SALMONE VELOCE IN PADELLA

Visto che non sempre si ha il dovuto tempo per preparare da mangiare, oggi ricetta easy…

INGREDIENTI

  • 1 trancio di salmone
  • 1 spicchio d’aglio
  • ½ bicchiere di vino bianco
  • prezzemolo
  • 6 pomodori pachino
  • sale
  • pepe nero

PREPARAZIONE

  1. Metti in padella l’aglio con un filo d’olio e fai soffriggere
  2. Metti il salmone in padella e aggiungi il vino lasciando sfumare
  3. Nel mentre preparate i pomodorini a spicchi e conditeli con olio e sale (ed eventualmente aggiungete del basilico)
  4. Aggiungi il prezzemolo e il pepe al salmone in cottura
  5. Completa la cottura (non cuocerlo troppo altrimenti diventa secco e perde sapore)

Per impiattare ho usato della maionese (già pronta perché non avevo tempo) e della glassa di aceto balsamico. Et voilà!

Piatto veloce (15 minuti di preparazione totale) e soprattutto gustoso, buon appetito!

CROCIERA DAY4 – SAILING TO EIVISSA

Oggi siamo in navigazione pertanto siamo “obbligati” alla vita di bordo. Jennifer inizia ad accusare le 2 lavate prese durante le precedenti gite di Roma e Napoli. Io al momento sto ancora bene ma l’idea di andare ai ponti alti dove c’è la concentrazione di migliaia di persone mi fa salire il crimine. Già nei giorni scorsi c’è gente che rompeva le balle per tutto (ma sei in vacanza, relax, take it easy!) come la signora che dopo aver letto una mail ha dato di matto con il marito (“Sono qui in crociera in mezzo al mare, secondo loro cosa c***o posso fare?!?!?” con tanto di bimbo che la guardava rassegnato) o quelli che per qualche minuto di attesa alla reception si lamentano della disorganizzazione generale (20 persone davanti, ho atteso 25 minuti, a voi la sentenza, per me sono stati rapidissimi). Peggio ancora spagnoli e francesi che durante l’escursione di Roma hanno avuto una forte discussione venendo quasi alle mani…
Possiamo scegliere tra

  • Opzione 1: essere sempre collegati con il cellulare su internet (ci sono diversi pacchetti dati disponibili, dal solo pacchetto “whatsapp”, a quello “social” fino al più sofisticato internet “all inclusive”) e per questo abbiamo deciso di disintossicarci collegandoci solo alla rete free della nave per scaricare i menù e le info di bordo mentre per dare notizie abbiamo atteso la rete quando eravamo a terra. Ammetto che essere meno “social” e più “friend” non è male!
  • Opzione 2: sfruttare le attività di bordo

Cosa possiamo fare oggi? Ogni sera sulla porta della cabina fanno trovare il “Diario di Bordo”, una specie di bigino con tutte le attività giornaliere con orari e ubicazioni. Oggi il giornale di bordo prevede

  • Ponte 16, palestra, ore 8:30: Corso gratuito Stretch & Release
  • Ponte 16, palestra, ore 8:30: Corso di Yoga a pagamento
  • Ponte 18, Area Sport, ore 9:30: Camminata mattutina
  • Ponte 16, SPA Solemio, ore 9:30: SPA Tour
  • Ponte 6, Leonardo gran Bar, Ore 10:00: Scuola di Ballo Caraibico
  • Ponte 16, piazza del campo, ore 10:00: Risveglio muscolare
  • Ponte 6, Leonardo Gran bar, Ore 10:30: QuizTime! Musica
  • Ponte 18, Area Sport, ore 10:30: Torneo di Pallavolo
  • Ponte 16, piazza del campo, ore 11:00: Corso di Ballo
  • Ponte 6, Leonardo Gran bar, Ore 11:30: QuizTime! Video
  • Ponte 16, piazza del campo, ore 12:00: Balli di gruppo
  • Ponte 18, Versilia Beach, Ore 12:00:Aquagym

e queste sono solo alcune delle tante attività presenti oggi a bordo, non c’è che l’imbarazzo della scelta!

Noi partiamo dalla base ovvero colazione e per me è il Mix3 (il menù del giorno al solito lo trovate qui)

Croissant alla crema, crostata ai frutti di bosco e plum-cake variegato

Telo preso (lo fornisce direttamente Costa e lo trovate pulito in camera tutti i giorni) ma noi ci mettiamo in pace e relax sul ponte 8 lato destro. In lontananza si inizia a vedere terra: la Sardegna. Piano piano ci avviciniamo e il Comandante annuncia che “siamo a 11 miglia nautiche dalla costa sarda, viaggiamo a 16 nodi, il mare è profondo 300m circa con una temperatura di 27 gradi e 28gradi la temperatura dell’aria. A breve incroceremo la gemella Costa Smeralda, la saluteremo con 3 suoni di sirena a cui lei risponderà con altrettanti suoni.”
La costa si avvicina e riesco ad ammirare i posti che porto sempre nel cuore: la mia cara Villasimius, la sua isola di Serpentara e l’Isola dei Cavoli con il suo inconfondibile faro bianco; mi sembra anche di vedere la torre di Porto Giunco ma non sono sicuro.
La costa inizia a rientrare nel golfo di Cagliari per poi tornare e siamo nella zona di Chia, Teulada, Capo Spartivento, Capo di Levante fino a vedere parte dell’arcipelago del Sulcis: La Vacca e Il Toro con sullo sfondo Sant’Antioco e San Pietro. Ciao Sardegna, spero di rivederti presto.
Mentre la Sardegna passava, la sete si faceva sentire e vista l’ora, ne abbiamo approfittato per una drink. Aperol Spritz per Jennifer mentre io mi sono lasciato tentare da un Costa Wind, azzurro come il cielo. Serviti al Kartell Cafè al ponte 7 dove i solerti camerieri ti fanno accomodare e ti servono in un batter d’occhio, guai a chiedere al bar direttamente senza essere servito da loro!

