Ricorre il primo venerdì di agosto la celebrazione di questa bevanda, una delle più antiche prodotte dall’uomo.
Purtroppo non potrò festeggiarlo perché sono in servizio Ambulanza 118 🚑, festeggiate voi anche per me (ma con moderazione, soprattutto se dovete guidare!).
“ché un boccale di birra è un pasto da re.” (William Shakespeare, da Il racconto d’inverno, atto IV, scena III)
Questo è uno degli appuntamenti motociclistici che è un “must” durante la stagione! Purtroppo la pandemia ha fermato tutto e quest’anno non ci speravo più, invece ecco arrivare l’evento! Ma di cosa si tratta?
Il “bielle sotto le stelle”, organizzato dal motoclub 100HP, è arrivato al sua 18° edizione e consiste in un motogiro in notturna tra i laghi a un costo di iscrizione di 15€ dove, eliminate le spese dell’organizzazione, il ricavato è devoluto all’associazione “più di 21” quindi uniamo il divertimento (nostro) a una piccola beneficienza.
Ai blocchi di partenza circa un centinaio di moto, di noi all’appello ha risposto l’inossidabile “capopattuglia” Silvano con sua moglie Alessandra, la new entry Filippo (da solo perché la compagna lavorava) e io zavorrato con la mia amica Rossana (in sostituzione della mia compagna Jennifer che ha preferito passare perché troppo impegnativo per lei che non ama la moto). Vale la solita regola prima della partenza, presentarsi al via benzinati (non fatti di chissà cosa ma semplicemente con il pieno di benzina…) e pisciati. Sarà un motogiro da fare in tranquillità come ben scritto su facebook nella pagina ufficiale e come ribadito prima del via.
PRIMA TAPPA
Iniziamo a vestirci e accendiamo i motori. Alle 22:35 si parte! Qualcuno ha già fatto fuori mezzo serbatoio solo sgasando da fermo prima di partire. Nel piazzale ci sono dei ragazzi dell’associazione più di 21 che sorridono e ci salutano (e il loro sorriso non ha prezzo!)
Si parte in direzione Tradate, a seguire poi sulla SP233 fino al ponte di Vedano, e si prosegue fino a Capolago. Si costeggia il lago di Varese dal lato Schiranna/Calcinate/Gavirate seguendo la SP1. Si prosegue poi per Bardello (dove una signora anziana dal balcone ci aspetta come nelle edizioni precedenti, applaude e saluta), Biandronno, Ternate costeggiando quindi il lago di Comabbio. Passiamo infine per Varano Borghi, Corgeno, Vergiate e arriviamo infine sulla SS33 del Sempione dove tra Vergiate (ci aspetta Jennifer lungo il percorso per un saluto al volo) e Somma Lombardo facciamo una prima tappa di ricompattamento alla stazione di servizio lungo la strada che, disponendo di un’ampia area, riesce ad accoglierci tutti. É mezzanotte e siamo al primo pit-stop dopo aver percorso circa 60km.
SECONDA TAPPA
Ripartiamo per la seconda tappa. Le efficientissime staffette fermano il traffico per permetterci di rientrare in gruppo verso Somma Lombardo e sempre velocemente si alternano a tutti gli incroci per segnalare la strada e fermare il traffico. Arrivati a Somma imbocchiamo la SS336 in direzione della diga del Panperduto, attraversiamo il ponte sul Ticino dove finalmente si prendo un po’ di frescura (il termometro sul quadro strumenti indica 22°C). Si risale sulla SS32 verso Varallo Pombia, Borgo Ticino, Gattico ( e il termometro ritorna a 26/27°C) dove facciamo tappa al distributore Vega per la prima sosta carburante ufficiale e fare un attimo di pausa. Circa 30 km percorsi e siamo alla 1:00. Qui l’organizzazione ci informa di “vestirci” perché la prossima sosta sarà direttamente in vetta al Mottarone e sicuramente la temperatura scenderà…
Silvano e Alessandra, complice la giornata lavorativa e quindi il poco riposo, ci comunicano che si staccheranno dal gruppo e faranno rientro verso casa strada facendo.
