Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro presso la ACE s.r.l. di Legnano. Passo le consegne da buyer alla mia (ex) collega Martina e da domani mi aspetta la Silvio Fossa S.p.A. dove inizierò un nuovo lavoro come responsabile distinte base. Un campo nuovo che niente ha a che vedere con quanto fatto fino ad oggi nella mia carriera lavorativa.
Ringrazio il Sig. Davide Barbui per l’opportunità lavorativa che mi ha dato e i colleghi dell’ufficio tecnico e della produzione che mi hanno guidato e supportato mentre cercavo di districarmi negli acquisti.
Auschwitz – Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci.
(Lapide presente presso il Sacrario ai Caduti di Marzabotto – Bologna)
Post Scriptum: sarebbe bello dimenticare anche queste persone per la loro deficienza…. perchè non hanno capito dove sono e che comportamenti dovrebbero tenere!
L’orologio dell’Apocalisse è una rappresentazione grafica di quanto manca ad una ipotetica fine del mondo elaborato dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists che, nel 1947, decisero di trasformare la propria pubblicazione ufficiale da semplice newsletter, nata due anni prima, in un periodico a cadenza mensile.
Lo scopo di questa rappresentazione è informare il pubblico e i leader politici mondiali riguardo al pericolo delle armi nucleari ma dal 2007 vengono considerati anche altri eventi pericolosi per l’intera popolazione mondiale come ad esempio i cambiamenti climatici.
Se consideriamo che l’orologio, nel 1947, era settato alle 23:53 e all’inizio dell’anno scorso era settato alle 23:58:20, è facile pensare a come la guerra nucleare non sia più l’unica preoccupazione. Con il settaggio 2023, a causa della guerra tra Ucraina e Russia e la non tanto velata minaccia di quest’ultima all’utilizzo delle armi nucleari, l’orologio è stato spostato avanti di altri 10 secondi. Mai si era arrivati così vicini alla mezzanotte…
Siamo pertanto a soli 90 secondi dalla ipotetica fine del mondo, non è forse il caso di pensare seriamente a ridurre queste minacce e a cercare di riportare indietro le lancette di questo pericoloso orologio?
Capita spesso su vari forum e sui social di vedere come risposta alla richiesta di soluzione di un problema “Togli il FAP e l’EGR!”. Ma cosa sono esattamente questi aggeggi? Iniziamo con il significato delle sigle: Filtro Anti Particolato e Exaust Gas Recirculation.
LA VALVOLA EGR
La valvola EGR viene utilizzata nei motori a gasolio e a benzina per abbattere le emissioni di ossidi di azoto (NOx). Ciò si ottiene reimmettendo nei cilindri una parte dei gas di scarico: in tal modo la temperatura di combustione si abbassa e di conseguenza la produzione di NOx. Il ricircolo deve essere controllato per limitarlo allo stretto indispensabile, altrimenti le prestazioni e la funzionalità del motore verrebbero compromesse. Per questo, si utilizza la valvola EGR, che modula il flusso dei gas esausti che vengono riaspirati. Tale dispositivo è controllato dalla centralina di gestione del motore e viene comandato mediante un attuatore pneumatico o, più spesso, elettrico, che varia il grado di apertura dell’otturatore della valvola in modo da ottenere la portata di gas richiesta.
IL FAP/DPF
Installato su tutte le vetture a partire dalla Euro4 alimentate a gasolio, ha il compito di intrappolare le micro particelle (PM10) e bruciarle, impedendo che possano poi volatilizzarsi nell’aria.
I gas passano attraverso il filtro, il quale intrappola le particelle in questione e, dopo un certo quantitativo intrappolato, le brucia per poi scaricarle a terra senza che vadano in dispersione nell’aria. La posizione tipica è a valle dei collettori di scarico (ci sono case automobilistiche che scelgono un’installazione più distante dal motore, più spostata verso i tubi di scappamento, altre che invece prediligono un posizionamento più prossimo al propulsore per sfruttare il maggior calore dei fumi e quindi bruciare meglio le particelle). La composizione del FAP è metallica, in carburo di silicio. La maglia è molto fitta e si compone di piccole celle che hanno la funzione di intrappolare il particolato. È importante evidenziare una differenza sostanziale: il FAP funziona grazie alla cerina, ovvero una sostanza che agevola l’aggregazione delle sostanza da bruciare (da sostituire ogni 80000km), mentre il DPF non prevede questo additivo. Per questo spesso viene erroneamente utilizzata la nomenclatura FAP per identificare tutti i sistemi di filtro antiparticolato. Il FAP raggiunge quindi la temperatura di circa 400 °C per bruciare le sostanze e ridurre le dimensioni delle microparticelle, espellendo poi il tutto dai tubi di scarico. Durante la marcia, quando il filtro raggiunge un predeterminato livello di saturazione, un iniettore speciale inietta gasolio nel circuito per facilitare la combustione, il regime del minimo si alza e le particelle PM10 bruciano (spesso si vede anche un incremento del consumo istantaneo di carburante e cambia leggermente il rumore del veicolo). FAP e DPF sono differenti solo nella tecnica di funzionamento. La cerina ha il compito di ridurre le temperature di combustione, facilitando però l’aggregazione del particolato, invece il DPF lavora a temperature molto più alte perché non si avvale dell’additivo.