Aperlor Spritz per Jennifer e per me Costa Wind: Tequila, blue curaçao, limone

Passata la Sardegna e l’aperitivo, siamo arrivati all’ora di pranzo: rientriamo e passiamo al ponte 6

Mousse di pesce e gamberi e crumble di crostacei
Rigatoni al ragù napoletano
Involtini di pesce spada ripieni serviti con salsa di pomodoro, olive e capperi
Mousse alla vaniglia servita con dadini di frutta (senza zuccheri aggiunti, così mi sento meno in colpa…)

Pomeriggio sempre da trascorrere in nave prima della serata dove viene richiesto l’abbigliamento elegante. Cosa possiamo fare? Iniziamo a girare la nave e guardarci intorno con occhi più attenti…
Ovviamente sulla Costa Toscana ogni ponte ha il nome di qualche località toscana (Dal ponte 3 chiamato Talamone, passando poi per i ponti Montalcino, Pienza, Montepulciano, Bolghieri, Siena, Volterra, S.Giminiano, Arezzo, Livorno, Pisa, Lucca, Montecatini terme, Viareggio, Pietrasanta, fino al ponte 19 Forte dei Marmi). Oltre ai gran lavoratori di bar e ristoranti, c’è una parte dell’equipaggio che si nota di meno ma che fa un lavoro monumentale. Ovunque c’è qualcuno che spazza, pulisce, aspira,… Non si vede in giro una carta, un mozzicone di sigaretta, una traccia di sporco. Lavoratori instancabili che si fanno in 4 per garantire a noi di trascorrere una vacanza perfetta. Sempre servizievoli, sempre con il sorriso, sempre con una parola cortese. Attenzione però: sono dei lavoratori e come tali vanno trattati. Mi spiego meglio: durante la crociera ho visto gente maleducata lasciare lungo i corridoi bicchieri, bevande non consumate, disordine,… non sono degli schiavi e il pensiero di qualcuno è “tanto passa lui a spazzare e pulire”. Mai nulla potrebbe essere più sbagliato. All’esterno, 24 ore 24, c’è diffusione di musica chillout, loung e ambient per far rilassare gli ospiti tranne al ponte 7 poppa nave dove l'”Infinity bar” mantiene sempre un ritmo più elevato verso altri generi elettronici più energici.

Al ponte 5, oltre alle cabine c’è solamente a poppa il ristorante “L’Oliveto” dove normalmente facciamo colazione.

Al ponte 6 a poppa ci sono i ristoranti “La Maremma”, “L’Argentario” (che è quello a noi assegnato) e “Le Anfore”, una piccola zona dedicata al “My Tours” dove è possibile prenotare le escursioni e ricevere informazioni sulle stessa mentre al centro nave la zona principale che si sviluppa anche ai ponti 7 e 8: il colosseo, dove ci sono gli spettacoli principali e servito dal “caffè Vergnano 1882” (a proposito, il caffè è eccellente sia qui, sia agli altri bar), segue quindi il “Grand Bar Leonardo” con il suo salone e palchetto per della musica e si arriva al teatro “Poltrone Frau Arena” che si sviluppa anche al ponte 7.

Saliamo al ponte 7 e, oltre al teatro troviamo subito la Hospitality Area dove, dalle 7 alle 24, ci sono sempre almeno 2 persone pronte a rispondere a tutte le possibili domande (anche impossibili) sulla vita di bordo, una vera e propria reception. Proseguiamo verso poppa e all’altezza del Colosseo troviamo sia il ristorante “sushino” (per chi non può fare a meno del sushi) che il “Campari Bar”, quindi un’area shop con diverse boutique, il casinò, il piano bar “Heineken” prima di giungere a poppa al ristorante “il Vigneto osteria” che separa la zona interna della nave da quella esterna dove c’è “Infinity Bar” con le sue due vasche Jacuzzi ai lati.

Al ponte 8 a poppa iniziano ad esserci le cabine con balcone quindi procedendo in direzione prua si trova il ristorante buffet “La sagra dei sapori”, sempre affollato. Qui purtroppo si nota anche il livello di maleducazione di alcuni crocieristi: ha senso occupare un tavolo da 6 posti in 2/3 con mille piatti davanti? Proprio perché è un ristorante a buffet si può andare a prendere cibo quando si vuole e quante volte si vuole… Pare non avessero mai mangiato in vita loro!
Proseguendo troviamo il Colosseo servito dal “Kartell Cafè”, ispirato proprio alla nota casa di design milanese. Alle sue spalle la pizzeria “Pummid’oro” e infine la gelateria “Amarillo”. Qui siamo in “Piazza dei Miracoli” dove c’è anche la zona “Ferrari spazio bollicine” e i 2 ristoranti superfighi “Bellavista” e “Arcipelago”. In quest’ultimo ci sono i menù elaborati dagli chef stellati Bruno Barbieri, Hélène Darroze e Ángel León.
Fino al ponte 15 ci sono solo cabine, poi dal ponte 16 iniziamo nuovamente a trovare intrattenimento: il centro benessere, la palestra, il bar “Aperol Spritz” e “la spiaggia beach club” che si sviluppa anche al ponte superiore. Il ponte 16 finisce con “Piazza del campo”, un anfiteatro dove la sera diventa un altro luogo di intrattenimento musicale.
Al ponte 17, oltre allo sviluppo dell’anfiteatro e de “la spiaggia beach club”, troviamo “il forte beach” (altra zona con piscina).
Al ponte 18 ci sono le partenze degli scivoli, la “sky walk” che permette di passeggiare attorno al ponte senza incappare nei giochi d’acqua e infine un campo da basket/volley (debitamente cintato per evitare palloni in mare…).

Che dite, c’è abbastanza per divertirsi e intrattenersi?

La serata prevede invece un abbigliamento elegante quindi stasera ci tocca… ne approfittiamo per scattarci anche qualche foto

Si, siamo proprio belli insieme (viva la modestia!)

Ajay ci aspetta come sempre al ristorante pronto per il servizio. Durante i giorni scorsi ho sentito qualcuno vociferare che i piatti sono riscaldati… Secondo voi, una compagnia seria come Costa, con quello che fa pagare la crociera, si gioca la faccia su queste cose? Ma da dove deriva questa convinzione? Durante il servizio, si vedono spesso i camerieri passare come formiche con vassoi carichi di piatti coperti. Semplicemente sono le portate ordinate alla cucina (e non c’è una cucina per ogni ristorante, ma una immensa cucina nei ponti di servizio!) che vengono mandati con il montacarichi al ponte. Se vogliamo essere più precisi, coperchio ambrato per il piatto standard, coperchio rosa per il gluten free.