TERZA TAPPA
Nuovamente in marcia, stavolta si va in direzione Arona per poi tagliare e fare l’Alto Vergante, passando per Massino Visconti e scendere sul lago Maggiore dove il paesaggio notturno è stupendo. Io non posso permettermi troppe distrazioni perché guido, Rossana sicuramente lo potrà apprezzare di più… Mentre passiamo, molti ragazzi ci salutano, ci riprendono con i telefonini, ci chiedono di sgasare e di far sentire il rombo del motore (per la felicità loro, un po’ meno per chi dorme…).
La temperatura piano piano cala a un più gradevole 24 gradi e sulla strada passiamo Lesa, Stresa (dove si possono ammirare le isole Borromee illuminate), si prosegue sempre sulla strada del lago verso Feriolo, Fondotoce e svoltiamo super imboccare la strada per Mergozzo dove costeggiamo l’omonimo lago. Appena fuori dal centro abitato si punta verso Omegna, si percorre quindi la SP229 costeggiando il lago d’Orta fino a Orta San Giulio dove iniziamo la salita in vetta. Man mano che saliamo la temperatura cala mentre sulla strada, specialmente nell’ultimo tratto si vede il serpentone di moto che procede. Scendiamo dalla moto alle 3:30 con altri 80 km percorsi. Ci attende adesso una lunga pausa con un piatto di pasta aglio, olio e peperoncino (o al pomodoro per chi non apprezza la prima). In compenso la temperatura è calata a 15°C e soffia un leggero venticello che, se non si è adeguatamente vestiti, da fastidio. Ammetto però che, dopo il caldo degli ultimi giorni e protetto dal sottotuta, il clima non mi dispiace affatto!
QUARTA TAPPA
Dopo questa sosta, ci prepariamo a scendere. Stavolta passiamo dal versante opposto del Mottarone percorrendo la strada privata “Borromea” che è a pedaggio. Mentre scendiamo inizia ad albeggiare, il cielo si colora e, anche se non si dovrebbe, mi fermo qualche secondo per uno scatto.
Riprendo la discesa, arriviamo nuovamente a Stresa e percorriamo la lacuale in direzione inversa fino ad Arona, poi sulla SS33 del Sempione ci fermiamo al distributore IP di Castelletto Ticino per la tappa rifornimento. Abbiamo intanto fatto le 6:20 e abbiamo aggiunto altri 40 km circa.
QUINTA TAPPA
Si riparte e stavolta la destinazione è Cairate per chiudere il percorso. Passiamo nuovamente da Vergiate, Somma Lombardo, Gallarate e alle 7:10 concludiamo il giro e possiamo fare colazione. Manca una cosa importante: una foto di gruppo da parte del 100HP a tutti quelli che hanno finito il giro!
Prima di partire non possiamo non salutare lo splendido staff del 100HP che ha organizzato l’evento e soprattutto ringraziare le loro instancabili staffette che hanno fatto un lavoro incredibile sia per indicare il percorso, sia per la sicurezza del gruppo. See you next year!
EDIT: il buon Alex Ferro di MRacing sul suo canale Youtube ha pubblicato il video dell’evento che potrete trovare qui (lasciate un like e iscrivetevi al suo canale…)
Come scritto qualche post fa, vediamo come funziona un turno di servizio in ambulanza destinata al servizio di Urgenza Emergenza.
Premessa: parlo ovviamente sempre per esperienza personale e per quanto riguarda la mia associazione quindi se qualche collega soccorritore trova delle discrepanze su quanto scrivo non me ne voglia…
Questo turno di servizio è svolto nel distaccamento di Sesto Calende dove AREU ha posizionato presso la nostra sede una ambulanza MSB (Mezzo di Soccorso Base) a 2 soccorritori e un MSA1 (Mezzo di Soccorso Avanzato di primo livello con a bordo tecnico e infermiere).
CONTROLLI INIZIALI
Il turno inizia con l’attivazione del mezzo perchè, essendo da convenzione AREU un mezzo H12, è disponibile solamente dalle 8:00 fino alle 20:00 (se non sforiamo con qualche uscita dell’ultimo secondo…). Per far questo, la procedura viene fatta mediante la radio ALGIZ in modo che in centrale il mezzo risulti in stato “in stazionamento” presso la sede.
