CROCIERA DAY2 – ROMA CITTÀ ETERNA

Dopo una bella dormita a bordo della nave, la Costa Toscana è attraccata a Civitavecchia. Il programma di oggi prevede la gita “Un treno green verso una Roma come vuoi tu”. Alle 7:30 puntuali usciamo per andare a fare colazione. Lungo gli oltre 200m di corridoio, una serie di carrelli pulizia organizzati con maniacale cura, sono pronti per sistemare le stanze e, come dei soldatini, gli addetti sono già all’opera. Incontriamo Whaid, il nostro cabin steward, che ci chiede com’è andata la notte e se abbiamo riposato bene. Proseguiamo lungo il corridoio e arriviamo al ristorante “L’oliveto” a poppa del ponte 5 (la colazione non ha un ristorante assegnato) dove una serie di camerieri ci guida al tavolo. Qui troviamo Will, cameriere equadoregno, che subito si prodiga nel servirci caffè, succo d’arancia e si attiva per portare a Jennifer il menù gluten free. Per me invece parte il giro a provare le bontà di colazione: oggi il Mix1 (il menù del giorno invece lo trovate qui)

Bombolone alla Nutella, cannolo di sfoglia ripieno di chantilly e ciambellone

Il tour invece prevede il passaggio in bus dal porto alla stazione di Civitavecchia per poi spostarsi in treno verso Roma. Arrivati a Roma S.Pietro, ci attende la nostra guida e inizia subito a guidarci e a parlarci della città e dei suoi tesori partendo dalla cupola di S.Pietro che si vede dalla passeggiata del Gelsomino (“progettata da Michelangelo ma modificata dai suoi successori, roba che se lo avesse saputo si sarebbe risvegliato dalla tomba!”) quindi il passaggio per piazza San Pietro dove si ammira il tutta la sua maestosità la basilica e il colonnato del Bernini, poi via lungo via della Conciliazione fino a Castel Sant’Angelo. Attraversiamo il Tevere su ponte Sant’Angelo (da dove si vedono anche dei resti emersi dal basso livello del Tevere) e la guida, percorrendo molte vie interne per farci vedere scorci di Roma meno turistici ma molto caratteristici ci porta a Piazza Navona.

Da qui in avanti siamo liberi di girarla come si vuole. Non possiamo pertanto non passare a vedere il Pantheon, il Colosseo, l’Altare della Patria, Piazza di Spagna… Roma è talmente immensa e ricca di cultura che ci vorrebbe molto più tempo ma l’orologio ci ricorda di ritornare.

Visto che si passa anche davanti alla sede INPS ho pensato di lasciare un CV… mi hanno detto che mi faranno sapere tra qualche decennio se diventerò un loro dipendente. Sulla via del rientro dal Colosseo però inizia a piovere…

Non piove da mesi a Varese e qui invece…

Rientriamo a Piazza San Pietro dove abbiamo appuntamento con l’accompagnatore Costa…Ma qui il dramma: inizia un diluvio e dopo circa 15 minuti di tentennamenti siamo costretti in gruppo a partire per la stazione (il treno non aspetta, la nave nemmeno…)

…e diluvio fu!

Quindi, dopo 20 minuti sotto la pioggia battente, arriviamo in stazione dove ovviamente inizia a comparire un timido sole (con conseguente comparsa di clima tropicale…). Jennifer aveva un k-way nuovo ma che, per un difetto di produzione, non era impermeabilizzato e di conseguenza era completamente zuppa, se poi aggiungiamo che il treno aveva l’aria condizionata vi lascio immaginare il resto della vacanza come sarà poi influenzato da tutto ciò.

Rientrati in porto, controllo di sicurezza prima di salire sulla nave (metal detector, scansione dello zaino e verifica identità con la costa card) prima di andare in cabina per una doccia e prepararsi per la cena. Visto però che avevamo uno sconto 20% sui ristoranti da usufruire nei primi 2 giorni di crociera, decidiamo di andare al ponte 7 al Teppanyaki a vedere com’è.

Ci aspetta un ambiente gradevole, il cuoco fa anche un piccolo show mentre cucina e il risultato è molto divertente, soprattutto per il bambino di fronte a noi.

Anche per stasera pancia piena e palato soddisfatto! Non resta che concedersi un buon caffè con annesso ammazzacaffè e fare 4 passi sulla Infinity Walk prima di tornare dentro e fermarsi a guardare lo spettacolo al Colosseo prima di andare a nanna… Domani ci aspetta Napoli!

Godiamoci il tramonto sul mare mentre siamo in navigazione…

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day3 – Napoli
Day4 – Sailing to Eivissa
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

DUCATI RIDING EXPERIENCE

Anche se sono passati diversi anni dalla mia ultima volta in pista, vedere la gara MotoGP sul circuito di Misano mi ha riportato alla memoria di quanto sia bella quella pista.

L’occasione per girare al Misano World Circuit (ex Santamonica) di Misano fu il mio ultimo DRE (acronimo di Ducati Riding Experience), il corso ufficiale Ducati che permette di girare in pista con un istruttore di alto livello sulle celebri piste e con la moto di Borgo Panigale.

La prima esperienza fu ad Adria con una 848evo. Il battesimo della pista.

Ricordo il dramma alla mattina quando uscito di casa diluviava: come sarà il meteo ad Adria? Annulleranno tutto? Man mano che percorrevo l’autostrada il cielo si rasserenava e alla fine trovai bel tempo.

Ma torniamo a spiegare il DRE. Il corso prevede di poter girare per 5 turni per un totale di circa 2 ore e mezza di pista con un gruppo di 5 persone più l’istruttore (identificati da una fascia colorata ben visibile sul braccio), formula ideale per apprendere i segreti della guida in pista in tutta sicurezza. Il corso infatti, prevede delle rigide regole da rispettare e che l’istruttore impone: sono vietati sorpassi o bagarre tra aspiranti piloti o comportamenti indisciplinati che possono mettere a rischio l’incolumità propria o di altri partecipanti.