COSA DICE LA LEGGE
È importante sapere però che l’art. 78 del Codice della Strada vieta espressamente modifiche alle caratteristiche costruttive dei veicoli. Quindi eliminare il FAP/DPF è illegale così come rimuovere l’EGR (valvola di ricircolo dei gas di scarico) o modificare la centralina delle vetture. Oltre a causare danni all’ambiente, chi viola la norma va incontro a:
multa da 431€ a 1734€;
ritiro della carta di circolazione del veicolo;
obbligo di ripristinare il FAP.
Quindi paghi per toglie per poi pagare la multa, pagare il meccanico per rimontarli e pagare la revisione del veicolo… Oltre ai fermi macchina imposti dalla sanzione… Soluzione perfetta!
Ultimamente la mia Giulietta soffriva di problemi all’autoradio. A dirla tutta, per quanto la considero un’ottima vettura con eccellenti caratteristiche dinamiche per la sua categoria, è sempre stata carente dal sul lato infotainment. Ora il problema al bluethoot mi ha fatto pensare seriamente al cambio del sistema ma… che cosa installare? Si potrebbe pensare a una radio Alpine che sicuramente è un ottimo sistema ma su una vettura che ha già 5 anni non ne vale la pena spendere circa 1100€. Leggendo i vari forun ho scoperto le autoradio Atoto, marchio cinese ma che a detta di molti fa il suo sporco lavoro senza lode e senza infamia.
Guardando sul loro sito principalmente ci sono i modelli della serie A e S che sono su base Android e i modelli serie F che sono basati su Linux Gemini. Ho deciso di puntare sulla serie A scegliendo una A6 PF. Vediamo com’è questa autoradio
Il pacco consegnato da Amazon conteneva l’autoradio, i vari cavi di collegamento e interfaccia con il veicolo, le staffe, l’antenna GPS e un microfono supplementare da installare nel veicolo.
Il problema è al solito l’adattamento della radio alla plancia del veicolo e qui ci vien incontro Alpine che ha una mascherina per autoradio perfettamente compatibile tra display 7 pollici e plancia Alfa Romeo
Resta un ultimo problema da risolvere: adattare il sistema Alfa con quello Atoto per recuperare le funzioni (comandi al volante e altro). Qui ci viene in aiuto la centralina supplementare della Connects2
Proviamo adesso a montarla… Per prima cosa smontiamo la plancia frontale che, per fortuna, con una vite si sblocca e tutto è montato a incastro. L’autoradio vecchia è tenuta in posizione da 4 viti facilmente rimovibili. Sul retro basta staccare i 3 connettori e il gioco è fatto.
La nuova autoradio invece deve interfacciarsi con la centralina aggiuntiva e il veicolo ma anche qui il lavoro è semplice e, seguendo le istruzioni, il tutto si monta facilmente.
Proviamo ad accenderla. Il sistema Android si avvia velocemente. L’audio è pressochè uguale a quello dell’autoradio di serie. Abbiamo perso la porta AUX ma non la usavo nemmeno prima quindi non ne sento la mancanza. La porta USB è recuperata e funziona senza problemi anche in ricarica. Proviamo a effettuare il pairing bluethoot e senza problemi il sistema si collega facendo partire in automatico Android Auto. L’autoradio ha qualche piccola personalizzazione da fare a livello audio, il colore dei tasti è da impostare sul rosso come il resto della plancia e il cambio sfondo con qualcosa con il logo Alfa Romeo (basta trovare immagini in formato 1024×600 o adattarsele tramite qualche software).
Come software aggiuntivo consiglio
Car Launcher (launcher alternativo a quello default Atoto)
NavRadio (app radio che migliora la ricezione rispetto a quella standard)
PowerAmp (player audio con molte più personalizzazioni)
Dopo un po’ di tempo di utilizzo devo dire che i forum avevano ragione: un’autoradio semplice ma che fa il suo lavoro. La consiglio? Se non avete grandi pretese a livello audio il prodotto va più che bene. Se cercate invece qualcosa dalle grandi performance per le vostre orecchie allora il prodotto potrebbe deludervi.
Un brutto risveglio oggi, leggendo della scomparsa di Ken Block.
Gli appassionati di motorsport lo conoscono sicuramente, per gli altri Ken è stato un pilota di rally ma soprattutto un bravissimo stuntman. Questa sua abilità la mise a frutto sul web dove ebbe modo di fare dei video molto spettacolari che lascio qui sotto in visione. Buon viaggio Ken, anzi, buoni traversi tra le nuvole….