Si procede poi al cambio equipaggio su Em.Ma.Web, il sistema informatico in cui vengono inviate e gestite le missioni di soccorso. Stessa cosa viene fatta sul cellulare di servizio sull’app INPRIMIS dove il capoequipaggio deve loggarsi (anche qui arrivano le missioni di soccorso e, sul posto, si registrano i dati e i parametri vitali del paziente per inviarli alla SOREU velocizzando le comunicazioni).
Passiamo ora al controllo del mezzo. La check list (così come il tabellone turni e altro) è su un’applicativo disponibile a tutti i volontari chiamato MAMBU. Si parte dal defibrillatore passando poi allo zaino RCP, bombole di ossigeno, presidi di immobilizzazione e quant’altro è presente nel mezzo (cosa deve esserci ovviamente è su un documento di AREU). Riusciremo a fare il controllo o ci attiveranno prima?
INIZIANO LE CHIAMATE…
Il suono inconfondibile di Em.Ma.Web si fa sentire… Confermiamo la ricezione della missione e vediamo di cosa si tratta. Codice giallo. Saliamo in ambulanza, indossiamo i presidi di autoprotezione e partiamo per la nostra destinazione. Arriviamo, valutiamo il paziente, chiamiamo la SOREU dei Laghi (la nostra centrale operativa da cui prendiamo direttive) per riferire quanto rilevato e ci indirizzano verso l’ospedale di Angera in codice giallo per il ricovero. Consegniamo il paziente dopo un leggera attesa dovuta all’alto numero di pazienti presenti (non si passa davanti solo perché siamo un’ambulanza), ripristiniamo il mezzo e ci prepariamo a rientrare. Appena lasciata Angera, ecco che la radio in ambulanza ci indirizza in una nuova destinazione in codice giallo a… VANZAGHELLO?!?!? Probabilmente la SOREU è talmente indaffarata con le chiamate in quella zona che non ha altri mezzi disponibili e utilizza noi. Accendiamo lampeggianti e sirene (che si usano solo per codici gialli e rossi) e partiamo. Anche qui valutazione, contatto con la SOREU e ricovero per competenza a Castellanza in codice verde dove anche qui il PS è affollato e rimaniamo in attesa.
CAMBIO AUTISTA E PAUSA PRANZO
Nel frattempo Filippo, l’autista del mattino che deve smontare alle 14:00, chiama il sostituto e facciamo un “cambio volante” in ospedale mentre attendiamo il nostro turno assieme ai colleghi della Croce Rossa. da adesso il nostro autista è Carlo.
Paziente consegnato alle cure mediche, torniamo in sede dove dovremmo chiudere le schede e finalmente pranzare (sono le 14:30…). L’esperienza ci induce a mettere qualcosa nello stomaco al volo prima che sia troppo tardi e infatti ecco che all’ultimo boccone… Drin Drin! Suona nuovamente Em.Ma.Web!
Missione confermata ma questa volta Em.Ma.Web ci informa che è un paziente COVID, quindi vestizione completa dentro la tuta il che vuol dire prepararsi alla sauna… ma questo è il nostro “lavoro” e, indipendentemente dal caldo infernale, ci vestiamo secondo le procedure AREU e andiamo dal nuovo paziente. Valutazione, chiamata alla SOREU e caricamento in ambulanza e partenza di codice giallo per l’ospedale. Qui ovviamente dobbiamo nuovamente attendere perché, per essere poi scaricato e preso in carico dal pronto soccorso, occorre passare da un percorso diverso (il così detto percorso “sporco” per chi è COVID positivo rispetto al percorso “pulito” per chi non è infetto, proprio per evitare di contagiare chi non lo è) e occorre comunque attendere l’esito di un tampone rapido prima dell’ingresso. Mentre siamo in attesa, suona il cellulare di servizio: è la SOREU che ci avvisa che, appena torniamo operativi, abbiamo un nuovo servizio in coda (codice verde) e di avvisare appena pronti per l’invio sul cellulare e sulla radio della nuova missione.