I primi 2 turni vengono fatti con l’istruttore alla guida del gruppo in modo da imparare al meglio il tracciato, le traiettorie, prendere le misure per le staccate (le definiamo così perché è il termine tecnico, anche se dal mio livello a quello che si vede in tv ne passa di acqua sotto i ponti…). Ad ogni giro, in un punto prefissato il primo componente del gruppo alza il braccio sinistro e si fa sfilare dagli altri fino ad arrivare all’ultima posizione permettendo così ad ogni partecipante di essere a contatto con il proprio istruttore e di vedere da vicino quanto indica. Dal terzo turno in poi invece una persona guida il gruppo con dietro l’istruttore e a seguire gli altri 4 componenti. Il tutto ripreso dalla videocamera così che, alla fine del turno, ai box sia possibile vedere l’on board dalla moto dell’istruttore che, con il giusto spirito critico, fa vedere gli errori che commettiamo (anticipi troppo la frenata, qui sei largo di traiettoria, qui non butti fuori il culo dalla moto,…). Al turno successivo, forti della sua spiegazione e, allo stesso tempo con una conoscenza sempre maggiore della moto e del circuito, si riesce a spingere più forte.

L’ultimo turno è quello della verità: anche se la stanchezza si fa sentire (chi ha detto che andare in moto non è faticoso?!?), è il momento di provare a spingere al massimo e vedere quanto si è appreso durante la giornata. Non ci sono cronometristi ufficiali sul circuito, ma smanettando (illegalmente) con il display della moto è possibile autocronometrarsi e vedere di quanto si è migliorati dal primo turno fatto al mattino.

La prima esperienza di Adria all’inizio su “catastrofica”: i miei compagni di corso erano tutti pistaioli mentre io non ero mai entrato in pista. Il risultato fu un primo turno da “scampagnata” in cui non riuscivo a stargli dietro (complice anche il timore della pista umida).

Ma dal secondo turno iniziò ad andare meglio: ricordavo la sequenza delle curve e i punti di frenata. Alla fine della mattinata più o meno stavo dietro a tutti. Andai in pausa pranzo discretamente soddisfatto. Alla ripresa l’istruttore ci mostrò come affrontare la curva da piloti veri e non da bar.

Risultato: la moto cambia completamente la sua dinamica così come i riferimenti della pista!
Infatti le curve le anticipavo troppo e perdevo tempo, ma… per la prima volta ho toccato la saponetta sull’asfalto!!! Ai box il video mostrava impietosamente il disastro della guida, ma allo stesso tempo aiutava a capire come migliorarsi. Ultimo turno: mettiamo a fuoco quanto detto dall’istruttore e proviamo a dare gas.
Risultato: sono stato il più veloce del mio gruppo (non della pista, SOLO del mio gruppo). Questo perché, partendo da zero, ho seguito quanto spiegato dall’istruttore mentre gli altri tendevano a portarsi dietro le vecchie abitudini.

Ultima indicazione dell’istruttore: “impara a buttare bene il culo fuori dalla sella”.

Esperienza molto positiva, ripetuta l’anno successivo al Mugello.
Qui però la moto è una Panigale 1199 e il circuito si fa molto più serio e veloce.

L’istruttore stavolta è un toscano puro che è anche un veterano del circuito. Partendo dalla base dell’anno prima cerco di stare nel gruppo, ma questi vanno forte! Della pista posso solo dire che è spettacolare, il rettilineo dei box, che è lungo più di 1 km, permette di sfiorare i 300km/h con una moto di serie prima di staccare alla prima curva, la San Donato (e si sente l’aria spingere quando si mette la testa fuori dal cupolino). Altro punto veramente particolare è la curva arrabbiata 2 (la fai a memoria perché l’uscita è cieca) e soprattutto la Bucine (l’ultima curva prima del rettilineo box).

Le indicazioni dell’istruttore sono state (da leggere in toscano) “uscite bene dal Correntaio perché alle Biondetti si fa il tempo” e “non date la scia dopo la Bucine perché il traguardo è lontano e con la scia quello dietro vi frega”. Bene, teniamo presente tutto ciò e andiamo… il consiglio migliore fu, non avendo ben chiaro come affrontare l’Arrabbiata 1 e 2 (sempre da leggere in toscano) “…e tu dacci gas, non aver paura, dacci gas! fai così…” (mimando con il polso il gas completamente aperto)

Terzo DRE fu a Imola al Santerno (o Autodromo Enzo e Dino Ferrari) questa volta con la più piccola Panigale 899 (le 1199 erano dedicate ai corsi più avanzati), circuito a mio parere molto tecnico dove il punto più divertente è la curva della Tosa e la zona delle acque minerali – da raccordare alla perfezione!

Qui l’istruttore ha insegnato bene cosa vuol dire raccordare le curve (si sacrifica la prima per fare alla perfezione la seconda), ma soprattutto cosa vuol dire resistere a una staccata e finire fuori traiettoria perdendo tempo prezioso.

A Imola mi sono reso conto anche di quanto sia importante essere veloci nei cambi direzione per non perdere tempo sul giro.
Ultima indicazione dell’istruttore: “freni forte, dai gas forte, ma devi imparare a buttare fuori per bene il culo dalla sella!”. Vero, il problema è che per qualche misterioso motivo non ero in perfetta forma e le anche erano doloranti non permettendomi di essere a mio agio in sella muovendomi come mi sarebbe piaciuto (e soprattutto come avrei dovuto).

