ARROSTO ALL’UVA

Uno dei frutti tipici di questo periodo é l’uva e ho pensato di usarla per un secondo piatto…

INGREDIENTI

  • 1kg di noce di vitello
  • 50g di burro
  • Olio extravergine di oliva
  • Un bicchiere di vino bianco
  • 1 rametto di rosmarino
  • 10 foglie di salvia
  • 1 cipolla
  • 3 carote
  • 1 gambo di sedano
  • 20 acini d’uva bianca
  • 20 acini d’uva rossa

PROCEDIMENTO

Sciogliere il burro e aggiungere l’olio, la salvia e il rosmarino quindi mettere la carne e iniziare a rosolarla. Aggiungere ora il vino e sfumare per circa 15 minuti a fuoco basso.

Portare ora la carne e il sugo di cottura in una teglia da forno aggiungendo le carote, il sedano e la cipolla.

Infornare a 180°C per 50 minuti girandolo ogni tanto.

Togliere ora carote, cipolla, sedano, rosmarino e salvia. Aggiungere gli acini d’uva tagliati a metà e continuare la cottura per circa 20minuti.

Se volete potete continuare a parte la cottura delle carote e della cipolla per usarli come contorno.

Tagliare l’arrosto, metterlo sul piatto con del sugo di cottura e gli acini e le verdure.

Buon appetito!

SA COSTEDDA DE TAMATA

Sa costedda de tamata é un piatto tipico di Villasimius (CA) e, svolgendo turni di servizio ambulanza nell’associazione locale, ho avuto modo non solo di assaggiare questo semplice e gustoso piatto ma anche di aver avuto modo di vedere la sua preparazione con Gianni che per anni ne preparava circa 200kg al giorno.

Ingredienti

  • Pomodori 2kg
  • 300g di farina
  • 10/15g di lievito di birra
  • 30g di sale
  • 80g di olio extravergine di oliva
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 mazzetto di basilico
  • Strutto (o burro) q.b. per ungere la teglia

Preparazione

Tagliare a dadini molto piccoli i pomodori, sminuzzare il basilico e l’aglio e unire il tutto aggiungendo il sale. Lasciare riposare almeno mezz’ora per permettere ai pomodori di “fare acqua”.

Prendere un contenitore e trasferire 300 ml di acqua dei pomodori quindi aggiungere il lievito sciolto in poca acqua e farina. Amalgamare il tutto e lasciare riposare per almeno 30 minuti.

Aggiungere ora all’impasto olio e pomodori.

Preparare le teglie con burro o strutto, stendere l’impasto uniformando l’impasto, spolverare la superficie con olio.

Infornare a 220°C per 40/50 minuti a seconda se si preferisce la focaccia più morbida o più croccante.

Buon appetito, fatemi sapere nei commenti se vi è piaciuta 🙂

Pronta per essere infornata
Post cottura… e quasi divorata!

IL FARO MANGIABARCHE

Durante il mio soggiorno in Sardegna, nell’isola dell’isola cioè a Sant’Antioco (che è la quarta isola d’Italia per estensione) mi sono goduto un bellissimo tramonto di fronte allo scoglio Mangiabarche e al suo faro.

Il faro, costruito nel 1935, è posizionato su un isolotto di roccia a un centinaio di metri dalla riva all’altezza della Punta della Tonnara, alla fine di Spiaggia grande. Il nome deriva proprio dai numerosi naufragi che sono avvenuti nei secoli.

«Vidi un grande scoglio, circondato da altri più piccoli, dei quali emergevano dall’acqua solo le punte. Aguzze e pericolose. Le onde spinte dal maestrale si schiantavano contro le rocce, arrivando a bagnare con i loro spruzzi il faro che si ergeva nel punto più alto. L’origine del nome era evidente: sembrava la dentatura di una mostro marino»

Massimo Carlotto, Il mistero di Mangiabarche

LA NUOVA CENTRALINA PRO

Ascoltare i cliente, raccogliere le loro richieste e far tesoro dei suggerimenti aiuta sempre a migliorarsi e a migliorare i prodotti. Facendo tesoro del primo anno e mezzo in azienda e dovendo aggiornare la centralina di comando delle coperture causa obsolescenza di alcuni componenti ho convinto la proprietà aziendale a sviluppare una nuova centralina in collaborazione con il nostro fornitore.