Finalmente scarichiamo il paziente, procedura di svestizione assieme al soccorritore (è il suo primo intervento COVID quindi lo aiuto nella procedura) mentre Carlo provvede alla sanificazione del mezzo. Tutto pronto, come da accordi avviso la SOREU che però ci comunica che il paziente non ha più bisogno del mezzo di soccorso. Meglio così, si vede che non era una reale urgenza. Nel frattempo la mia maglia è in questo stato e credo di aver perso almeno 1 kg…
Appena appena sudato dopo essere stato per quasi 2 ore nelle tuta anti covid…
Ripartiamo liberi e operativi per la sede di Sesto ma quando siamo quasi arrivati… Drin Drin! Suona la radio per un infortunio in casa, codice giallo. Stavolta abbiamo in supporto MSA1 (l’auto infermieristica) che è in sede a Sesto Calende. Accendiamo lampeggianti e sirena e ci dirigiamo sul luogo dell’evento arrivando per primi (solo perchè eravamo già “in transito” mentre MSA1 era da attivare)
Iniziamo a valutare il paziente e applichiamo il collare prima di proseguire con la rilevazione dei parametri vitali. Arriva a supporto MSA1 per una valutazione più approfondita. Finiamo di applicare tutti i presidi trauma del caso e, come da ordini della SOREU, partiamo per ospedalizzare all’ospedale di Circolo di Varese in codice giallo. Durante il trasporto teniamo monitorato il paziente mentre scambiamo 4 chiacchiere con lui per tranquillizzarlo. Arrivati in pronto soccorso, il paziente viene triagiato (cioè valutato per stabilire il grado di urgenza) e portato nell’opportuna sala per ricevere le cure necessarie. I presidi applicati restano sul paziente quindi devo compilare la modulistica necessaria per poterla poi recuperare.
TURNO (QUASI) FINITO…
Ore 18:50… Finalmente siamo in sede e posso chiudere le schede paziente ancora aperte mentre Carlo e Jennifer provvedono a ripristinare quanto utilizzato durante gli interventi.
Inizia l’ultima ora, quella più rischiosa perché se suona adesso significa “sforare” e finire il turno oltre le 20:00. Suonerà ancora? La fortuna ci assiste e scoccano le 20:00 senza ulteriori interventi.
Come accennavo all’inizio del post, questo è un mezzo H12 pertanto procedura inversa: log out dal INPRIMIS, via radio ALGIZ diamo lo stato del mezzo “non disponibile”, chiudiamo l’ambulanza a chiave e lasciamo scritte le consegne all’equipaggio che monterà in turno domani mattina. Ora non resta che andare a casa, togliersi la divisa, farsi una bella doccia e rilassarsi!
NOTA CONCLUSIVA: lo scopo di questo post è semplicemente cercare di coinvolgere le persone sul pensare seriamente di iniziare l’attività di volontariato ed entrare a far parte del CVA. Ci vediamo pertanto il 19 settembre o, in alternativa, il 24 settembre per la presentazione dei nuovi corsi per diventare soccorritori esecutori AREU o, se si preferisce, dei più semplici addetti al trasporto sanitario.
Oggi Angera e la sua dirimpettaia Arona pullulavano di gente non solo perchè l’estate richiama sul lago molti turisti ma perchè oggi c’era l’ “Arona Air Show” dove, come ultima parte, si è esibita la Pattuglia Acrobatica Nazionale o se preferite, le Frecce Tricolore.
Non mi perdo a descriverle, fin troppe pagine parlano di chi sono e dei loro spettacoli oppure sul loro MB.339A/PAN (altro gioiello italiano). Mi soffermo invece su quello che é il “dietro le quinte” dell’evento ovvero la gestione del soccorso sanitario.
Quante forze in gioco per il loro show sulla sponda lombarda? 4 ambulanze (AN101, AN105, AN108 e AN109) e 4 squadre telo (2 soccorritori per squadra dislocati in punti strategici). In totale 20 soccorritori. Da notare che oggi andava comunque coperto il servizio 118 su Angera e su Sesto Calende (perchè indipendentemente dalla PAN, malori e incidenti si verificano lo stesso!) che vuol dire almeno altri 8 soccorritori impegnati a cui si aggiunge il ciclosoccorso a pattugliare il Ticino a Sesto Calende sulla ciclabile e sono altri 2 soccorritori… Impegnativo vero? In futuro vi spiegherò invece com’è un turno di servizio 118. Ma torniamo sulla manifestazione.