Ultimo DRE a Misano dove mi sono concentrato a massimizzare quanto imparato nelle puntate precedenti. Questa volta fisicamente in forma, guidare è stato molto più piacevole ed efficace!

Le curve 4-5, la Quercia, il Carro con la successiva curva 15 e la Misano sono i tratti che più mi sono piaciuti (ok, lo ammetto… Anche fare il Curvone a gas spalancato è stato divertente!)


L’istruttore con i suoi consigli ha permesso di spingere sempre più forte sin dal secondo turno. Il problema è stato al quarto turno perché, per una congiunzione astrale, i vari gruppi si sono trovati quasi in contemporanea sul rettilineo box.

Ogni gruppo ha un suo livello e una sua velocità qui di trovarsi 30 moto assieme nello spazio di un rettilineo non è stato facile: io ancora a pieno gas (il mio riferimento di staccata era dopo il muretto box) mentre quello davanti a me di un gruppo diverso, inizia a frenare prima della fine del muretto box… la prima curva è a destra… Attimo di panico: a destra ho una moto e non posso spostarmi, quello davanti si avvicina… mollo i freni, mi butto a sinistra, mi riattacco ai freni e butto la moto in curva… ok, non ho sentito il botto, non siamo caduti, la dea bendata assieme a San Brembo hanno fatto la loro parte, riprendiamo il grupp… quale gruppo? Ci siamo trovati tutti mischiati quindi… finiamo il turno da soli come se fosse una gara 😂😂😂.

A fine turno, ai box anche gli istruttori non ci capivano più niente, ma alla fine ci siamo divertiti tutti, non ci siamo ammazzati (questa è stata la cosa più importante) e ho verificato che senza un guida davanti me la sono cavata egregiamente.

In conclusione, per quanto io sia un motociclista da strada, il DRE mi ha permesso di divertirmi in assoluta sicurezza, di guidare in maggior scioltezza la moto, di avere maggiore consapevolezza dei limiti e delle capacità della moto. Un grazie quindi ai vari istruttori che ho incontrato nel corso dei vari DRE, da Roberto Rozza (Adria) passando per Vinicio Bogani (Mugello), Livio Bellone (Imola) fino a Fabio Massei (Misano) per avermi insegnato le basi della pista e per avermi permesso di migliorarmi ad ogni appuntamento.

NOTA: per motociclista da strada intendo che giro per strada, ma non significa che corro per strada: la strada è un luogo aperto al traffico con infiniti pericolo in più rispetto alla pista e senza vie di fuga quindi quando viaggio cerco di essere quanto più ligio possibile al codice della strada (e gli interventi fatti nel corso degli anni in ambulanza 118 me lo ricordano qualora mi dimenticassi di essere per strada…)

UNA SETTIMANA IN CROCIERA

Quest’anno ho tradito la mia amata Sardegna… Purtroppo io e Jennifer non avevamo le vacanze che coincidevano per 2 settimane per poter fare la solita formula vacanza volontariato a Villasimius così abbiamo deciso di concederci una settimana di assoluto relax e confort in crociera. Vi raccontiamo la nostra esperienza dato che era la prima volta per entrambi. Abbiamo però deciso di farlo in più puntate, un post per ogni giorno di crociera che cercherò di pubblicarlo ogni martedì.

La crociera è partita domenica 21/08 da Savona in direzione Civitavecchia prima e Napoli poi, quindi attraverserà il Mediterraneo in direzione Ibiza per un breve scalo a cui seguirà Valencia e Marsiglia poi tornare nuovamente a Savona domenica 28/08 per lo sbarco.

La nave assegnata è la “Costa Toscana”, nuovissima nave inaugurata proprio quest’anno. Una barchettina lunga solamente 337m, larga 42m e con 8,6m di pescaggio per quasi 190000 tonnellate di dislocamento. Il comandante Sebastiano Chrisam, durante un breve momento in cui ha parlato al pubblico, ha dichiarato che la nave è la seconda come classe dimensionale di navi da crociera ma la Toscana è la nave da crociera più avanzata tecnologicamente al mondo. Giusto per citare qualche altro numero che è emerso dalla presentazione, la nave può ospitare 6800 passeggeri oltre a un equipaggio composto da 1580 infaticabili persone (giusto per citare alcune squadre abbiamo 300 cuochi diretti da un executive chef italiano, 127 persone per i servizi bar, 287 addette alla pulizia, 187 camerieri, 100 tecnici alla gestione degli impianti di bordo). Insomma, una bagnarola…

Costa Toscana a Savona

Partiti alle 7:00 da casa (domenica di agosto con le ultime partenze, qualcuno che magari vuole fare una giornata al mare e gli immancabili lavori estivi delle autostrade…) arriviamo a Savona alle 9 e 45 con tanto di pausa caffè in autostrada (a proposito, uno dei peggiori caffè mai bevuti!!) ma dobbiamo attendere circa 20 minuti prima di poter accedere al Savona Parking dove abbiamo prenotato il parcheggio per il traffico portuale (noi partiamo, ma qualcuno ritorna…). Effettuato l’accesso, ci fanno scaricare i bagagli (onere loro caricarli in nave), fanno un breve check delle vettura per verificare lo stato (eventuali graffi, ammaccature,… ma la mia Giulietta per fortuna è immacolata) e paghiamo 91€ per i 7 giorni di crociera.
Entriamo al terminal crociere iniziamo le procedure di imbarco: controllo biglietti, registrazione con tanto di foto “segnaletica”, verifica del green pass e consegna della costa card che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Questo permetterà agli addetti della sicurezza di sapere sempre chi sale e chi scende dalla nave ma soprattutto, tramite la foto, di evitare possibili sostituzioni di persone (vi lascio immaginare il perché, non è difficile…).