Uno degli infaticabili camerieri con il vassoio delle portate che faceva la spola dal picking point al punto di servizio

Per questo motivo sul piatto potrebbe essere presente un filo di condensa… Chiaro il concetto cari miei chef da 4 soldi che bazzicate come turisti sui ponti della nave? Va beh, pensiamo al nostro stomaco….

Tartare di salmone semi-affumicato con crema di formaggio e uova di salmone
DESTINATION DISH di Ibiza: zuppetta di ceci con salame soppressata, peperoni del piquillo e scampo arrostito
Rana pescatrice bardata al crudo, servita con lenticchie in umido
Madame Choux: bigné, crema montata al mascarpone e pistacchio con gelée al lampone

Stasera siamo arrivati “lunghi” a fine cena, complice un bicchiere di vino e 4 chiacchiere con la famiglia bergamasca con cui decidiamo di andare al Colosseo a vederci lo spettacolo. Ok, cambio programma. C’è mezza nave a voler assistere allo spettacolo pertanto proviamo in un altro bar a vedere se c’è meno ressa… Lo spettacolo lo rimandiamo a domani, per stasera caffè, ammazzacaffè e 4 chiacchiere con loro.

Domani arriviamo a Ibiza e ci aspetta un nuovo tour.

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

CROCIERA DAY3 – VEDI NAPOLI E POI MUORI!

Con il termine “napolitudine” si vuole indicare una sensazione di malinconia descritta dai turisti e dagli stessi napoletani nel momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli e dalla stessa città, tradizionalmente stigmatizzata dalla frase “Vedi Napoli e poi muori”.

A me piace pensare che sia anche un augurio di lunga vita perché, prima di aver visto tutte le meraviglie di Napoli con il dovuto tempo e la dovuta attenzione serve molto, molto tempo!

Oggi la giornata è libera per noi, non abbiamo il tour nei pacchetti crociera ma abbiamo un contatto di Jennifer che ci farà da veloce guida per la città. Al solito sveglia presto, colazione a “L’Oliveto” con Will che subito ci riconosce e si prodiga nel servirci le bevande, preoccupandosi che il solo caffè non sia poco e arriva il solito gluten free per Jennifer, io invece passo al Mix2 (qui il menù del giorno).

Croissant alla Nutella, croissant alla crema e croissant vuoto

Zaino in spalla, sbarchiamo dopo le solite procedure di sicurezza e siamo già in zona centrale di Napoli. La zona è un po’ caotica per via di alcuni lavori in corso. Da dove partire? Un giretto veloce a Castel Nuovo (o Maschio Angioino se preferite) che si affaccia sul porto, quindi Piazza del Municipio dove troviamo la fontana del Nettuno, poi passiamo alla Galleria Umberto I e quindi a Piazza del Plebiscito dove troviamo la Basilica Reale Pontificia San Francesco da Paola che guarda di fronte il Palazzo Reale. in mezzo alla piazza ci sono 2 statue equestri e si vedono delle persone bendate camminare dal palazzo alla Basilica. Pazzia dovuta al caldo? No, semplicemente stanno mettendo in pratica una leggenda.

Si narra che una volta al mese, la Regina Margherita offrisse la grazia a coloro che, percorrendo i 170 metri che separano il Palazzo dalla Basilica, passassero attraverso le statue equestri. Una maledizione della stessa sovrana però gravava sulla prova e si dice che la Regina non graziò mai nessuno. Questo perché una falsa pendenza della piazza tende a far scarrocciare verso sinistra…

Intanto Luigi, il nostro contatto, ci raggiunge e ci fa percorrere qualche stradina caratteristica del centro raccontandoci qualche curiosità di Napoli. Assieme a lui facciamo tappa da Gambrinus (si trova tra piazza Trento e Trieste e Piazza del Plebiscito) per un caffè e per una “matilde”, dolce inventato al Gambrinus in onore di Matilde Serao, scrittrice e giornalista italiana che ha fondato il quotidiano partenopeo “Il Mattino” e che molto spesso passava da qui (ma al Gambrinus era anche solito passare il grande Antonio De Curtis meglio noto come Totò). Lascio a voi il giudizio sul dolce basandovi su questa foto…

Proseguiamo poi per le vie del quartiere Chiaia e arriviamo poi al lungomare dove però qualche goccia di pioggia arriva a rompere le scatole… falso allarme? Pare di si quindi un giretto a Castel Dell’Ovo e al piccolo borgo ai suoi piedi. Luigi però ci deve salutare e ci lascia mentre noi decidiamo di mangiare una pizza. Troviamo “Mammina” dove fanno pizza anche senza glutine. Margherita per me, bufalina per la felicità di Jennifer.

Appena servono la birra…. il diluvio. Spostiamoci all’interno e mangiamo la pizza mentre fuori continua a piovere. Ci concediamo qualche momento di pausa e quando usciamo non piove più. Paghiamo, il gestore e il pizzaiolo ci danno delle dritte sulle farine e sugli impasti da provare a casa visto il problema del gluten free. Piccola nota: la pizzeria su google maps è valutata come 3,7/5 ma non rende giustizia a questo posto, ma ormai sono tutti chef stellati e influencer e le recensioni “ad canis cazzium” pullulano su internet.

Mancano poco più di 2 ore e mezzo all’imbarco e dobbiamo decidere cosa fare: nave o proviamo a vedere qualcos’altro? A me piacerebbe vedere Via San Gregorio Armeno dove ci sono tutte le botteghe artigianali dei presepi, Jennifer acconsente. A metà strada però ci sorprende un nuovo nubifragio. Attendiamo mezz’ora sotto un tendone e quando il cielo ci concede una tregua (ringraziamo S.Gennaro?) entriamo nel centro storico di Napoli. Viuzze strette, moltissimi turisti, abitanti locali che con il loro accento caratteristico danno un tocco di colore a tutto (e personalmente, la parlata napoletana mi mette allegria). Arrivati qui, scopriamo che il presepe è veramente un’arte e che in ogni piccola bottega ci sono dei capolavori. Il tempo però è tiranno e dobbiamo rientrare al porto. Percorriamo delle strade alternative a quelle fatte prima e ci rendiamo conto che a Napoli ci sono un’infinità di chiese, alcune aperte, altre chiuse e in stato di abbandono (e sarebbe un peccato perdere per incuria patrimoni artistici che il mondo ci invidia).