Foto dopo il briefing iniziale…
Alle 11:00 partiamo con un briefing iniziale dove vengono date le disposizioni generali, vengono distribuite le radio portatili e si fa l’ultimo check dei mezzi. Alle 11:45 si inizia a spostarsi sul lungolago. Prova radio per verificare le comunicazioni. Il tempo passa e piano piano il lago inizia a popolarsi
La giornata è calda, speriamo ovviamente che non ci sia bisogno di noi. Il tempo passa e alla radio sentiamo sono interventi minori (piccole ferite medicabili sul posto, qualche puntura di insetto). Stessa sorte a noi, qualche persona si presenta spontaneamente per puntura di vespa o per farsi provare la pressione.
Ogni tanto qualcuno passa inoltre a chiederci info sugli orari, qualcuno chiede se possiamo scattargli una foto ricordo per non farsi il selfie.
Sono finalmente le 16:00, è il loro momento. Questo per noi è la fase più pericolosa perchè, al passaggio delle frecce, c’è molto rumore e si rischia di non sentire le comunicazioni radio a cui si aggiunge anche la saturazione delle celle telefoniche (vuoi non caricare la diretta facebook/instagram?)… Le Frecce Tricolori fanno il loro (bellissimo) show e le immortaliamo in questo scatto assieme alla AN109.
Sul più bello dello spettacolo ecco però che arriva il malore per il caldo… Prendiamo di corsa il borsone, l’ossigeno e il defibrillatore e ci precipitiamo dal paziente. Rapida valutazione e poi lo carichiamo in ambulanza, parametriamo il paziente e cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro. Alla fine restando sdraiato e al fresco si riprende e decide di non essere ricoverato.
Show terminato, inizia la seconda fase critica ovvero la gente che piano piano defluisce da Angera per tornare verso casa. Anche qui qualche intoppo viabilistico che ci costringe a una mezz’ora extra di assistenza per essere certi che non vi siano problemi sanitari. Nel frattempo 2 associazioni angeresi ci offrono una fetta d’anguria e dei mirtilli che sono stati molto graditi da tutti gli equipaggi.
Finalmente alle 18:45 viene dato il via libera e dopo un veloce debriefing torniamo in sede a riportare il materiale e i mezzi ma, prima di tornare a casa, ci concediamo una pizza di gruppo tutti insieme. Perché fare i volontari non vuol dire solo essere in servizio a bordo di un’ambulanza ma essere anche un gruppo di amici con il quale condividere il proprio tempo divertendosi!
Dimenticavo: il primo “like” instagram all’unica foto dell’ambulanza con dietro le frecce è stato di “Pony4” ovvero il Capitano Oscar Del Dò (piccole soddisfazioni di un fotografo dilettante 😂)
“Fede….Ma se domenica andiamo al Lago Blu?una roba tranquilla!” E fu così che andammo in Valle d’Aosta a scarpinare…
Il lago blu viene chiamato così perchè le alghe presenti sul fondo danno questi riflessi. Per raggiungerlo occorre andare a Saint Jaques (AO).
Partenza alle 7:30, in un paio d’ore si arriva a destinazione (l’ultima mezz’ora di strada normale, molto divertente da percorrere). Parcheggiata la macchina piccola pausa caffè (ok, anche una fetta di torta ai lamponi 😅) e poi zaino in spalla, pronti per il sentiero . Manuel c’è già stato anni fa quindi…
Partiamo da 1666m slm e dobbiamo arrivare dopo circa 5km a 2219m slm. Peccato che all’inizio ci sia subito un buon dislivello e farlo ancora “freddi” non è stato il massimo. Procedendo sul sentiero si possono ammirare i paesaggi, fino ad arrivare al primo tratto piano, la Pian di Verra inferiore con il massiccio del Monte Rosa sullo sfondo. Ci fermiamo per una pausa e scattiamo qualche foto.