Se da fuori la nave appare enorme, internamente è una vera e propria città sull’acqua! La cabina verrà consegnata verso le 14:00 pertanto abbiamo tempo per una prima “visita” della nave ma non prima di un caffè al ponte 8 dove c’è il ristorante buffet “La sagra dei sapori”. Usciamo all’esterno e sui ponti 7/8 si sviluppa la “Infinity Walk”, un percorso che gira completamente attorno alla nave. Internamente invece ai ponti 6/7/8 ci sono un’infinità di piccole boutique, bar, ristoranti, zone spettacolo come “il Colosseo” o il teatro “Poltrone Frau Arena”. Ai ponti 17/18/19 invece ci sono tutte le zone divertimento con piscine, scivoli, giochi acquatici, zone benessere e campo da basket/pallavolo. Insomma, le scelte non mancano…

Uno degli scivoli al ponte 18
Ponte 17
Passeggiata sul ponte 18 a poppa dove si può vedere l’Infinity bar al ponte 7…

Alle 14:00, come anticipato, al ponte 5 davanti alla nostra cabina, troviamo le valigie fuori dalla porta. La stanza si presenta ampia e confortevole (su consiglio di un amico abbiamo preso una stanza esterna con oblò ma senza balcone… e me ne pentirò!).

Sullo schermo gira un video/cartone animato con le procedure di sicurezza da seguire, le esercitazioni di sicurezza possono essere fatte anche via app ma occorre comunque presentarsi come richiesto alla propria “muster station”. Per circa 15 minuti, la nave cessa di funzionare e il personale, assieme ai turisti, simula l’emergenza (7 segnali brevi seguiti da uno lungo, come indossare il giubbotto salvagente e soprattutto capire dove trovarsi in caso di emergenza).
Ripresa la vita di bordo proviamo un aperitivo al Campari Corner del ponte 7 (i drink con il pallino giallo nel menù sono compresi nel pacchetto “my drinks” acquistato alla prenotazione). Per i pagamenti degli extra a bordo (se non inclusi nei pacchetti vacanza come ad esempio il nostro “my drinks”) si usa la costa card a cui è stata collegata la carta di credito.

Campari Orange per me, Aperol Spritz per Jennifer

Per la cena invece abbiamo un posto fisso assegnato per tutta la crociera. Al ponte 6 poppa lato sinistro c’è il ristorante “L’argentario”. Il cameriere è un ragazzo indiano di nome Ajay: massima professionalità nel suo lavoro, socievole il giusto, non una sbavatura in tutta la crociera… voto 10!

Ajay il cameriere e il Maitre Erwin che ci hanno accompagnato per tutta la crociera all’ “Argentario”

I menù si trovano sempre sul cellulare tramite QR Code perciò, avendo tutti i PDF scaricati, posso farvi vedere tutte le bontà disponibili ogni giorno al ristorante… quello del primo giorno è qui.

Ravioli di pasta fresca ripieni di patate, ragù di polpo al pomodoro e capperi fritti
Trancio di salmone e gamberone arrostito con salsa Olandese
Esplosione di Mandarino: namelaka al lime e cioccolato bianco, gelée al mandarino, ananas spadellato su un biscotto ricomposto alle nocciole

Come primo giorno non è male, cucina promossa a pieni voti! vediamo se alla fine la bilancia decreterà un impietoso “7 chili in 7 giorni” (o peggio!)

A fianco a noi una famiglia bergamasca (Paolo, Daniela e i figli Pietro e Anna) con cui facciamo amicizia e che ci terranno compagnia durante la crociera mentre siamo a bordo.

Facciamo un ultimo giro per la nave e poi a nanna presto, domani ci aspetta una giornata full day a Roma.

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day2 – Roma
Day3 – Napoli
Day4 – Sailing to Eivissa
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

BUONE VACANZE

Per una settimana stacco la spina da ogni tipo di attività lavorativa e di volontariato… Ci sentiamo tra una settimana, magari con un breve resoconto della vacanza 🙂

CIAO PIERO…

Oggi ci lascia un personaggio che da sempre ci ha accompagnato con semplicità e tanta passione alla scoperta di tantissime scienze.

Grazie Piero per averci donato la cultura e il sapere.

“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”

COME FUNZIONA UNA MISSIONE DI SOCCORSO

Questo post lo avevo scritto durante la pandemia sul sito www.cva-angera.it ma voglio riproporlo anche sulla mia pagina come informazione per tutti

In questo periodo in cui spesso leggiamo sui social attacchi verso medici, infermieri e operatori sanitari (tra cui anche noi) ci sembra doveroso spiegare come funziona realmente il sistema di emergenza “lato ambulanza” da quando prendiamo in carico la chiamata a quando rientriamo in sede.

La richiesta di soccorso viene inoltrata dalla SOREU dei Laghi (Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza dei Laghi che gestisce il soccorso sanitario delle provincie di Varese, Como e Lecco) tramite un sistema computerizzato chiamato EmmaWeb (acronimo di Emergency Management Web).

Da quando il PC inizia a suonare l’equipaggio ha 30 secondi per accettare la missione (in caso contrario scatta un allarme in SOREU per le opportune verifiche del perché non si è risposto alla chiamata) e nei successivi 2 minuti l’ambulanza deve partire dando l’apposito cambio di stato attraverso un tablet/radio posizionato a bordo del veicolo.

Se sullo schermo del PC è comparsa un’icona particolare (e in questo periodo accade molto spesso per non dire sempre) occorre procedere alla vestizione completa.

La procedura di vestizione consiste nel sanificare le mani, indossare la tuta, indossare più strati di guanti , i calzari, chiudere la tuta con nastro adesivo, indossare la mascherina FFP2 e gli occhiali o la visiera protettiva. Il tutto mentre il veicolo è in movimento verso la destinazione. Il tutto sempre secondo procedure scritte da AREU.