Arriviamo al porto alle 17:55, giusto 5 minuti prima del “tutti a bordo!”, solite procedure di imbarco e via in cabina a lavarci e cambiarci per essere alle 19 e 30 precise a “L’Argentario” per cena. Ajay pronto a consegnare il menù gluten free a Jennifer mentre io, sebbene abbia pranzato tardi con la pizza, sono un filo combattuto su come cenare ma, alla fine, la golosità ha vinto a mani basse…

Salute!
Finissima di polpo marinato al lime e pepe rosa con salsa di yogurt
Ravioli di cinghiale con il suo ragù
Sandwich arrostito di spatola ripieno di pane profumato alle olive, provola dolce e uvetta, gamberone fritto e marmellata di cipolla rossa
Smeraldo: torta al pistacchio, lemon curd, cremoso e mousse al pistacchio

Anche oggi possiamo dirci soddisfatti, pancia piena e palato soddisfatto. Un grazie a tutto lo staff per come si sta evolvendo la crociera all’interno della nave. Caffè e ammazza caffè al ponte 6 al bar “Leonardo” e chiudiamo la giornata con solita passeggiata sulla Infinity Walk dove notiamo che stiamo lasciando alle nostre spalle Napoli sotto un temporale (ok, forse sto chiedendo troppo alla fotocamera di un semplice smartphone…)

…e il tutto scattato con uno smartphone Samsung Galaxy S22!

Domani giornata di navigazione fino a Ibiza pertanto, essendo in nave, cercherò di parlare di più della vita a bordo.

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day4 – Sailing to Eivissa
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

NUOVI CORSI SOCCORRITORI

Lunedì 19 o Venerdì 24 settembre vi aspetto presso la sede CVA Angera – Distaccamento di Sesto Calende in via Fontana Mora 24 alle ore 20:45 per la presentazione dei nuovi corsi centralinisti e soccorritori. Le iscrizioni possono essere fatte sul sito del CVA cliccando sull’immagine sotto e scegliendo la data di partecipazione

Clicca sulla foto per andare sul sito CVA e iscriverti alla serata di presentazione!

COSA FA IL CENTRALINISTA

É il primo step associativo dove si impara a rispondere al telefono e a raccogliere i dati per servizi non urgenti oltre che usare gli apparati radio per comunicare con i mezzi associativi in movimento sul territorio. Il corso dura 4 ore e può essere svolto sia durante il corso addetto trasporto sanitario oppure, se non si partecipa al corso, anche in altri momenti concordando con i responsabili centralinisti.

COSA FA L’ADDETTO AL TRASPORTO SANITARIO

L’addetto al trasporto sanitario (TS) segue un corso di 42 ore + 4 ore per la parte guida (chiamato modulo J) dove vengono insegnate tutte le basi del soccorso non urgente per poter svolgere in autonomia dimissioni, trasferimenti, ricoveri programmati, assistenza a manifestazioni a basso rischio. A fine corso vi è un esame teorico pratico per l’ottenimento della qualifica.

COSA FA IL SOCCORRITORE ESECUTORE AREU

Dopo aver obbligatoriamente frequentato e superato l’esame TS, si prosegue con un corso di 78 ore dove vengono approfonditi argomenti quali trauma, emergenza medica, emergenze ostetrico ginecologiche e pediatriche per affrontare gli interventi di urgenza emergenza. Non manca una parte dedicata alle maxiemergenze. Alla fine di questo percorso, viene effettuato un ulteriore esame teorico pratico per ottenere la certificazione regionale di soccorritore esecutore.

CHI TERRÀ IL CORSO

In questo percorso a tenervi compagnia, oltre al sottoscritto (istruttore AREU e ANPAS) ci saranno i miei colleghi istruttori che mi aiuteranno a farvi provare le varie manovre di soccorso mentre medici specialisti vi illustreranno con la massima chiarezza e semplicità la parte teorica.

Tutto il materiale didattico lo gestirò su piattaforma e-learning dove troverete slide, scenari di soccorso, skill di addestramento e soprattutto quiz di addestramento per aiutarvi nella preparazione.

QUANTO COSTA?

Nulla, il corso di formazione è gratuito. Ma il corso è destinato a formare nuovi volontari del soccorso quindi il CVA chiede poi di fare turni di servizio.

L’impegno, corso a parte, è di 160 ore/anno che, se ci si organizza e lo si fa con lo spirito giusto, non è affatto pesante e impegnativo. Viene richiesta anche una quota associativa di 1,00€ (si, un solo euro). Il CVA vi fornirà la divisa necessaria per effettuare il servizio.

Personalmente ho iniziato a fare il volontario del soccorso nel secolo scorso (precisamente nel 1998) e tutt’ora sono attivo. Normalmente copro il turno del venerdì sera/notte nella sede di Angera o in alternativa una domenica al mese nella sede di Sesto Calende. Faccio qualche servizio secondario durante l’anno e seguo il gruppo istruzione. In media sono circa 500 ore/anno che dedico all’associazione ma il tutto è “pagato” dai risultati raggiunti nella formazione o dal sorriso che regale la persona che trasporti e che ringrazierà per quanto stiamo facendo per lei (e questo ha un valore inestimabile!)

Inoltre, all’interno del CVA conoscerete nuove persone e magari, scoprendo di avere interessi comuni, si creerà un gruppo di amici (come è successo a me con la passione della moto) perché al CVA non si vive di sole ambulanze e soccorso!