Layout disegnato a CAD della centralina

Partiamo dal primo elemento: l’adozione di un trasformatore di tipo toroidale al posto di un trasformatore tradizionale. Questo consente di avere un minor ingombro e peso a parità di caratteristiche elettriche, un rendimento più alto che si traduce in minor calore disperso e minor consumo energetico. Ha inoltre maggior silenziosità durante il funzionamento. Per contro ha un costo maggiore rispetto a un trasformatore tradizionale (dovuto al processo di fabbricazione) ma senz’ombra di dubbio i vantaggi sono maggiori rispetto agli svantaggi.

La scheda è stata completamente rivista sia sulla parte hardware che su quella software:

  • Il nuovo display matrix 16×4 fornisce le informazioni base durante il funzionamento dell’impianto e semplifica le operazioni di programmazione da parte dell’installatore che deve seguire i messaggi e non impostare dei codici come nel vecchio modello con display a 2 cifre
  • Il software effettua durante la fase di installazione un check sul verso di rotazione: non è quindi più necessario cambiare i cablaggi in caso di installazione errata del motore, cablatura elettrica errata (ovviamente +5Vcc e GND dovranno sempre essere collegati correttamente!) o in caso di aggiunta di riduttori supplementari che invertono in senso di rotazione
  • L’adozione di una porta USB permette la configurazione da PC e lo scarico di del log dei dati in modo da semplificare l’individuazione di eventuali problemi e la loro risoluzione
  • Un nuovo rivestimento protettivo garantisce una migliore resistenza alla corrosione della scheda (la centralina a volte viene installata in locali dove può esserci molta umidità e in ambiente con vapori di cloro che possono a lungo andare danneggiare la scheda se non installata correttamente)
  • Un comando arresto pompe di ricircolo: all’azionamente della copertura vengono fermate per evitare che, in situazione particolari quali ad esempio tracimazioni solo su un lato, la copertura possa derivare su un lato creando possibili problematiche di funzionamento. Le pompe riprenderanno poi a funzionare nel momento in cui la copertura ha finito la movimentazione di apertura/chiusura vasca
  • Un comando cloratore: mediante relè di scambio il cloratore viene disattivato quando la copertura viene chiusa garantendo così un risparmio di cloro
  • Adozione di 2 uscite ausiliarie per collegare eventuali accessori supplementari (ad esempio luci o la doccia)

In un’epoca sempre più smart, dove tutto viene comandato dagli smartphone, non poteva mancare come optional una scheda di interfaccia bluetooth con app dedicata dove non solo è possibile comandare la copertura e le 2 uscite ausiliarie ma per gli installatori è stata inserita la funzione “programmazione finecorsa” in modo da poter effettuare l’operazione da bordo vasca e lo scarico delle ultime righe di log per inviarle in azienda e fornire da remoto eventuali indicazioni.

Dal mio smartphone la vedo così semplicemente perchè uso il tema scuro….

Anche la grafica è stata rivista per cercare di avere uno stacco con il passato mantenendo la chiarezza dei comandi

Il primo prototipo è stato presentato a ForumPiscine 2020 in sede separata rispetto alla Smartpool è, nonostante i rallentamenti di sviluppo e test dovuti alla pandemia COVID-19 prima e alla difficoltà di approvvigionamento di materiale dopo, finalmente la nuova centralina può essere commercializzata!

Nota: questo articolo non vuole essere assolutamente una pubblicità all’azienda e al prodotto ma semplicemente un momento di gioia per un piccolo risultato raggiunto nel mio lavoro grazie anche alla competenza del nostro fornitore e dei suoi partner: fare squadra aiuta sempre!