Ripartiamo nuovamente e, secondo le indicazioni, in circa 30 minuti si arriva al lago.
La strada diventa un po’ più brutta ma proseguiamo… Ed eccoci arrivati!
Ancora qualche foto prima di tornare alla zona piana di prima per pranzare al sacco.
Per il rientro, dopo aver fatto il pieno d’acqua, decidiamo però di non fare il sentiero dell’andata ma di fare la strada sterrata (usata dai “taxi della montagna” per chi non vuole fare fatica🤦🏻♂️) , sicuramente meno impegnativa anche se leggermente più lunga.
Morale della giornata: stanco ma soddisfatto, una camminata da 22000 passi (così decretò il mio Samsung Galaxy Watch 3) per circa 11,5km percorsi. Sicuramente da rifare l’anno prossimo (magari più allenato).
Quando digitiamo un indirizzo internet spesso mettiamo solo il nome del sito con il classico “www” davanti ma se andiamo a vedere bene, la stringa completa che il browser usa è http://www.sito.ext
Ma che cos’è quel http:// che compare davanti? La sigla significa HyperText Transfer Protocol che in informatica rappresenta un protocollo di trasmissione dati tipico delle architetture server-client secondo specifiche dettate dal consorzio W3C (World Wide Web Consortium). Nella norma, il protocollo http utilizza la porta TCP 80.
Essendo un protocollo di trasmissione appare evidente che qualcuno chiama (messaggio http di richiesta, tipicamente il client) e qualcuno ascolta per rispondere successivamente (il server, messaggio http di risposta). Le connessioni vengono generalmente chiuse una volta che la richiesta (o una serie di richieste correlate) è stata soddisfatta. Questo comportamento rende il protocollo HTTP ideale per il World Wide Web, in cui le pagine molto spesso contengono dei link a pagine ospitate da altri server. Questo diminuisce il numero di connessioni attive limitandole a quelle effettivamente necessarie aumentando l’efficienza (minor carico e occupazione) sia sul client che sul server.
Il problema però è che http è un protocollo senza sicurezza… Le informazioni sono trasmesse in senza crittografia. Se notate, l’URL del mio sito non è http ma https: quella s finale sta per secure perchè la comunicazione è protetta grazie all’impiego di determinati certificati (come quello SSL, acronimo di Secure Socket Layer) che garantiscono:
l’identità dei dati
la loro riservatezza
la cifratura del traffico
la verifica di integrità del traffico
inoltre la porta standard per la comunicazione è la 443 TCP.
Ma come faccio per dotare il sito di un certificato SSL? il mondo open source ci viene in aiuto grazie a Let’s Encrypt. Sono forniti da un’autorità garante no profit: essi sono ottimi per gli e-commerce e per altri portali di carattere commerciale dove sono previste transazioni in denaro ma per contro non forniscono una protezione completa, in quanto sono in grado di proteggere solo l’utente: non è previsto alcun tipo di validazione (semplicemente il lucchetto verde vicino all’url del sito) e non sono previsti controlli della proprietà del dominio da parte dello sviluppatore che attiva il certificato.
Pertanto prestate attenzione ai siti dove vi collegate, soprattutto se dovete effettuare transazioni finanziarie o inserire dati personali identificativi/sensibili… ma soprattutto attenzione se il protocollo da https diventa improvvisamente http, potrebbe essere segno di un attacco Man In The Middle (ma di questo parleremo in un altro post).
Come ogni anno la scusa è sempre la stessa: andare nella casa di villeggiatura di Silvano a Malesco per verificare che non sia arrivata posta o che non sia successo qualcosa… e come sempre il buon Silvano accetta di andare a fare questo finto controllo.
Partenza fissata a Sesto Calende ore 9:30, mi trovo con Silvano e la moglie Alessandra (su Harley Davidson) a cui si aggregano Mauro e la moglie Tiziana (Moto Guzzi). La mia dolce metà arriverà poi in macchina con i nostri vicini di casa (lei oggi ko con la schiena e non avrebbe retto il percorso, loro senza moto). Ovviamente alla partenza, come regola che ogni buon motociclista dovrebbe sapere, pisciati e benzinati. Partenza e prima tappa a Castelletto Ticino (non saranno troppi chilometri?😅) al “colazione da Tiffany” sul Sempione dove prendiamo il caffè e si aggiunge Filippo con la compagna Sharon.
