Apache2). Altro esempio può essere la il collegamento ad un server FTP con indirizzo IP192.168.x.z

Quindi la prima cosa che occorre fare è identificare all’interno della rete le macchine da esporre alla rete e capire quali servizi dovranno essere utilizzate. Ogni servizio ha una porta specifica: questo permette ai PC connessi in una rete di tenere “ordinati” i dati che vengono inviati in modo che l’emittente e il ricevente non possano mescolare i dati.

Sempre a titolo di esempio, il Database MySQL utilizza la porta 3306 per comunicare, il servizio FTP la 21, il protocollo HTTP la porta 80, Desktop remoto la porta 3389

Quindi tramite la funzione “port forwarding” del router è possibile aprire tali porte e destinarle alla macchina della rete.

E se lo stesso servizio è utilizzato su due macchine diverse? Questo è quanto è presente a casa mia: il protocollo di trasmissione del sito web associato alla macchian linux e gestito da Apache2 è lo stesso che richiede OctoPi per la gestione da remoto della stampa 3D. Come fare quindi? La scelta più logica è lasciare al server Apache2 la gestione della porta standard per la visualizzazione del sito e reindirizzare da remoto la su una porta diversa l’accesso al server OctoPi: nella tabella di port forwarding pertanto andrà inserito non lo stesso numero di porta ma specificando la porta su cui ricevere la chiamata e la porta a cui reindirizzarla. Sul browser ovviamente dovrà essere specificato alla fine dell’URL a quale porta connettersi

cbt.dyndns.org:[porta_assegnata_al_servizio]

Questa può essere anche una blanda tecnica per mascherare un servizio accessibile da fuori evitando lo sniffing massivo utilizzato da malintenzionati su internet (basti vedere un server FTP sulla porta standard 21 quanti tentativi di accesso falliti riporta…)