“Non rimandate a domani il bene che potete fare oggi perché forse domani non avrete più il tempo” (San Giovanni Bosco)

CROCIERA DAY2 – ROMA CITTÀ ETERNA

Dopo una bella dormita a bordo della nave, la Costa Toscana è attraccata a Civitavecchia. Il programma di oggi prevede la gita “Un treno green verso una Roma come vuoi tu”. Alle 7:30 puntuali usciamo per andare a fare colazione. Lungo gli oltre 200m di corridoio, una serie di carrelli pulizia organizzati con maniacale cura, sono pronti per sistemare le stanze e, come dei soldatini, gli addetti sono già all’opera. Incontriamo Whaid, il nostro cabin steward, che ci chiede com’è andata la notte e se abbiamo riposato bene. Proseguiamo lungo il corridoio e arriviamo al ristorante “L’oliveto” a poppa del ponte 5 (la colazione non ha un ristorante assegnato) dove una serie di camerieri ci guida al tavolo. Qui troviamo Will, cameriere equadoregno, che subito si prodiga nel servirci caffè, succo d’arancia e si attiva per portare a Jennifer il menù gluten free. Per me invece parte il giro a provare le bontà di colazione: oggi il Mix1 (il menù del giorno invece lo trovate qui)

Bombolone alla Nutella, cannolo di sfoglia ripieno di chantilly e ciambellone

Il tour invece prevede il passaggio in bus dal porto alla stazione di Civitavecchia per poi spostarsi in treno verso Roma. Arrivati a Roma S.Pietro, ci attende la nostra guida e inizia subito a guidarci e a parlarci della città e dei suoi tesori partendo dalla cupola di S.Pietro che si vede dalla passeggiata del Gelsomino (“progettata da Michelangelo ma modificata dai suoi successori, roba che se lo avesse saputo si sarebbe risvegliato dalla tomba!”) quindi il passaggio per piazza San Pietro dove si ammira il tutta la sua maestosità la basilica e il colonnato del Bernini, poi via lungo via della Conciliazione fino a Castel Sant’Angelo. Attraversiamo il Tevere su ponte Sant’Angelo (da dove si vedono anche dei resti emersi dal basso livello del Tevere) e la guida, percorrendo molte vie interne per farci vedere scorci di Roma meno turistici ma molto caratteristici ci porta a Piazza Navona.

Da qui in avanti siamo liberi di girarla come si vuole. Non possiamo pertanto non passare a vedere il Pantheon, il Colosseo, l’Altare della Patria, Piazza di Spagna… Roma è talmente immensa e ricca di cultura che ci vorrebbe molto più tempo ma l’orologio ci ricorda di ritornare.

Visto che si passa anche davanti alla sede INPS ho pensato di lasciare un CV… mi hanno detto che mi faranno sapere tra qualche decennio se diventerò un loro dipendente. Sulla via del rientro dal Colosseo però inizia a piovere…

Non piove da mesi a Varese e qui invece…

Rientriamo a Piazza San Pietro dove abbiamo appuntamento con l’accompagnatore Costa…Ma qui il dramma: inizia un diluvio e dopo circa 15 minuti di tentennamenti siamo costretti in gruppo a partire per la stazione (il treno non aspetta, la nave nemmeno…)

…e diluvio fu!

Quindi, dopo 20 minuti sotto la pioggia battente, arriviamo in stazione dove ovviamente inizia a comparire un timido sole (con conseguente comparsa di clima tropicale…). Jennifer aveva un k-way nuovo ma che, per un difetto di produzione, non era impermeabilizzato e di conseguenza era completamente zuppa, se poi aggiungiamo che il treno aveva l’aria condizionata vi lascio immaginare il resto della vacanza come sarà poi influenzato da tutto ciò.

Rientrati in porto, controllo di sicurezza prima di salire sulla nave (metal detector, scansione dello zaino e verifica identità con la costa card) prima di andare in cabina per una doccia e prepararsi per la cena. Visto però che avevamo uno sconto 20% sui ristoranti da usufruire nei primi 2 giorni di crociera, decidiamo di andare al ponte 7 al Teppanyaki a vedere com’è.

Ci aspetta un ambiente gradevole, il cuoco fa anche un piccolo show mentre cucina e il risultato è molto divertente, soprattutto per il bambino di fronte a noi.

Anche per stasera pancia piena e palato soddisfatto! Non resta che concedersi un buon caffè con annesso ammazzacaffè e fare 4 passi sulla Infinity Walk prima di tornare dentro e fermarsi a guardare lo spettacolo al Colosseo prima di andare a nanna… Domani ci aspetta Napoli!

Godiamoci il tramonto sul mare mentre siamo in navigazione…

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day3 – Napoli
Day4 – Sailing to Eivissa
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

DUCATI RIDING EXPERIENCE

Anche se sono passati diversi anni dalla mia ultima volta in pista, vedere la gara MotoGP sul circuito di Misano mi ha riportato alla memoria di quanto sia bella quella pista.

L’occasione per girare al Misano World Circuit (ex Santamonica) di Misano fu il mio ultimo DRE (acronimo di Ducati Riding Experience), il corso ufficiale Ducati che permette di girare in pista con un istruttore di alto livello sulle celebri piste e con la moto di Borgo Panigale.

La prima esperienza fu ad Adria con una 848evo. Il battesimo della pista.

Ricordo il dramma alla mattina quando uscito di casa diluviava: come sarà il meteo ad Adria? Annulleranno tutto? Man mano che percorrevo l’autostrada il cielo si rasserenava e alla fine trovai bel tempo.

Ma torniamo a spiegare il DRE. Il corso prevede di poter girare per 5 turni per un totale di circa 2 ore e mezza di pista con un gruppo di 5 persone più l’istruttore (identificati da una fascia colorata ben visibile sul braccio), formula ideale per apprendere i segreti della guida in pista in tutta sicurezza. Il corso infatti, prevede delle rigide regole da rispettare e che l’istruttore impone: sono vietati sorpassi o bagarre tra aspiranti piloti o comportamenti indisciplinati che possono mettere a rischio l’incolumità propria o di altri partecipanti.

I primi 2 turni vengono fatti con l’istruttore alla guida del gruppo in modo da imparare al meglio il tracciato, le traiettorie, prendere le misure per le staccate (le definiamo così perché è il termine tecnico, anche se dal mio livello a quello che si vede in tv ne passa di acqua sotto i ponti…). Ad ogni giro, in un punto prefissato il primo componente del gruppo alza il braccio sinistro e si fa sfilare dagli altri fino ad arrivare all’ultima posizione permettendo così ad ogni partecipante di essere a contatto con il proprio istruttore e di vedere da vicino quanto indica. Dal terzo turno in poi invece una persona guida il gruppo con dietro l’istruttore e a seguire gli altri 4 componenti. Il tutto ripreso dalla videocamera così che, alla fine del turno, ai box sia possibile vedere l’on board dalla moto dell’istruttore che, con il giusto spirito critico, fa vedere gli errori che commettiamo (anticipi troppo la frenata, qui sei largo di traiettoria, qui non butti fuori il culo dalla moto,…). Al turno successivo, forti della sua spiegazione e, allo stesso tempo con una conoscenza sempre maggiore della moto e del circuito, si riesce a spingere più forte.