Bene, in marcia. Direzione Arona, poi sulla lacuale verso Fondotoce. Sulla nostra destra il lago Maggiore che, come ormai da tempo ne parlano tutti, è a livello critico (non ho mai visto tratti con spiagge così vaste). La temperatura è gradevole anche se, causa traffico turistico, stare nella tuta in pelle e con il pompone che non gradisce troppo queste andature eccessivamente lente, il calore abbonda.
Passato Fondotoce prendiamo per Mergozzo lasciandoci l’omonimo lago sulla sinistra. Il paese che si affaccia sul lago è sempre molto carino ma decidiamo di proseguire. La strada si libera dal traffico e possiamo aumentare leggermente l’andatura ma senza esagerare. I paesini si susseguono e alle 12:00 arriviamo a Malesco dove ci attendono Jennifer e i nostri vicini di casa.
Mentre Silvano e Alessandra vanno veramente a verificare che sia tutto ok, noi iniziamo a sederci al bar “il monello” in centro per un veloce aperitivo prima di ripartire verso Arvogno dove ci attendono alla baita del moro per pranzo.
la strada qui è un filo più brutta (qualche strettoia, asfalto abbastanza ondulato) ma in poco più di 15 minuti siamo arrivati. Che si mangia di buono? Beh, un giro di antipasto non fa mai male, soprattutto se diviso tra tutti (prosciutto della valgrande, lardo, salame, cipolline in agrodolce, formaggi locali, melanzane olio e menta, fagioli con salsa) a cui segue un buon primo/secondo a scelta… qua la polenta è buona perciò polenta con funghi e salsiccia (lo so, sono goloso!) e per chiudere frutti di bosco con gelato, caffè e una buona genziana per sgorgare…
Ripartiamo per tornare a casa, stavolta strada alternativa.
Puntiamo verso il lago d’Orta e, dopo aver percorso il Sempione, usciamo a Gravellona Toce, tappa benzina (colpa mia, la 848 non ha autonomia oltre i 160km) e in poco tempo siamo a Omegna. Sul lungolago ci fermiamo a bere qualcosa di fresco (nel frattempo è uscito il sole e ora fa molto caldo) prima di risalire in sella, percorrere la statale che costeggia il lago d’Orta e fare ritorno a casa. Totale: 220km per una giornata divertente e in buona compagnia che, anche se alla fine sono un po’stanco fisicamente, mentalmente sono felice, rilassato e pronto ad affrontare una nuova settimana lavorativa!
Oggi si chiude un’epoca: Microsoft Internet Explorer va definitivamente in pensione.
il browser di casa Microsoft ci ha fatto compagnia dagli anni ’90 quando, dalla versione 3, è stato installato di default su Windows 95.
Protagonista della prima guerra dei browser in cui era l’alternativa (mi verrebbe da dire forzata visto che essendo installato di default su windows) di Netscape Navigator, portò Microsoft ad essere multata per abuso di posizione dominante (“perchè installare un browser nuovo quando ne ho già uno installato nel mio PC?” Questo era il pensiero dell’utonto medio…).
Oggi la guerra dei browser è combattuta tra Internet Explorer, Microsoft Edge, Mozilla Firefox e Google Chrome.
Personalmente non ho mai apprezzato più di tanto il browser Microsoft, spesso lento, macchinoso e soprattutto agevolatore della BSOD (Blue Screen Of Death, la schermata blu che porta al crash del sistema).
Ad oggi è un browser datato ma che viene (purtroppo) ancora usato per far girare applicativi, specie su pc vecchi.
Spero che da oggi, poichè il supporto è finito, gli utenti decidano di migrare a soluzioni alternative e gratuite. Il tutto a vantaggio della sicurezza di navigazione e dei vostri dati.
Se leggete questo post perchè non mi scrivete nei commenti quale browser usate?
vi lascio infine con qualche meme nato dalle prestazioni del browser di Redmond…
Hai tra i 18 e i 60 anni? Sei in buono stato di salute? Pesi almeno 50kg? Allora perché non pensi di donare il sangue?