LEGHE DELL’ALLUMINIO

Rame (Cu), Silicio (Si), Magnesio (Mg), Zinco (Zn), Manganese (Mn) sono i leganti utilizzati per l’alluminio a costituire le leghe madri; accanto ad essi si possono impiegare elementi che migliorano alcuni aspetti prestazionali delle leghe, conosciuti come correttivi. Si trovano aggiunte, per scopi particolari, piccole percentuali di nichel, titanio, zirconio, cromo, bismuto, piombo, cadmio scandio ed anche stagno e ferro, quest’ultimo peraltro sempre presente come impurezza.Quando gli elementi sopra menzionati vengono aggiunti all’alluminio di base da soli si hanno leghe binarie, quando aggiunti a due a due o a tre a tre si hanno rispettivamente leghe ternarie o leghe quaternarie. Ogni elemento possiede il suo particolare effetto, per esempio:

  • Silicio: migliora la colabilità e riduce il coefficiente di dilatazione;
  • Magnesio: aumenta la resistenza alla corrosione in ambiente alcalino e in mare;
  • Manganese: aumenta la resistenza meccanica e alla corrosione;
  • Rame: accresce la resistenza meccanica, soprattutto a caldo;
  • Zinco: soprattutto se associato al magnesio, conferisce un’elevata resistenza meccanica.

SERIE 1000 (Alluminio puro almeno al 99%)

Queste leghe sono caratterizzate da eccellente resistenza alla corrosione, conducibilità termica ed elettrica elevate, buona lavorabilità, caratteristiche meccaniche piuttosto basse.
Le caratteristiche meccaniche possono essere aumentate, entro certi limiti, mediante incrudimento.
Le principali applicazioni comprendono impianti chimici, corpi riflettenti, scambiatori di calore, conduttori e condensatori elettrici, applicazioni architettoniche e decorative.

SERIE 2000 (Avional)

Lega base Rame da trattamento termico (richiedono un trattamento di solubilizzazione, tempra ed invecchiamento per sviluppare i valori meccanici di impiego); dopo trattamento termico sviluppano caratteristiche meccaniche confrontabili con quelle degli acciai al carbonio.
La loro resistenza alla corrosione è meno elevata di quella di altre leghe di Alluminio; per questo motivo in applicazioni critiche richiedono opportuni sistemi di protezione; per la medesima ragione le lamiere sottili sono disponibili anche in versione placcata con altre leghe di Alluminio con migliore resistenza a corrosione.
Vengono utilizzate per parti e strutture che richiedono elevati rapporti resistenza/peso (ruote di velivoli e mezzi di trasporto terrestre, strutture aeronautiche, sospensioni automobilistiche) per temperature di impiego fino a circa 150°C.
Sono caratterizzate da eccellente lavorabilità alle macchine utensili e (tranne la lega 2219) da limitata saldabilità per fusione. Con l’aggiunta di elementi quali Mg, Mn, Si, Ni, Li, esse vengono usate spesso per applicazioni strutturali sugli aerei e in generale dove occorrono buone caratteristiche meccaniche e leggerezza.

SERIE 3000

Lega base Manganese; in generale il vantaggio conferito dal Manganese è quello di aumentare la resistenza meccanica delle leghe lavorate e di ridurre la sensibilità alla corrosione intergranulare ed alla stress corrosion, ma l’eventuale presenza di composti intermetallici causa una diminuzione di duttilità.

SERIE 4000

Lega base Silicio; la sua importanza è dovuta all’aumento di fluidità e alla riduzione del coefficiente di dilatazione termica conferito dall’aggiunta di piccole quantità di questo alligante, proprietà molto utile nella tecnologia dei getti e nelle saldature. La durezza delle particelle di Silicio conferisce infine una buona resistenza all’usura.

Nell’uso commerciale a questo sistema vengono aggiunti altri elementi in lega quali per esempio il Rame e il Magnesio.

SERIE 5000 (Peraluman)

Lega base Magnesio il quale che conferisce doti particolari di resistenza alla corrosione, oltre a buona resistenza a caldo ed ottime doti di duttilità e lavorabilità. In genere non richiede trattamento termico di invecchiamento e presentano buona saldabilità per fusione. Il Magnesio mostra una buona solubilità nell’alluminio (seconda solo allo zinco) e, per questo, leghe con concentrazioni minori del 7% non mostrano una apprezzabile precipitazione (tuttavia se sono presenti altri elementi questa percentuale diminuisce), ma è possibile comunque ottenere un discreto effetto indurente tramite la lavorazione a freddo, visto che il Magnesio permette di conservare un’ottima duttilità; infatti si tratta di leghe da incrudimento le cui caratteristiche meccaniche possono essere aumentate mediante laminazione a freddo, mentre non si possono aumentare mediante trattamento termico; le caratteristiche meccaniche sono in generale inferiori a quelle delle leghe della serie 2XXX. Il Magnesio fornisce inoltre un’eccellente resistenza alla corrosione e una buona saldabilità: queste caratteristiche vengono sfruttate nella costruzione delle carrozzerie in Alluminio. La resistenza alla corrosione è elevata, anche in ambiente marino.