L’utilizzo di lampeggianti e sirene è regolamentato dall’articolo 177 del codice della strada e dal codice di invio della SOREU (solo codice giallo o codice rosso). La sirena bitonale inoltre emette un suono con precise caratteristiche e con una precisa pressione acustica regolamentate dal Decreto Ministeriale 17 ottobre 1980.

Arrivati sul luogo dell’evento viene comunicato lo stato “sul posto” tramite la radio/tablet, l’equipaggio (che nel frattempo ha concluso la procedura di vestizione) raggiunge il paziente e tramite una apposita applicazione presente nel cellulare di servizio chiamata INPRIMIS si indica alla centrale che il paziente è preso in carico dai soccorritori.

Effettua una valutazione del paziente secondo lo schema ABCDE (Airways, Breathing, Circulation, Disability, Exposure) i dati rilevati vengono scritti sempre nell’app per inviarli alla SOREU. Finita la valutazione si contattata la centrale per aggiungere ulteriori particolari rilevanti dell’evento e ricevere istruzioni.

Ora è possibile procedere allo spostamento del paziente verso l’ambulanza per raggiungere l’ospedale assegnato dalla centrale.

Caricato il paziente, tramite la radio/tablet viene dato lo stato “diretto in ospedale”. Anche in questo caso l’uso della sirena è dettato dal codice di gravità deciso esclusivamente dalla centrale operativa.

Arrivati in ospedale (stato “in ospedale” sulla radio/tablet) il paziente viene affidato al personale medico di PS. A questo punto partono due ulteriori procedure: quella di svestizione dell’equipaggio dai presidi di protezione contaminati (dove bisogna prestare la massima attenzione per non contaminarsi nel rimuovere quanto si indossa) e la procedura di pulizia e sanificazione dell’ambulanza. Quest’ultima operazione viene eseguita dall’equipaggio dell’ambulanza utilizzando soluzione alcoolica almeno al 75% o in alternativa con cloro al 3% su tutte le superfici del mezzo e su tutti i presidi utilizzati. Lo stato radio/tablet diventa “liberi in ospedale”

Finita la sanificazione del vano sanitario sul tablet viene dato lo stato di “rientro in sede” e l’ambulanza può così partire per ritornare in sede (senza lampeggianti e sirene accese) già operativa per un nuovo intervento.

Arrivati in sede (stato libero in sede) l’equipaggio conclude la missione ripristinando il materiale utilizzato durante la missione e compilando tutta la modulistica cartacea o elettronica richiesta dalle procedure AREU. Durante tutta la missione, ogni stato del veicolo è stato registrato dalla SOREU con l’orario per permettere il completo tracciamento della missione.

Non esistono quindi sirene con volume regolabile, ambulanze che vagano vuote con lampeggianti e sirena per creare panico, ambulanze vuote in fila al pronto soccorso in attesa di sanificazione, centri di sanificazione o altro. Esistono solo persone che stanno combattendo assieme a tutto il personale sanitario una battaglia contro un virus che è reale e che ci porta a vedere e toccare con mano tutti i giorni questa triste realtà che spesso si fatica a voler accettare.

GIORNATA MONDIALE DELLA BIRRA

Ricorre il primo venerdì di agosto la celebrazione di questa bevanda, una delle più antiche prodotte dall’uomo.

Purtroppo non potrò festeggiarlo perché sono in servizio Ambulanza 118 🚑, festeggiate voi anche per me (ma con moderazione, soprattutto se dovete guidare!).

“ché un boccale di birra è un pasto da re.”
(William Shakespeare, da Il racconto d’inverno, atto IV, scena III)

BIELLE SOTTO LE STELLE

Questo è uno degli appuntamenti motociclistici che è un “must” durante la stagione! Purtroppo la pandemia ha fermato tutto e quest’anno non ci speravo più, invece ecco arrivare l’evento! Ma di cosa si tratta?

Il “bielle sotto le stelle”, organizzato dal motoclub 100HP, è arrivato al sua 18° edizione e consiste in un motogiro in notturna tra i laghi a un costo di iscrizione di 15€ dove, eliminate le spese dell’organizzazione, il ricavato è devoluto all’associazione “più di 21” quindi uniamo il divertimento (nostro) a una piccola beneficienza.

Ai blocchi di partenza circa un centinaio di moto, di noi all’appello ha risposto l’inossidabile “capopattuglia” Silvano con sua moglie Alessandra, la new entry Filippo (da solo perché la compagna lavorava) e io zavorrato con la mia amica Rossana (in sostituzione della mia compagna Jennifer che ha preferito passare perché troppo impegnativo per lei che non ama la moto). Vale la solita regola prima della partenza, presentarsi al via benzinati (non fatti di chissà cosa ma semplicemente con il pieno di benzina…) e pisciati. Sarà un motogiro da fare in tranquillità come ben scritto su facebook nella pagina ufficiale e come ribadito prima del via.

PRIMA TAPPA

Iniziamo a vestirci e accendiamo i motori. Alle 22:35 si parte! Qualcuno ha già fatto fuori mezzo serbatoio solo sgasando da fermo prima di partire. Nel piazzale ci sono dei ragazzi dell’associazione più di 21 che sorridono e ci salutano (e il loro sorriso non ha prezzo!)

Si parte in direzione Tradate, a seguire poi sulla SP233 fino al ponte di Vedano, e si prosegue fino a Capolago. Si costeggia il lago di Varese dal lato Schiranna/Calcinate/Gavirate seguendo la SP1. Si prosegue poi per Bardello (dove una signora anziana dal balcone ci aspetta come nelle edizioni precedenti, applaude e saluta), Biandronno, Ternate costeggiando quindi il lago di Comabbio. Passiamo infine per Varano Borghi, Corgeno, Vergiate e arriviamo infine sulla SS33 del Sempione dove tra Vergiate (ci aspetta Jennifer lungo il percorso per un saluto al volo) e Somma Lombardo facciamo una prima tappa di ricompattamento alla stazione di servizio lungo la strada che, disponendo di un’ampia area, riesce ad accoglierci tutti.
É mezzanotte e siamo al primo pit-stop dopo aver percorso circa 60km.