Perché non provi a recarti nella sede più vicina e provi a chiedere informazioni? Scoprirai che fare del volontariato non è mai stato così semplice: una donazione di sangue periodica ti permetterà di aiutare chi è meno fortunato di te…
Questo è il mio braccio durante una donazione fatta qualche anno fa…
Ecco un altro tentativo di truffa che ogni tanto arriva per posta…
Senza nemmeno aprire la mail appare evidente subito che
l’oggetto è un forward di qualcosa (la dicitura iniziale FW)
il testo dell’oggetto è OFFESA che è una storpiatura italianizzata di non si sa bene quale termine originario
Aprendo la mail si nota inoltre che:
C’è un solo allegato in formato JPG (una foto!!!)
la mail arriva da un ipotetico indirizzo di dominio gmail (che chiunque è in grado di creare)
è inviata a no-reply@account.google.com (quindi non alla mail del mio amico!)
Già questo basterebbe per cestinarla, anche perché se fosse una reale citazione giudiziaria vi arriva non meno che via PEC. Ma per curiosità apriamo anche l’allegato fotografico (anche qui, il documento se fosse reale vi arriverebbe almeno con un PDF firmato digitalmente!)
Convocazione in tribunale… Dove e quando secondo loro? ah già, giusto per mettere paura a chi apre questa mail…. Generalmente chi scrive non è Sig.ra o Sig.re ma Dott.ssa o Dott.re in quanto per quelle qualifiche da dirigente si ha un titolo di studio che è riconosciuto ai fini legali…
Articolo 390. 1. CPP “Entro quarantotto ore dall’arresto o dal fermo il pubblico ministero, qualora non debba ordinare la immediata liberazione dell’arrestato o del fermato, richiede la convalida al giudice per le indagini preliminari competente in relazione al luogo dove l’arresto o il fermo è stato eseguito.” Quindi non tratta di citazione (ma viene scritto in rosso per mettere paura ed evidenziare la parola)
L’Art. 372 CPP cita “Chiunque, deponendo come testimone innanzi all’autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato, è punito con la reclusione da due a sei anni.” Quindi anche qui si fa una citazione a caso per mettere sempre più paura…
Stessa solfa con l’Art. 227 “Quando la legge stabilisce che il ricovero in un riformatorio giudiziario sia ordinato senza che occorra accertare che il minore è socialmente pericoloso [224, 225, 226, 232], questi è assegnato ad uno stabilimento speciale o ad una sezione speciale degli stabilimenti ordinari. Può altresì essere assegnato ad uno stabilimento speciale o ad una sezione speciale degli stabilimenti ordinari il minore che, durante il ricovero nello stabilimento ordinario, si sia rivelato particolarmente pericoloso.”
“Stiamo intraprendendo verso di te…” Chi sei, mio fratello che mi dai del tu? Nei documenti ufficiali non si usa questo linguaggio…. comunque vediamo di cosa lo accusano: reati a sfondo pornografico e sessuale casualmente scritti in rosso (il rosso è il colore che risalta….)
La legge del marzo 2007 (quale delle tante?)….. e ecco che in rosso compare ancora la parola PEDOPORNOGRAFIA giusto per calcare ancora la mano!
Va bene, quindi? Dove e quando devo comparire? Ah no, non devo andare in tribunale, mi devo far sentire (uhè zio, fatti sentire!) via mail (nemmeno per PEC) per valutare la posizione e quindi la sanzione. Ovviamente entro 72 ore! Rigoroso!
Infine, se non rispondo il tutto va al tribunale regionale di ROMA (indovinate perchè in maiuscolo…) a cui segue una raccomandata con arresto immediato… dalla gendarmeria che è un corpo di polizia Francese…. e sarai sputtanato pubblicamente prima del processo.
Morale: la mail è stata cestinata mentre il mio amico può vivere serenamente e dormire sonni tranquilli.
La prossima volta che l’antivirus gli rileverà qualcosa, gli dirò che il PC è infetto da Trojan perché guarda i siti porno! (Per la serie sono un utonto ma sul CV scrivo che sono utente avanzato e autonomo…)
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