SERIE 6000 (Anticorodal)

Lega base Silicio e Magnesio. Si tratta di leghe da trattamento termico; dopo trattamento termico sviluppano caratteristiche meccaniche intermedie, in generali inferiori a quelle delle leghe della serie 2000. Presentano buona formabilità, lavorabilità, truciolabilità e saldabilità. Vengono utilizzate per applicazioni architettoniche, telai motociclistici e ciclistici, strutture saldate in genere. Questo sistema costituisce la classe principale di leghe per i pezzi lavorati a caldo e per quelli ricavati da fusione. Esse riescono a combinare alcune caratteristiche favorevoli: buone resistenze meccaniche, sensibilità relativamente bassa alla tempra, buona resistenza alla corrosione.

SERIE 7000 (Ergal)

Lega base Zinco, l’elemento che ha la solubilità più elevata nell’alluminio. Generalmente le leghe binarie Al-Zn non vengono usate, ma vengono preferite leghe Al-Zn-Mg. Si tratta di leghe da trattamento termico; queste leghe sviluppano le caratteristiche meccaniche più elevate tra le leghe d’Alluminio; lo Zinco aumenta la resistenza e la durezza, oltre a favorire l’autotemprabilità della lega. Le leghe Al-Zn-Mg, trattate termicamente, hanno la più elevata resistenza a trazione di tutte le leghe di alluminio. Le leghe con le caratteristiche meccaniche più elevate possono presentare sensibilità a tensocorrosione; per questo motivo sono stati sviluppati trattamenti “stabilizzanti” specifici. Presentano buona lavorabilità alle macchine utensili e, nella maggior parte dei casi, scarsa saldabilità per fusione. Vengono utilizzate per strutture aeronautiche e di mezzi di trasporto, ed in generale per parti molto sollecitate.

CONCLUSIONI

Le differenze tra le diverse leghe sono straordinariamente variabili. La resistenza meccanica a trazione ad esempio varia dai 65 MPa della lega 1080-0 ai 580 MPa della lega 7075-T6 (rapporto di 8,9). Il rapporto tra massa e caratteristiche meccaniche fanno sì che il materiale più utilizzato nelle industrie aerospaziali ed aeronautiche sia oggi la lega di Alluminio. La resistenza alla corrosione è altrettanto variabile da lega a lega. Per le leghe della serie 5000 e 6000 questa caratteristica è classificata ai massimi livelli. Le leghe 2000 e 7000 sono invece classificate con resistenza alla corrosione da insufficiente a pessima. Le leghe di Alluminio da utilizzare in ambienti particolarmente corrosivi devono quindi appartenere al primo gruppo.

L’ALLUMINIO

L’alluminio è un materiale largamente utilizzato nell’industria. Nonostante sia un materiale relativamente “giovane” e sviluppato nell’ultimo secolo, ha preso subito piede nell’industria per via di sue molteplici proprietà:

  • L’alluminio possiede un basso peso specifico (2700 Kg/m3) che si traduce in un notevole vantaggio nelle applicazioni industriali;
  • possiede resistenza meccanica fino a oltre 560 MPa; il limite di snervamento è di circa l’85% della resistenza a rottura; ciò permettere di risolvere la maggior parte dei problemi in numerosissime applicazioni.
  • la resistenza meccanica aumenta alle basse temperature, senza che si evidenzino fenomeni di transizione duttile/fragile;
  • L’alluminio garantisce resistenza elevata ed elevata capacità di deformarsi elasticamente sotto carico, ritornando alla forma iniziale una dopo l’urto o dopo che è stato rimosso il carico applicato;
  • Il prodotto estruso/laminato si può produrre in una vastissima serie di forme (profili standard e a disegno, estrusi e trafilati, etc..), in funzione delle svariate esigenze dell’utilizzatore;
  • L’ottima truciolabilità consente un a facilità di lavorazione dello stesso metallo alle macchine utensili;
  • La proprietà di deformarsi permanentemente ne agevola l’impiego anche in applicazioni complesse;
  • L’ottima conduttività elettrica lo rende indispensabile in ambito elettronico e nelle applicazioni elettriche: la sua conducibilità elettrica è circa doppia di quella del rame (2.55 m W cm a temperatura ambiente);
  • Analogamente, grazie alle ottime capacità di trasmissione del calore, è ottimale in tutte quelle che richiedono dissipazione di calore. A parità di costo e di peso l’alluminio conduce molto più calore di qualsiasi altro metallo (2.37 W cm-1 °K-1)
  • Grazie al trattamento superficiale di ossidazione anodica protettiva, facilmente applicabile al metallo, si incrementa lo strato naturale di ossido protettivo. Attraverso i trattamenti di anodizzazione, conversione chimica e verniciatura, il metallo non si corrode né si deteriora nel tempo, pertanto gli elementi costruttivi in alluminio resistono a lungo senza richiedere manutenzione;
  • L’alluminio non emette scintille, e quindi risulta ideale ovunque vi siano pericoli di esplosione o di incendio;
  • La riflettività dell’alluminio è molto elevata, ed i prodotti in alluminio ad alta riflettività possono essere vantaggiosamente utilizzati quali schermi per luce, radiazioni infrarosse, onde radio;
  • I prodotti in alluminio non bruciano e non producono fumi tossici anche alle temperature più elevate;
  • la resistenza meccanica aumenta alle basse temperature senza significativi fenomeni di fragilizzazione; ciò fa delle leghe di alluminio materiali ideali per le applicazioni criogeniche, e comunque per applicazioni a temperature esterne estremamente basse;
  • La moltitudine di trattamenti superficiali ai quali può essere sottoposto il metallo ne esaltano l’aspetto e di conseguenza la sua applicazione nella creazione di particolari a vista;
  • L’alluminio risulta amagnetico e quindi si presta particolarmente per applicazioni ad alta tensione, per applicazioni
  • elettroniche e in generale in presenza di forti campi magnetici attorno ad apparecchiature sensibili ai campi magnetici;
  • L’alluminio è un metallo atossico e pertanto largamente utilizzato nell’industria alimentare;
  • L’alluminio può essere assemblato per fissaggio meccanico con viti, bulloni, chiodi, rivetti a strappo; si possono realizzare assemblaggi strutturali; è possibile effettuare unioni per fusione e brasatura;
  • L’alluminio è diventato, nell’arco di un secolo di eccezionale sviluppo, il metallo più variamente utilizzato al servizio dell’umanità. La chiave della sua vincente competitività risiede senza dubbio nell’insieme delle sue caratteristiche non riscontrabili in nessun altro metallo, preso individualmente;

I materiali a base alluminio possono essere riciclati indefinitamente senza perdere le caratteristiche superiori del metallo, e i loro rottami conservano un valore elevato; ciò ne fa articoli estremamente interessanti dal punto di vista sia dell’impatto ambientale che economico.

LO SFIGMOMANOMETRO

Lo sfigmomanometro è quell’apparecchio manuale o automatico che consente la misurazione della pressione arteriosa cioè la pressione esercitata dal sangue pompato dal cuore sulla parete delle arterie. Poichè il cuore batte ad intervalli regolari, è possibile distinguere una pressione “massima” o “sistolica” che corrisponde al momento in cui il cuore si contrae (sistole) ed una pressione “minima” o “diastolica” che corrisponde alla pressione che rimane nelle arterie momento in cui il cuore espandere (diastole) per riempirsi di sangue.

La misura della pressione avviene in maniera indiretta (metodo di Riva-Rocci) posizionando un bracciale sul braccio e posizionando il fonendoscopio in corrispondenza dell’arteria omerale. Si va inoltre a prendere il polso radiale del paziente.

IPERTENSIONE – 2 « I blog di Alessio Empoli
Diapositiva 1

Si inizia ora a gonfiare il bracciale finché non si percepisce più il polso radiale: questo significa che la pressione esercitata dal bracciale (curva in blu) è maggiore della massima pressione esercitata dal sangue (linea orizzontale tratteggiata in rosso), nel fonendoscopio non si percepisce nessun suono.