Anche il 2022 è giunto al termine. Un anno che purtroppo lavorativamente è stato deludente. L’azienda per la quale lavoravo si è rivelata tutto fumo e niente arrosto pertanto mi ha portato alla risoluzione del contratto per entrare a far parte di una nuova realtà che, al contrario, promette molto bene. Come si dice: chiusa una porta si apre un portone!
Con Jennifer si è rafforzato il rapporto e, anche se come capita in tutte le coppie c’è stata qualche piccola incomprensione, il rapporto va a gonfie vele e siamo andati a convivere sotto lo stesso tetto 🙂
Sicuramente il 2022 mi ha confermato la falsità di alcune persone che sono amiche solo per interesse. Meglio perderle che trovarle.
Speriamo quindi in un 2023 che porti un po’ più di tranquillità sotto certi aspetti anche se, come sempre, le cose più importanti sono la salute e l’amore.
Ieri sera abbiamo provato una nuova ricetta per il risotto. Esperimento che si è esteso non solo all’equipaggio di turno ma anche all’equipaggio reperibile e a un ospite…
INGREDIENTI
1kg di riso carnaroli
3l di brodo vegetale
400g di speck
100g di pistacchi già sgusciati
100g di pecorino
1 bicchiere di prosecco
Olio di oliva, sale q.b.
PROCEDIMENTO
in un tegame far saltare lo speck fino a farlo diventare croccante
in una pentola mettere il riso e farlo tostare per 5 minuti con un filo d’olio
Leggendo il Corriere della Sera di oggi mi sono imbattuto in questo articolo (click sulla foto per aprire il link)
Partimo dal presupposto che la morte cardiaca improvvisa, come già scritto in altre occasioni, fa 60000 morti all’anno.
All’attivazione del sistema di emergenza, che avviene componendo il 112, il PSAP1 (Public Safety Answer Point) risponde immediatamente e screma le telefonate urgenti da quelle non urgenti per poi smistarle al PSAP2 di competenza (soccorso sanitario, vigili del fuoco, forze dell’ordine)
Le 3 centrali CUR-NUE112 (Centrale Unica di Risposta – Numero Unico Emergenza) lombarde (Varese, Milano e Brescia), dispongono di un servizio di traduzione multilingua h24 che vengono attivati immediatamente in caso di necessità.
Continuando a leggere l’articolo “era abituato alle corse solitarie in quel dedalo di sentieri dalla natura rigogliosa, ma impervi e isolati.” e successivamente “Poco dopo essersi accasciato, molto probabilmente per un’aritmia cardiaca, è arrivato un soccorritore. Passava di lì per caso: d’estate la zona è affollatissima, mentre d’autunno, con la nebbia e l’umidità, non ci va quasi nessuno. Si trattava di un pilota di aerei britannico, che vive a Londra: era atterrato a Milano ed aveva approfittato della giornata libera per andare anche lui a passare un freddissimo sabato pomeriggio a pedalare nei boschi.”
Da quanto leggo quindi non solo si era in una zona non facilmente raggiungibile ma anche chi ha chiamato non sapeva bene dove si trovava. Mettetevi nei panni dell’operatore del PSAP1: deve interagire con una persona straniera, tramite il sistema di traduzione, con una persona che non conosce bene la zona. Secondo voi la chiamata poteva essere breve? Ma soprattutto PSAP1 e PSAP2 dovevano attivare solo un’ambulanza o magari servivano Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, Elisoccorso, Corpo Nazionale Soccorso Alpino E Speleologico per poterlo soccorrere in sicurezza (non dimentichiamoci che i soccorritori non devono passare da soccorritori a vittime…)
Non è importante saper parlare l’inglese da parte del PSAP1 (e comunque le competenze ci sono visto che si attiva il sistema di professionisti linguistici!), importa invece sapere che esiste un’app per il cellulare che geolocalizza il chiamante in caso di emergenza.
L’app si chiama “112 Where Are U” ed è disponibile sia per Android che per iOS e, se malauguratamente dovesse capitare di chiamare i soccorsi, l’operatore sa dove siete con precisione GPS (quindi nel raggio di 5m) e i soccorsi potranno essere più tempestivi! In più, in caso di emergenza in cui non si può parlare, l’app consente di effettuare la “chiamata muta”: l’operatore saprà chi siete, dove siete, di chi avete bisogno ma soprattutto che non potrete parlare (mi vien da pensare una rapina oppure un caso di violenza domestica o più semplicemente una persona muta).
Il mio consiglio è di scaricare l’app, aprirla una prima volta per registrarsi (tranquilli, AREU non farà telemarketing e non vi venderà nulla!) ma soprattutto di diffonderla ai vostri amici e parenti!
Piccola esperienza personale: motoraduno nel pavese, in mezzo alle risaie e senza un punto di riferimento una persona si è sentita male. Utilizzando l’app il PSAP1 mi ha immediatamente riconosciuto e geolocalizzato senza perdere 1 secondo. Se avessi dovuto dare indicazioni per raggiungermi avrei avuto io stesso delle difficoltà…
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