L’ultimo turno è quello della verità: anche se la stanchezza si fa sentire (chi ha detto che andare in moto non è faticoso?!?), è il momento di provare a spingere al massimo e vedere quanto si è appreso durante la giornata. Non ci sono cronometristi ufficiali sul circuito, ma smanettando (illegalmente) con il display della moto è possibile autocronometrarsi e vedere di quanto si è migliorati dal primo turno fatto al mattino.

La prima esperienza di Adria all’inizio su “catastrofica”: i miei compagni di corso erano tutti pistaioli mentre io non ero mai entrato in pista. Il risultato fu un primo turno da “scampagnata” in cui non riuscivo a stargli dietro (complice anche il timore della pista umida).

Ma dal secondo turno iniziò ad andare meglio: ricordavo la sequenza delle curve e i punti di frenata. Alla fine della mattinata più o meno stavo dietro a tutti. Andai in pausa pranzo discretamente soddisfatto. Alla ripresa l’istruttore ci mostrò come affrontare la curva da piloti veri e non da bar.

Risultato: la moto cambia completamente la sua dinamica così come i riferimenti della pista!
Infatti le curve le anticipavo troppo e perdevo tempo, ma… per la prima volta ho toccato la saponetta sull’asfalto!!! Ai box il video mostrava impietosamente il disastro della guida, ma allo stesso tempo aiutava a capire come migliorarsi. Ultimo turno: mettiamo a fuoco quanto detto dall’istruttore e proviamo a dare gas.
Risultato: sono stato il più veloce del mio gruppo (non della pista, SOLO del mio gruppo). Questo perché, partendo da zero, ho seguito quanto spiegato dall’istruttore mentre gli altri tendevano a portarsi dietro le vecchie abitudini.

Ultima indicazione dell’istruttore: “impara a buttare bene il culo fuori dalla sella”.

Esperienza molto positiva, ripetuta l’anno successivo al Mugello.
Qui però la moto è una Panigale 1199 e il circuito si fa molto più serio e veloce.

L’istruttore stavolta è un toscano puro che è anche un veterano del circuito. Partendo dalla base dell’anno prima cerco di stare nel gruppo, ma questi vanno forte! Della pista posso solo dire che è spettacolare, il rettilineo dei box, che è lungo più di 1 km, permette di sfiorare i 300km/h con una moto di serie prima di staccare alla prima curva, la San Donato (e si sente l’aria spingere quando si mette la testa fuori dal cupolino). Altro punto veramente particolare è la curva arrabbiata 2 (la fai a memoria perché l’uscita è cieca) e soprattutto la Bucine (l’ultima curva prima del rettilineo box).

Le indicazioni dell’istruttore sono state (da leggere in toscano) “uscite bene dal Correntaio perché alle Biondetti si fa il tempo” e “non date la scia dopo la Bucine perché il traguardo è lontano e con la scia quello dietro vi frega”. Bene, teniamo presente tutto ciò e andiamo… il consiglio migliore fu, non avendo ben chiaro come affrontare l’Arrabbiata 1 e 2 (sempre da leggere in toscano) “…e tu dacci gas, non aver paura, dacci gas! fai così…” (mimando con il polso il gas completamente aperto)

Terzo DRE fu a Imola al Santerno (o Autodromo Enzo e Dino Ferrari) questa volta con la più piccola Panigale 899 (le 1199 erano dedicate ai corsi più avanzati), circuito a mio parere molto tecnico dove il punto più divertente è la curva della Tosa e la zona delle acque minerali – da raccordare alla perfezione!

Qui l’istruttore ha insegnato bene cosa vuol dire raccordare le curve (si sacrifica la prima per fare alla perfezione la seconda), ma soprattutto cosa vuol dire resistere a una staccata e finire fuori traiettoria perdendo tempo prezioso.

A Imola mi sono reso conto anche di quanto sia importante essere veloci nei cambi direzione per non perdere tempo sul giro.
Ultima indicazione dell’istruttore: “freni forte, dai gas forte, ma devi imparare a buttare fuori per bene il culo dalla sella!”. Vero, il problema è che per qualche misterioso motivo non ero in perfetta forma e le anche erano doloranti non permettendomi di essere a mio agio in sella muovendomi come mi sarebbe piaciuto (e soprattutto come avrei dovuto).

Ultimo DRE a Misano dove mi sono concentrato a massimizzare quanto imparato nelle puntate precedenti. Questa volta fisicamente in forma, guidare è stato molto più piacevole ed efficace!

Le curve 4-5, la Quercia, il Carro con la successiva curva 15 e la Misano sono i tratti che più mi sono piaciuti (ok, lo ammetto… Anche fare il Curvone a gas spalancato è stato divertente!)


L’istruttore con i suoi consigli ha permesso di spingere sempre più forte sin dal secondo turno. Il problema è stato al quarto turno perché, per una congiunzione astrale, i vari gruppi si sono trovati quasi in contemporanea sul rettilineo box.

Ogni gruppo ha un suo livello e una sua velocità qui di trovarsi 30 moto assieme nello spazio di un rettilineo non è stato facile: io ancora a pieno gas (il mio riferimento di staccata era dopo il muretto box) mentre quello davanti a me di un gruppo diverso, inizia a frenare prima della fine del muretto box… la prima curva è a destra… Attimo di panico: a destra ho una moto e non posso spostarmi, quello davanti si avvicina… mollo i freni, mi butto a sinistra, mi riattacco ai freni e butto la moto in curva… ok, non ho sentito il botto, non siamo caduti, la dea bendata assieme a San Brembo hanno fatto la loro parte, riprendiamo il grupp… quale gruppo? Ci siamo trovati tutti mischiati quindi… finiamo il turno da soli come se fosse una gara 😂😂😂.

A fine turno, ai box anche gli istruttori non ci capivano più niente, ma alla fine ci siamo divertiti tutti, non ci siamo ammazzati (questa è stata la cosa più importante) e ho verificato che senza un guida davanti me la sono cavata egregiamente.