A questo punto si inizia a sgonfiare il manicotto lentamente (circa 2mmHg/s) finché nel fonendoscopio non viene udito un suono: questo è il I tono di Korotkoff che è semplicemente il rumore che produce il sangue quando inizia a fluire nel vaso sanguigno (che ricordo essere elastico). La pressione indicata dal manometro è pari a quella sistolica. Il polso radiale in condizioni normali inizia a ricomparire.

Con l’ulteriore diminuzione della pressione del manicotto l’arteria resta pervia per periodi sempre più lunghi, durante i quali il sangue che scorre con moto turbolento continua a fare rumore sempre più debolmente

poco prima della  scomparsa si ausculta il IV tono di Korotkoff: in questo momento la pressione nel bracciale è pari alla pressione diastolica. Il polso radiale resta!

Ricapitolando

Perioperative Noninvasive Blood Pressure Monitoring | Semantic Scholar

Come sempre questo post non vuole essere un trattato di medicina o un articolo scientifico che va a sostituirsi ai sacri testi e come sempre non voglio insegnare il mestiere a chi lo fa per professione ma vuole essere una semplice spiegazione del come funziona questo strumento per i “non addetti ai lavori”. Al solito resto disponibile per un confronto costruttivo.

LA TEMPESTIVITA’ DEI SOCCORSI

Europei di calcio, partita Danimarca-Finlandia, 43° minuto. Christian Eriksen crolla a terra. Arresto cardiaco. il calciatore danese ha 29 anni. Possibile che sia veramente vittima di un arresto cardiaco? La risposta è (purtroppo) SI.
Non mi soffermerò sulle cause che hanno portato all’arresto cardiaco del giocatore perché non ne ho le competenze ma voglio invece sottolineare 2 aspetti fondamentali di questo episodio.
Il primo è che la catena dei soccorsi ha funzionato perfettamente (riconoscimento immediato dell’arresto cardiaco, inizio immediato delle manovre rianimatorie e defibrillazione precoce) che hanno permesso di salvare la vita al giocatore.

Qui però voglio fare un appunto: il defibrillatore è un apparecchio che tratta solo determinate casistiche di arresto cardiaco e la fortuna ha voluto che fosse una di quelle che hanno colpito Christian Eriksen. Quindi togliamoci dalla testa che il defibrillatore è una certezza nella sopravvivenza del paziente! Saperlo usare è un plus e sono assolutamente favorevole alla sua diffusione e all’utilizzo da parte della popolazione ma non voglio che passi il messaggio “c’è il defibrillatore, allora sicuramente lo salvo!”. Approfondirò in un futuro post il discorso della defibrillazione.

L’altro aspetto positivo che voglio evidenziare è quello della squadra: in un momento così delicato e in un mondo che vuole sempre essere di più un reality hanno fatto muro e hanno protetto la privacy del giocatore e dello staff medico intervenuto mentre lavoravano.


Di tutto ciò comunque la cosa più importane è una sola: che Christian Eriksen stia bene!

IP STATICO O DINAMICO?

Un indirizzo IP (dall’inglese Internet Protocol address) è un numero del pacchetto IP che identifica univocamente un dispositivo (detto host) collegato a una rete informatica che utilizza l’Internet Protocol come protocollo di rete per l’instradamento/indirizzamento. Questo dato è inserito nell’intestazione (o header) del datagramma IP per l’indirizzamento tramite appunto il protocollo IP.

In parole povere è come l’indirizzo di casa che lasciamo ad un corriere per recapitare un pacco o per venire a prelevarlo

Viene assegnato a un’interfaccia che identifica in maniera univoca l’host di rete (che può essere un PC, uno smartphone, un elettrodomestico,…)

Un indirizzo IP è formato in genere da 4 sequenze da 3 cifre

IP address | INFORMATION

La prima parte (192.168.xxx.xxx) quindi identifica la rete, chiamata network o routing prefix (Net_ID) ed è utilizzato per l’instradamento a livello di sottoreti, la seconda parte invece identifica, all’interno della rete, l’host (xxx.xxx.xxx.1) e le eventuali sottoreti (Host_ID, xxx.xxx.100.xxx) ed è utilizzato per l’instradamento a livello locale dell’host una volta raggiunta la sottorete locale di destinazione

INDIRIZZI IP NELLA RETE LOCALE

Normalmente, appena viene collegato in rete un dispositivo (sia via ethernet, sia via WiFi), il router assegna il primo indirizzo IP disponibile. questo tipo di assegnazione viene chiamata dinamica e, per le esigenze dell’utente medio, non genera alcun problema.

