L’INARRESTABILE TURBOSTAR

Stamattina, mentre mi dirigevo al lavoro, davanti a me sulla SS336 dell’Aeroporto di Malpensa avevo davanti un camion stracarico ma che viaggiava agevolmente al limite di velocità. Mentre lo sorpassavo mi sono reso conto che era un vecchio Iveco Turbostar 190-48.

Per chi non è appassionato del settore veicoli, il Turbostar è stato un camion prodotto dalla Iveco tra il 1984 e il 1993 destinato al trasporto merci pesanti. La sigla 190-48 indicava la versione trattore stradale a 2 assi (190) e la potenza del motore di 480CV (48). Per l’epoca in cui questo veicolo era prodotto, avere una potenza tale assieme a una coppia di 209 kgm a 1100 giri/min significava essere un passo avanti alla concorrenza ma soprattutto essere il riferimento del mercato oltre che il desiderio di ogni camionista.

Il motore era un V8 da 17000cm3 con doppio turbocompressore e 4 valvole per cilindro che, all’esordio, aveva 420CV e dopo l’aggiornamento per affinare il motore, la IVECO aveva aggiunto l’intercooler (il sistema che permette di raffreddare l’aria compressa proveniente dal compressore abbassandone la temperatura e quindi agendo sulla densità) di tipo aria-aria permettendo di ottenere il valore record per l’epoca di 480CV. A questo si aggiungeva la ventola di raffreddamento mossa da un motore idraulico a velocità variabile che significava maggiore capacità di raffreddamento, minore rumorosità ed un risparmio di energia.

Potenza e coppia venivano sfruttati al meglio da un cambio Eaton Fuller a 13 marce non sincronizzate (quindi per gli autisti con le palle perchè se si sbagliava la cambiata si correva il rischio di doversi fermare e partire dalla prima marcia…) oppure da uno ZF Ecosplit a 16 marce. Questoi permetteva di affrontare i severi percorsi appenninici e i passi montani senza timore.

Schema del Fuller 13 rapporti
Schema dello ZF a 16 rapporti

Il Turbostar non è stato solo un capolavoro di meccanica motoristica ma anche un innovatore in termini di comfort per gli autisti dell’epoca: per migliorare la vita a bordo la plancia non era più lineare ma più “avvolgente” per permettere al conducente di raggiungere tutti i comandi più agevolmente così come la cabina aveva ricevuto ore di studi e simulazioni per avere una miglior filtrazione delle vibrazioni a tutto vantaggio della schiena del conducente. Questo fece scuola anche per i suoi competitor che presero spunto soltanto anni dopo…

Interni del TurboStar
Cabina del TurboStar
Cabina del Renaul Magnum AE (anno 1990)
Scania Serie 3 (1987)
Mercedes NGx85 (1985)

Il TurboStar, in una sua declinazione con motore più compatto da 260CV, è stato anche la base per i mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco, specialmente quelli realizzati dalla Carrozzeria Baribbi

Trattore 190-48 con semirimorchio autobotte chilolitrica

Infine, per celebrare il “mito” del TurboStar, la IVECO ha deciso sul nuovo S-Way di realizzare una versione speciale Turbostar (Motore Cursor 13 da12.9 litri da 570CV e 2500Nm di coppia).

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