SECONDA TAPPA

Ripartiamo per la seconda tappa. Le efficientissime staffette fermano il traffico per permetterci di rientrare in gruppo verso Somma Lombardo e sempre velocemente si alternano a tutti gli incroci per segnalare la strada e fermare il traffico. Arrivati a Somma imbocchiamo la SS336 in direzione della diga del Panperduto, attraversiamo il ponte sul Ticino dove finalmente si prendo un po’ di frescura (il termometro sul quadro strumenti indica 22°C). Si risale sulla SS32 verso Varallo Pombia, Borgo Ticino, Gattico ( e il termometro ritorna a 26/27°C) dove facciamo tappa al distributore Vega per la prima sosta carburante ufficiale e fare un attimo di pausa. Circa 30 km percorsi e siamo alla 1:00. Qui l’organizzazione ci informa di “vestirci” perché la prossima sosta sarà direttamente in vetta al Mottarone e sicuramente la temperatura scenderà…

Silvano e Alessandra, complice la giornata lavorativa e quindi il poco riposo, ci comunicano che si staccheranno dal gruppo e faranno rientro verso casa strada facendo.

Notare la stanchezza di Silvano data dal capello rivolto verso il basso e non in versione “Napo orso Capo”

TERZA TAPPA

Nuovamente in marcia, stavolta si va in direzione Arona per poi tagliare e fare l’Alto Vergante, passando per Massino Visconti e scendere sul lago Maggiore dove il paesaggio notturno è stupendo. Io non posso permettermi troppe distrazioni perché guido, Rossana sicuramente lo potrà apprezzare di più… Mentre passiamo, molti ragazzi ci salutano, ci riprendono con i telefonini, ci chiedono di sgasare e di far sentire il rombo del motore (per la felicità loro, un po’ meno per chi dorme…).

La temperatura piano piano cala a un più gradevole 24 gradi e sulla strada passiamo Lesa, Stresa (dove si possono ammirare le isole Borromee illuminate), si prosegue sempre sulla strada del lago verso Feriolo, Fondotoce e svoltiamo super imboccare la strada per Mergozzo dove costeggiamo l’omonimo lago. Appena fuori dal centro abitato si punta verso Omegna, si percorre quindi la SP229 costeggiando il lago d’Orta fino a Orta San Giulio dove iniziamo la salita in vetta. Man mano che saliamo la temperatura cala mentre sulla strada, specialmente nell’ultimo tratto si vede il serpentone di moto che procede. Scendiamo dalla moto alle 3:30 con altri 80 km percorsi. Ci attende adesso una lunga pausa con un piatto di pasta aglio, olio e peperoncino (o al pomodoro per chi non apprezza la prima). In compenso la temperatura è calata a 15°C e soffia un leggero venticello che, se non si è adeguatamente vestiti, da fastidio. Ammetto però che, dopo il caldo degli ultimi giorni e protetto dal sottotuta, il clima non mi dispiace affatto!

QUARTA TAPPA

Dopo questa sosta, ci prepariamo a scendere. Stavolta passiamo dal versante opposto del Mottarone percorrendo la strada privata “Borromea” che è a pedaggio. Mentre scendiamo inizia ad albeggiare, il cielo si colora e, anche se non si dovrebbe, mi fermo qualche secondo per uno scatto.

Riprendo la discesa, arriviamo nuovamente a Stresa e percorriamo la lacuale in direzione inversa fino ad Arona, poi sulla SS33 del Sempione ci fermiamo al distributore IP di Castelletto Ticino per la tappa rifornimento. Abbiamo intanto fatto le 6:20 e abbiamo aggiunto altri 40 km circa.

QUINTA TAPPA

Si riparte e stavolta la destinazione è Cairate per chiudere il percorso. Passiamo nuovamente da Vergiate, Somma Lombardo, Gallarate e alle 7:10 concludiamo il giro e possiamo fare colazione. Manca una cosa importante: una foto di gruppo da parte del 100HP a tutti quelli che hanno finito il giro!

Prima di partire non possiamo non salutare lo splendido staff del 100HP che ha organizzato l’evento e soprattutto ringraziare le loro instancabili staffette che hanno fatto un lavoro incredibile sia per indicare il percorso, sia per la sicurezza del gruppo.
See you next year!

Ore 8:35… Moto parcheggiata a casa!

EDIT: il buon Alex Ferro di MRacing sul suo canale Youtube ha pubblicato il video dell’evento che potrete trovare qui (lasciate un like e iscrivetevi al suo canale…)

COME FUNZIONA UN TURNO DI SERVIZIO 118

Come scritto qualche post fa, vediamo come funziona un turno di servizio in ambulanza destinata al servizio di Urgenza Emergenza.

Premessa: parlo ovviamente sempre per esperienza personale e per quanto riguarda la mia associazione quindi se qualche collega soccorritore trova delle discrepanze su quanto scrivo non me ne voglia…

Questo turno di servizio è svolto nel distaccamento di Sesto Calende dove AREU ha posizionato presso la nostra sede una ambulanza MSB (Mezzo di Soccorso Base) a 2 soccorritori e un MSA1 (Mezzo di Soccorso Avanzato di primo livello con a bordo tecnico e infermiere).