Fundamentals of communication and networkingː Network Address Translation  (NAT) - Wikibooks, open books for an open world

Quando però si inizia ad avere necessità di controllo dei dispositivi allora diventa necessario passare agli indirizzi IP statici. L’assegnazione di un indirizzo IP statico viene fatta agendo nella configurazione del router. Nella gestione dell’indirizzo IP, per sapere che è stato assegnato a uno specifico host, si fa riferimento all’indirizzo MAC (Media Access Control) del device che è un codice a 48 bit assegnato in modo univoco dal produttore ad ogni scheda di rete ethernet o wireless prodotta.

Occorre perciò conoscere il MAC address del dispositivo da collegare e nelle impostazioni del router va associato al MAC del dispositivo l’indirizzo IP che verrà riservato (reservation). Facendo così, ad esempio, ogni PC di casa potrà stampare su una stampante condivisa perchè, ad ogni accensione, la stampante acquisirà sempre lo stesso IP.

…E DA FUORI CASA?

Se il contratto del gestore della connessione è un contratto business normalmente viene assegnato di default un indirizzo IP statico, in caso contrario l’IP di casa sarà un indirizzo IP dinamico: questo non ci permetterà di “entrare” in casa per comandare ad esempio il termostato o, come in questo caso, di visualizzare questo sito web…

Il servizio DNS (Domain Name Server) è quel servizio che ci permette di correlare un indirizzo IP a un nome facilmente ricordabile all’utenza. dyndns oppure no-ip sono ad esempio 2 servizi (free o a pagamento, a seconda del tipo di registrazione) che permettono di di convertire l’IP numerico assegnato dal gestore nel momento in cui il modem si connette a internet in uno letterale.

Il problema di raggiungere il modem lo abbiamo risolto… ma come fare a raggiungere i vari PC o i vari servizi all’interno della rete?

Why can't my Windows Home Server see the internet? - Super User

Qui entrano in gioco le tabelle di routing: occorre istruire il router su come smistare le chiamate riceve dalla rete.

Per fare un esempio, se si digita solo la prima parte dell’indirizzo del sito (cbt.dyndns.org) il router sa che deve girare all’indirizzo IP 192.168.x.y la richiesta (in questo caso al server linux su cui gira Apache2). Altro esempio può essere la il collegamento ad un server FTP con indirizzo IP192.168.x.z

Quindi la prima cosa che occorre fare è identificare all’interno della rete le macchine da esporre alla rete e capire quali servizi dovranno essere utilizzate. Ogni servizio ha una porta specifica: questo permette ai PC connessi in una rete di tenere “ordinati” i dati che vengono inviati in modo che l’emittente e il ricevente non possano mescolare i dati.

Sempre a titolo di esempio, il Database MySQL utilizza la porta 3306 per comunicare, il servizio FTP la 21, il protocollo HTTP la porta 80, Desktop remoto la porta 3389

Quindi tramite la funzione “port forwarding” del router è possibile aprire tali porte e destinarle alla macchina della rete.

E se lo stesso servizio è utilizzato su due macchine diverse? Questo è quanto è presente a casa mia: il protocollo di trasmissione del sito web associato alla macchian linux e gestito da Apache2 è lo stesso che richiede OctoPi per la gestione da remoto della stampa 3D. Come fare quindi? La scelta più logica è lasciare al server Apache2 la gestione della porta standard per la visualizzazione del sito e reindirizzare da remoto la su una porta diversa l’accesso al server OctoPi: nella tabella di port forwarding pertanto andrà inserito non lo stesso numero di porta ma specificando la porta su cui ricevere la chiamata e la porta a cui reindirizzarla. Sul browser ovviamente dovrà essere specificato alla fine dell’URL a quale porta connettersi

cbt.dyndns.org:[porta_assegnata_al_servizio]

Questa può essere anche una blanda tecnica per mascherare un servizio accessibile da fuori evitando lo sniffing massivo utilizzato da malintenzionati su internet (basti vedere un server FTP sulla porta standard 21 quanti tentativi di accesso falliti riporta…)