In conclusione, per quanto io sia un motociclista da strada, il DRE mi ha permesso di divertirmi in assoluta sicurezza, di guidare in maggior scioltezza la moto, di avere maggiore consapevolezza dei limiti e delle capacità della moto. Un grazie quindi ai vari istruttori che ho incontrato nel corso dei vari DRE, da Roberto Rozza (Adria) passando per Vinicio Bogani (Mugello), Livio Bellone (Imola) fino a Fabio Massei (Misano) per avermi insegnato le basi della pista e per avermi permesso di migliorarmi ad ogni appuntamento.

NOTA: per motociclista da strada intendo che giro per strada, ma non significa che corro per strada: la strada è un luogo aperto al traffico con infiniti pericolo in più rispetto alla pista e senza vie di fuga quindi quando viaggio cerco di essere quanto più ligio possibile al codice della strada (e gli interventi fatti nel corso degli anni in ambulanza 118 me lo ricordano qualora mi dimenticassi di essere per strada…)

UNA SETTIMANA IN CROCIERA

Quest’anno ho tradito la mia amata Sardegna… Purtroppo io e Jennifer non avevamo le vacanze che coincidevano per 2 settimane per poter fare la solita formula vacanza volontariato a Villasimius così abbiamo deciso di concederci una settimana di assoluto relax e confort in crociera. Vi raccontiamo la nostra esperienza dato che era la prima volta per entrambi. Abbiamo però deciso di farlo in più puntate, un post per ogni giorno di crociera che cercherò di pubblicarlo ogni martedì.

La crociera è partita domenica 21/08 da Savona in direzione Civitavecchia prima e Napoli poi, quindi attraverserà il Mediterraneo in direzione Ibiza per un breve scalo a cui seguirà Valencia e Marsiglia poi tornare nuovamente a Savona domenica 28/08 per lo sbarco.

La nave assegnata è la “Costa Toscana”, nuovissima nave inaugurata proprio quest’anno. Una barchettina lunga solamente 337m, larga 42m e con 8,6m di pescaggio per quasi 190000 tonnellate di dislocamento. Il comandante Sebastiano Chrisam, durante un breve momento in cui ha parlato al pubblico, ha dichiarato che la nave è la seconda come classe dimensionale di navi da crociera ma la Toscana è la nave da crociera più avanzata tecnologicamente al mondo. Giusto per citare qualche altro numero che è emerso dalla presentazione, la nave può ospitare 6800 passeggeri oltre a un equipaggio composto da 1580 infaticabili persone (giusto per citare alcune squadre abbiamo 300 cuochi diretti da un executive chef italiano, 127 persone per i servizi bar, 287 addette alla pulizia, 187 camerieri, 100 tecnici alla gestione degli impianti di bordo). Insomma, una bagnarola…

Costa Toscana a Savona

Partiti alle 7:00 da casa (domenica di agosto con le ultime partenze, qualcuno che magari vuole fare una giornata al mare e gli immancabili lavori estivi delle autostrade…) arriviamo a Savona alle 9 e 45 con tanto di pausa caffè in autostrada (a proposito, uno dei peggiori caffè mai bevuti!!) ma dobbiamo attendere circa 20 minuti prima di poter accedere al Savona Parking dove abbiamo prenotato il parcheggio per il traffico portuale (noi partiamo, ma qualcuno ritorna…). Effettuato l’accesso, ci fanno scaricare i bagagli (onere loro caricarli in nave), fanno un breve check delle vettura per verificare lo stato (eventuali graffi, ammaccature,… ma la mia Giulietta per fortuna è immacolata) e paghiamo 91€ per i 7 giorni di crociera.
Entriamo al terminal crociere iniziamo le procedure di imbarco: controllo biglietti, registrazione con tanto di foto “segnaletica”, verifica del green pass e consegna della costa card che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Questo permetterà agli addetti della sicurezza di sapere sempre chi sale e chi scende dalla nave ma soprattutto, tramite la foto, di evitare possibili sostituzioni di persone (vi lascio immaginare il perché, non è difficile…).

Se da fuori la nave appare enorme, internamente è una vera e propria città sull’acqua! La cabina verrà consegnata verso le 14:00 pertanto abbiamo tempo per una prima “visita” della nave ma non prima di un caffè al ponte 8 dove c’è il ristorante buffet “La sagra dei sapori”. Usciamo all’esterno e sui ponti 7/8 si sviluppa la “Infinity Walk”, un percorso che gira completamente attorno alla nave. Internamente invece ai ponti 6/7/8 ci sono un’infinità di piccole boutique, bar, ristoranti, zone spettacolo come “il Colosseo” o il teatro “Poltrone Frau Arena”. Ai ponti 17/18/19 invece ci sono tutte le zone divertimento con piscine, scivoli, giochi acquatici, zone benessere e campo da basket/pallavolo. Insomma, le scelte non mancano…

Uno degli scivoli al ponte 18
Ponte 17
Passeggiata sul ponte 18 a poppa dove si può vedere l’Infinity bar al ponte 7…

Alle 14:00, come anticipato, al ponte 5 davanti alla nostra cabina, troviamo le valigie fuori dalla porta. La stanza si presenta ampia e confortevole (su consiglio di un amico abbiamo preso una stanza esterna con oblò ma senza balcone… e me ne pentirò!).

Sullo schermo gira un video/cartone animato con le procedure di sicurezza da seguire, le esercitazioni di sicurezza possono essere fatte anche via app ma occorre comunque presentarsi come richiesto alla propria “muster station”. Per circa 15 minuti, la nave cessa di funzionare e il personale, assieme ai turisti, simula l’emergenza (7 segnali brevi seguiti da uno lungo, come indossare il giubbotto salvagente e soprattutto capire dove trovarsi in caso di emergenza).
Ripresa la vita di bordo proviamo un aperitivo al Campari Corner del ponte 7 (i drink con il pallino giallo nel menù sono compresi nel pacchetto “my drinks” acquistato alla prenotazione). Per i pagamenti degli extra a bordo (se non inclusi nei pacchetti vacanza come ad esempio il nostro “my drinks”) si usa la costa card a cui è stata collegata la carta di credito.

Campari Orange per me, Aperol Spritz per Jennifer

Per la cena invece abbiamo un posto fisso assegnato per tutta la crociera. Al ponte 6 poppa lato sinistro c’è il ristorante “L’argentario”. Il cameriere è un ragazzo indiano di nome Ajay: massima professionalità nel suo lavoro, socievole il giusto, non una sbavatura in tutta la crociera… voto 10!