CONTROLLI INIZIALI

Il turno inizia con l’attivazione del mezzo perchè, essendo da convenzione AREU un mezzo H12, è disponibile solamente dalle 8:00 fino alle 20:00 (se non sforiamo con qualche uscita dell’ultimo secondo…). Per far questo, la procedura viene fatta mediante la radio ALGIZ in modo che in centrale il mezzo risulti in stato “in stazionamento” presso la sede.

Si procede poi al cambio equipaggio su Em.Ma.Web, il sistema informatico in cui vengono inviate e gestite le missioni di soccorso. Stessa cosa viene fatta sul cellulare di servizio sull’app INPRIMIS dove il capoequipaggio deve loggarsi (anche qui arrivano le missioni di soccorso e, sul posto, si registrano i dati e i parametri vitali del paziente per inviarli alla SOREU velocizzando le comunicazioni).

Passiamo ora al controllo del mezzo. La check list (così come il tabellone turni e altro) è su un’applicativo disponibile a tutti i volontari chiamato MAMBU. Si parte dal defibrillatore passando poi allo zaino RCP, bombole di ossigeno, presidi di immobilizzazione e quant’altro è presente nel mezzo (cosa deve esserci ovviamente è su un documento di AREU). Riusciremo a fare il controllo o ci attiveranno prima?

INIZIANO LE CHIAMATE…

Il suono inconfondibile di Em.Ma.Web si fa sentire… Confermiamo la ricezione della missione e vediamo di cosa si tratta. Codice giallo. Saliamo in ambulanza, indossiamo i presidi di autoprotezione e partiamo per la nostra destinazione. Arriviamo, valutiamo il paziente, chiamiamo la SOREU dei Laghi (la nostra centrale operativa da cui prendiamo direttive) per riferire quanto rilevato e ci indirizzano verso l’ospedale di Angera in codice giallo per il ricovero. Consegniamo il paziente dopo un leggera attesa dovuta all’alto numero di pazienti presenti (non si passa davanti solo perché siamo un’ambulanza), ripristiniamo il mezzo e ci prepariamo a rientrare. Appena lasciata Angera, ecco che la radio in ambulanza ci indirizza in una nuova destinazione in codice giallo a… VANZAGHELLO?!?!? Probabilmente la SOREU è talmente indaffarata con le chiamate in quella zona che non ha altri mezzi disponibili e utilizza noi. Accendiamo lampeggianti e sirene (che si usano solo per codici gialli e rossi) e partiamo. Anche qui valutazione, contatto con la SOREU e ricovero per competenza a Castellanza in codice verde dove anche qui il PS è affollato e rimaniamo in attesa.

CAMBIO AUTISTA E PAUSA PRANZO

Nel frattempo Filippo, l’autista del mattino che deve smontare alle 14:00, chiama il sostituto e facciamo un “cambio volante” in ospedale mentre attendiamo il nostro turno assieme ai colleghi della Croce Rossa. da adesso il nostro autista è Carlo.

Paziente consegnato alle cure mediche, torniamo in sede dove dovremmo chiudere le schede e finalmente pranzare (sono le 14:30…). L’esperienza ci induce a mettere qualcosa nello stomaco al volo prima che sia troppo tardi e infatti ecco che all’ultimo boccone… Drin Drin! Suona nuovamente Em.Ma.Web!

Missione confermata ma questa volta Em.Ma.Web ci informa che è un paziente COVID, quindi vestizione completa dentro la tuta il che vuol dire prepararsi alla sauna… ma questo è il nostro “lavoro” e, indipendentemente dal caldo infernale, ci vestiamo secondo le procedure AREU e andiamo dal nuovo paziente. Valutazione, chiamata alla SOREU e caricamento in ambulanza e partenza di codice giallo per l’ospedale. Qui ovviamente dobbiamo nuovamente attendere perché, per essere poi scaricato e preso in carico dal pronto soccorso, occorre passare da un percorso diverso (il così detto percorso “sporco” per chi è COVID positivo rispetto al percorso “pulito” per chi non è infetto, proprio per evitare di contagiare chi non lo è) e occorre comunque attendere l’esito di un tampone rapido prima dell’ingresso. Mentre siamo in attesa, suona il cellulare di servizio: è la SOREU che ci avvisa che, appena torniamo operativi, abbiamo un nuovo servizio in coda (codice verde) e di avvisare appena pronti per l’invio sul cellulare e sulla radio della nuova missione.

Finalmente scarichiamo il paziente, procedura di svestizione assieme al soccorritore (è il suo primo intervento COVID quindi lo aiuto nella procedura) mentre Carlo provvede alla sanificazione del mezzo. Tutto pronto, come da accordi avviso la SOREU che però ci comunica che il paziente non ha più bisogno del mezzo di soccorso. Meglio così, si vede che non era una reale urgenza. Nel frattempo la mia maglia è in questo stato e credo di aver perso almeno 1 kg…

Appena appena sudato dopo essere stato per quasi 2 ore nelle tuta anti covid…

Ripartiamo liberi e operativi per la sede di Sesto ma quando siamo quasi arrivati… Drin Drin! Suona la radio per un infortunio in casa, codice giallo. Stavolta abbiamo in supporto MSA1 (l’auto infermieristica) che è in sede a Sesto Calende. Accendiamo lampeggianti e sirena e ci dirigiamo sul luogo dell’evento arrivando per primi (solo perchè eravamo già “in transito” mentre MSA1 era da attivare)

Iniziamo a valutare il paziente e applichiamo il collare prima di proseguire con la rilevazione dei parametri vitali. Arriva a supporto MSA1 per una valutazione più approfondita. Finiamo di applicare tutti i presidi trauma del caso e, come da ordini della SOREU, partiamo per ospedalizzare all’ospedale di Circolo di Varese in codice giallo. Durante il trasporto teniamo monitorato il paziente mentre scambiamo 4 chiacchiere con lui per tranquillizzarlo. Arrivati in pronto soccorso, il paziente viene triagiato (cioè valutato per stabilire il grado di urgenza) e portato nell’opportuna sala per ricevere le cure necessarie. I presidi applicati restano sul paziente quindi devo compilare la modulistica necessaria per poterla poi recuperare.

TURNO (QUASI) FINITO…

Ore 18:50… Finalmente siamo in sede e posso chiudere le schede paziente ancora aperte mentre Carlo e Jennifer provvedono a ripristinare quanto utilizzato durante gli interventi.

Inizia l’ultima ora, quella più rischiosa perché se suona adesso significa “sforare” e finire il turno oltre le 20:00. Suonerà ancora? La fortuna ci assiste e scoccano le 20:00 senza ulteriori interventi.

Come accennavo all’inizio del post, questo è un mezzo H12 pertanto procedura inversa: log out dal INPRIMIS, via radio ALGIZ diamo lo stato del mezzo “non disponibile”, chiudiamo l’ambulanza a chiave e lasciamo scritte le consegne all’equipaggio che monterà in turno domani mattina. Ora non resta che andare a casa, togliersi la divisa, farsi una bella doccia e rilassarsi!

NOTA CONCLUSIVA: lo scopo di questo post è semplicemente cercare di coinvolgere le persone sul pensare seriamente di iniziare l’attività di volontariato ed entrare a far parte del CVA. Ci vediamo pertanto il 19 settembre o, in alternativa, il 24 settembre per la presentazione dei nuovi corsi per diventare soccorritori esecutori AREU o, se si preferisce, dei più semplici addetti al trasporto sanitario.

UNA DOMENICA CON LE FRECCE TRICOLORE

Oggi Angera e la sua dirimpettaia Arona pullulavano di gente non solo perchè l’estate richiama sul lago molti turisti ma perchè oggi c’era l’ “Arona Air Show” dove, come ultima parte, si è esibita la Pattuglia Acrobatica Nazionale o se preferite, le Frecce Tricolore.

Non mi perdo a descriverle, fin troppe pagine parlano di chi sono e dei loro spettacoli oppure sul loro MB.339A/PAN (altro gioiello italiano). Mi soffermo invece su quello che é il “dietro le quinte” dell’evento ovvero la gestione del soccorso sanitario.

Quante forze in gioco per il loro show sulla sponda lombarda? 4 ambulanze (AN101, AN105, AN108 e AN109) e 4 squadre telo (2 soccorritori per squadra dislocati in punti strategici). In totale 20 soccorritori. Da notare che oggi andava comunque coperto il servizio 118 su Angera e su Sesto Calende (perchè indipendentemente dalla PAN, malori e incidenti si verificano lo stesso!) che vuol dire almeno altri 8 soccorritori impegnati a cui si aggiunge il ciclosoccorso a pattugliare il Ticino a Sesto Calende sulla ciclabile e sono altri 2 soccorritori… Impegnativo vero? In futuro vi spiegherò invece com’è un turno di servizio 118. Ma torniamo sulla manifestazione.

Foto dopo il briefing iniziale…

Alle 11:00 partiamo con un briefing iniziale dove vengono date le disposizioni generali, vengono distribuite le radio portatili e si fa l’ultimo check dei mezzi. Alle 11:45 si inizia a spostarsi sul lungolago. Prova radio per verificare le comunicazioni. Il tempo passa e piano piano il lago inizia a popolarsi

La giornata è calda, speriamo ovviamente che non ci sia bisogno di noi. Il tempo passa e alla radio sentiamo sono interventi minori (piccole ferite medicabili sul posto, qualche puntura di insetto). Stessa sorte a noi, qualche persona si presenta spontaneamente per puntura di vespa o per farsi provare la pressione.

Ogni tanto qualcuno passa inoltre a chiederci info sugli orari, qualcuno chiede se possiamo scattargli una foto ricordo per non farsi il selfie.

Sono finalmente le 16:00, è il loro momento. Questo per noi è la fase più pericolosa perchè, al passaggio delle frecce, c’è molto rumore e si rischia di non sentire le comunicazioni radio a cui si aggiunge anche la saturazione delle celle telefoniche (vuoi non caricare la diretta facebook/instagram?)… Le Frecce Tricolori fanno il loro (bellissimo) show e le immortaliamo in questo scatto assieme alla AN109.

Sul più bello dello spettacolo ecco però che arriva il malore per il caldo… Prendiamo di corsa il borsone, l’ossigeno e il defibrillatore e ci precipitiamo dal paziente. Rapida valutazione e poi lo carichiamo in ambulanza, parametriamo il paziente e cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro. Alla fine restando sdraiato e al fresco si riprende e decide di non essere ricoverato.

Show terminato, inizia la seconda fase critica ovvero la gente che piano piano defluisce da Angera per tornare verso casa. Anche qui qualche intoppo viabilistico che ci costringe a una mezz’ora extra di assistenza per essere certi che non vi siano problemi sanitari. Nel frattempo 2 associazioni angeresi ci offrono una fetta d’anguria e dei mirtilli che sono stati molto graditi da tutti gli equipaggi.

Finalmente alle 18:45 viene dato il via libera e dopo un veloce debriefing torniamo in sede a riportare il materiale e i mezzi ma, prima di tornare a casa, ci concediamo una pizza di gruppo tutti insieme. Perché fare i volontari non vuol dire solo essere in servizio a bordo di un’ambulanza ma essere anche un gruppo di amici con il quale condividere il proprio tempo divertendosi!

Dimenticavo: il primo “like” instagram all’unica foto dell’ambulanza con dietro le frecce è stato di “Pony4” ovvero il Capitano Oscar Del Dò (piccole soddisfazioni di un fotografo dilettante 😂)