Ajay il cameriere e il Maitre Erwin che ci hanno accompagnato per tutta la crociera all’ “Argentario”

I menù si trovano sempre sul cellulare tramite QR Code perciò, avendo tutti i PDF scaricati, posso farvi vedere tutte le bontà disponibili ogni giorno al ristorante… quello del primo giorno è qui.

Ravioli di pasta fresca ripieni di patate, ragù di polpo al pomodoro e capperi fritti
Trancio di salmone e gamberone arrostito con salsa Olandese
Esplosione di Mandarino: namelaka al lime e cioccolato bianco, gelée al mandarino, ananas spadellato su un biscotto ricomposto alle nocciole

Come primo giorno non è male, cucina promossa a pieni voti! vediamo se alla fine la bilancia decreterà un impietoso “7 chili in 7 giorni” (o peggio!)

A fianco a noi una famiglia bergamasca (Paolo, Daniela e i figli Pietro e Anna) con cui facciamo amicizia e che ci terranno compagnia durante la crociera mentre siamo a bordo.

Facciamo un ultimo giro per la nave e poi a nanna presto, domani ci aspetta una giornata full day a Roma.

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day2 – Roma
Day3 – Napoli
Day4 – Sailing to Eivissa
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

BUONE VACANZE

Per una settimana stacco la spina da ogni tipo di attività lavorativa e di volontariato… Ci sentiamo tra una settimana, magari con un breve resoconto della vacanza 🙂

CIAO PIERO…

Oggi ci lascia un personaggio che da sempre ci ha accompagnato con semplicità e tanta passione alla scoperta di tantissime scienze.

Grazie Piero per averci donato la cultura e il sapere.

“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”

COME FUNZIONA UNA MISSIONE DI SOCCORSO

Questo post lo avevo scritto durante la pandemia sul sito www.cva-angera.it ma voglio riproporlo anche sulla mia pagina come informazione per tutti

In questo periodo in cui spesso leggiamo sui social attacchi verso medici, infermieri e operatori sanitari (tra cui anche noi) ci sembra doveroso spiegare come funziona realmente il sistema di emergenza “lato ambulanza” da quando prendiamo in carico la chiamata a quando rientriamo in sede.

La richiesta di soccorso viene inoltrata dalla SOREU dei Laghi (Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza dei Laghi che gestisce il soccorso sanitario delle provincie di Varese, Como e Lecco) tramite un sistema computerizzato chiamato EmmaWeb (acronimo di Emergency Management Web).

Da quando il PC inizia a suonare l’equipaggio ha 30 secondi per accettare la missione (in caso contrario scatta un allarme in SOREU per le opportune verifiche del perché non si è risposto alla chiamata) e nei successivi 2 minuti l’ambulanza deve partire dando l’apposito cambio di stato attraverso un tablet/radio posizionato a bordo del veicolo.

Se sullo schermo del PC è comparsa un’icona particolare (e in questo periodo accade molto spesso per non dire sempre) occorre procedere alla vestizione completa.

La procedura di vestizione consiste nel sanificare le mani, indossare la tuta, indossare più strati di guanti , i calzari, chiudere la tuta con nastro adesivo, indossare la mascherina FFP2 e gli occhiali o la visiera protettiva. Il tutto mentre il veicolo è in movimento verso la destinazione. Il tutto sempre secondo procedure scritte da AREU.

L’utilizzo di lampeggianti e sirene è regolamentato dall’articolo 177 del codice della strada e dal codice di invio della SOREU (solo codice giallo o codice rosso). La sirena bitonale inoltre emette un suono con precise caratteristiche e con una precisa pressione acustica regolamentate dal Decreto Ministeriale 17 ottobre 1980.

Arrivati sul luogo dell’evento viene comunicato lo stato “sul posto” tramite la radio/tablet, l’equipaggio (che nel frattempo ha concluso la procedura di vestizione) raggiunge il paziente e tramite una apposita applicazione presente nel cellulare di servizio chiamata INPRIMIS si indica alla centrale che il paziente è preso in carico dai soccorritori.

Effettua una valutazione del paziente secondo lo schema ABCDE (Airways, Breathing, Circulation, Disability, Exposure) i dati rilevati vengono scritti sempre nell’app per inviarli alla SOREU. Finita la valutazione si contattata la centrale per aggiungere ulteriori particolari rilevanti dell’evento e ricevere istruzioni.

Ora è possibile procedere allo spostamento del paziente verso l’ambulanza per raggiungere l’ospedale assegnato dalla centrale.

Caricato il paziente, tramite la radio/tablet viene dato lo stato “diretto in ospedale”. Anche in questo caso l’uso della sirena è dettato dal codice di gravità deciso esclusivamente dalla centrale operativa.

Arrivati in ospedale (stato “in ospedale” sulla radio/tablet) il paziente viene affidato al personale medico di PS. A questo punto partono due ulteriori procedure: quella di svestizione dell’equipaggio dai presidi di protezione contaminati (dove bisogna prestare la massima attenzione per non contaminarsi nel rimuovere quanto si indossa) e la procedura di pulizia e sanificazione dell’ambulanza. Quest’ultima operazione viene eseguita dall’equipaggio dell’ambulanza utilizzando soluzione alcoolica almeno al 75% o in alternativa con cloro al 3% su tutte le superfici del mezzo e su tutti i presidi utilizzati. Lo stato radio/tablet diventa “liberi in ospedale”

Finita la sanificazione del vano sanitario sul tablet viene dato lo stato di “rientro in sede” e l’ambulanza può così partire per ritornare in sede (senza lampeggianti e sirene accese) già operativa per un nuovo intervento.

Arrivati in sede (stato libero in sede) l’equipaggio conclude la missione ripristinando il materiale utilizzato durante la missione e compilando tutta la modulistica cartacea o elettronica richiesta dalle procedure AREU. Durante tutta la missione, ogni stato del veicolo è stato registrato dalla SOREU con l’orario per permettere il completo tracciamento della missione.

Non esistono quindi sirene con volume regolabile, ambulanze che vagano vuote con lampeggianti e sirena per creare panico, ambulanze vuote in fila al pronto soccorso in attesa di sanificazione, centri di sanificazione o altro. Esistono solo persone che stanno combattendo assieme a tutto il personale sanitario una battaglia contro un virus che è reale e che ci porta a vedere e toccare con mano tutti i giorni questa triste realtà che spesso si fatica a voler accettare.